MILANO (MF-DJ)--Nel giorno in cui la temuta protesta contro l'obbligo di esibire il green pass sul posto di lavoro non ha provocato il paventato blocco della penisola, il governo può segnare un punto e considerare la prova d'esordio della certificazione verde per tutti superata. «È lo strumento con cui il governo sta favorendo la ripresa in normalità di tutte le attività, tutelando allo stesso tempo la salute pubblica e le scelte individuali», spiega a MF-Milano Finanza il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims), Enrico Giovannini, portando a casa due risultati. Il primo, con il dl Fisco approvato in Consiglio dei ministri, sono 1,3 miliardi di euro in più nel 2021 per Rfi, così da accelerare la realizzazione delle opere infrastrutturali. Il secondo è la firma dell'accordo con Autostrade per l'Italia, che prevede 3,4 miliardi di interventi per la collettività a carico della società, oltre che 13,6 miliardi di investimenti sulla rete autostradale, di cui 1,5 miliardi destinati alla Liguria e alla città di Genova per nuove infrastrutture, riduzione dei pedaggi e altri interventi a favore degli operatori economici e dei cittadini della Val Bisagno.

Domanda. Uno dei nodi legati alle riaperture che tocca direttamente il suo ministero è quello dei trasporti pubblici locali. Avete un monitoraggio della situazione nelle città?

Risposta. Possiamo dire di aver superato, in generale, la prova senza particolari difficoltà, ma siamo sempre molto attenti a monitorare l'evolversi della situazione. Dai tavoli prefettizi che ho riunito anche recentemente per fare il punto sul trasporto pubblico locale alla ripresa delle attività e a due settimane dall'inizio delle scuole in presenza è emersa una situazione generale abbastanza tranquilla, con qualche criticità localizzata. Il governo ha assegnato alle Regioni, che sono responsabili della gestione del Tpl, risorse ingenti (oltre 600 milioni di euro per la seconda parte di quest'anno) per i servizi aggiuntivi, autobus, treni, metropolitane in più per aumentare le corse e evitare assembramenti soprattutto nelle fasce orarie di maggiore affluenza. Le Regioni possono utilizzare i fondi statali per aumentare e migliorare i servizi e anche incrementare il numero dei controllori.

D. Lo stanno facendo?

R. Al momento le Regioni hanno programmato 5.771 mezzi aggiuntivi fino al 31 dicembre 2021 e un aumento del 320% dei chilometri di servizio rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Ma con le risorse disponibili possono investire ulteriormente, se necessario. A fine ottobre faremo un nuovo monitoraggio della situazione.

D. Il Mims ha a disposizione ben 62 miliardi di euro su circa 220 miliardi complessivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Come procedono gli investimenti e le riforme previste per il 2021?

R. Il ministero sta lavorando a ritmi stingenti per assegnare le risorse agli enti attuatori dei progetti, che sono le Regioni, gli enti locali, le Rete Ferroviaria Italiana. Dei 62 miliardi di euro che afferiscono al Mims, di cui il 56% al Sud, ne abbiamo già assegnati oltre il 75% e a fine ottobre speriamo di superare il 90%. L'ultimo decreto in ordine di tempo è quello che assegna 2,8 miliardi per migliorare la qualità dell'abitare e per progetti di rigenerazione urbana. In precedenza, erano state ripartite risorse per l'acquisto di bus e treni ecologici, per potenziare le ferrovie regionali, per favorire la navigazione green, per l'acquisto di carri e locomotive ad elevati standard di tecnologia per il trasporto merci su ferro, per interventi volti ad aumentare la sicurezza della rete stradale. Anche le riforme stanno procedendo nei tempi. Il Pnrr assegna al Mims cinque riforme da completare entro l'anno. Due di esse, relative alla velocizzazione e semplificazione dell'iter di approvazione di progetti di trasporto pubblico locale, metropolitane e ferrovie sono già state approvate con il dl 77/2021 sulla governance del Pnrr.

D. E le altre due?

R. Per le altre due riforme, che riguardano il trasferimento della titolarità di ponti e viadotti delle strade secondarie a Anas e concessionari autostradali, la velocizzazione dell'iter approvativo del contratto di programma tra Mims e Rfi e l'attuazione delle linee guida per il monitoraggio dei ponti stiamo predisponendo i relativi provvedimenti normativi e amministrativi, i quali potranno essere approvati nei tempi stabiliti.

D. Lei teme ritardi sul piano?

R. Sono fiducioso che attueremo il piano secondo le scadenze previste. E ricordo che per ricevere i fondi europei ogni Paese deve rispettare il timing di progetti e riforme concordato con la Commissione. Mi sento incoraggiato dalla collaborazione che vedo con le Regioni, con gli enti territoriali e gli altri enti attuatori. Solo remando tutti nella stessa direzione otterremo i risultati sperati migliorando la qualità della vita delle persone e la competitività delle imprese nel rispetto dell'ambiente. Questo che può sembrare un mio mantra è alla base della visione europea del Pnrr.

D. Intanto all'orizzonte si profila un nuovo decreto semplificazioni, dopo l'ultimo pochi mesi fa. Palazzo Chigi ha sollecitato i ministeri a fare proposte. Come si può intervenire ulteriormente?

R. Le riforme per semplificare e velocizzare le procedure per la realizzazione dei progetti del Pnrr sono importanti quanto le risorse messe a disposizione dal Next Generation Eu e dal Fondo complementare finanziato sul bilancio nazionale. Ci siamo mossi su più fronti. Con il decreto legge sulla governance del Pnrr abbiamo introdotto procedure semplificate per l'approvazione dei progetti previsti nel Piano, dalle opere pubbliche e ferroviarie al rinnovo dei trasporto pubblico locale, agli investimenti nei porti, ecc. Abbiamo poi identificato dieci progetti per i quali le procedure sono ulteriormente velocizzate e accentrate nel Consiglio superiore dei lavori pubblici. Poi abbiamo anche semplificato l'iter di progetti non rientranti nel Pnrr. Infine, abbiamo presentato al Parlamento, con sei mesi di anticipo rispetto ai tempi concordati con l'Unione europea, la proposta di legge delega per innovare il Codice dei contratti.

D. Quindi cosa occorre ancora?

R. Tornando al Pnrr, abbiamo previsto che il documento centrale su cui vanno espressi i pareri, le osservazioni delle varie amministrazioni e le autorizzazioni sia il progetto di fattibilità tecnico-economica, i cui contenuti sono stati specificati da apposite linee guida. Tengo a precisare che la semplificazione procedurale non ha tagliato alcuna fase autorizzativa. E anche il dibattito pubblico, che ho voluto rafforzare per coinvolgere la società civile e gli enti territoriali nella condivisione dei progetti, sarà svolto in parallelo, con evidente riduzione dei tempi. Un altro elemento cruciale per assicurare l'attuazione del Pnrr è la necessità di dotare le stazioni appaltanti, in particolare gli enti locali, che devono indire le gare di appalto, di personale preparato di fronte alle regole del Pnrr. Per questo come Ministero abbiamo creato la Pnrr Academy, in collaborazione con la Scuola superiore della Pubblica amministrazione, per formare 40.000 tecnici delle stazioni appaltanti che diventeranno responsabili unici del procedimento. Una figura fondamentale per l'attuazione dei progetti del Pnrr.

D. Sarà necessario ricorrere a un nuovo decreto commissari, dopo il commissariamento di 102 opere?

R. Le Camere si sono espresse in questo senso con l'approvazione di un emendamento che prevede di far partire una terza fase di commissariamenti, dopo quelle di aprile e agosto scorsi, entro il 31 dicembre 2021. Gli uffici stanno già provvedendo a valutare le opere da inserire in questo terzo gruppo, ma si tratta di interventi di dimensione abbastanza contenuta.

D. L'iter delle opere già commissariate?

R. Il primo gruppo di 57 opere commissariate lo scorso aprile sta andando avanti rispettando il cronoprogramma stabilito. Sulla base dei rapporti dei commissari, le previsioni di consegna dei cantieri, quindi l'avvio dei lavori, entro la fine dell'anno sono sostanzialmente confermate. Sono già stati sbloccati dodici cantieri di opere stradali e ferroviarie e ulteriori nove, che riguardano opere stradali, il porto di Palermo e interventi nei presidi di sicurezza, saranno consegnati tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022. Recentemente ho anche incontrato i commissari nominati ad agosto sulle ulteriori 45 opere. In questo caso è presto per fare un primo bilancio ma finora non sono emerse particolari criticità. Il sistema di monitoraggio che il ministero ha attivato comunque renderà ancora più efficace la verifica di eventuali problemi che dovessero emergere per trovare soluzioni in tempi brevi.

fch

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October 18, 2021 03:46 ET (07:46 GMT)