ROMA (MF-DJ)--Poco meno di 1.400 chilometri separano Roma da Colonia, quartier generale di Lufthansa. Quanto questa distanza si accorcerà, fino ad annullarsi, lo si vedrà dalle prossime settimane, col via libera al memorandum d'intesa che porterà alle trattative in esclusiva e al realistico traguardo della firma per il passaggio del primo 40% del capitale di Italia Trasporto Aereo dal Tesoro al gruppo tedesco. Realistico, ma non per questo da dare per scontato, come insegnano gli ultimi 15 anni di poco o per nulla riuscite privatizzazioni alla voce Alitalia & C.

Lo riporta il settimanale Milano Finanza aggiungendo che i passi che restano da fare vanno oltre quel che trapela dalle poche righe con le quali l'azionista pubblico ha comunicato di aver ricevuto l'attesa lettera firmata dal ceo Karsten Spohr, il 18 gennaio alla chiusura della data room, nella quale il numero uno di Lufthansa assicura che l'Italia è il terzo mercato d'interesse per il gruppo, e che saranno concordate opzioni per il successivo acquisto delle azioni rimanenti.

Il decreto che il Governo ha approvato sembra scritto apposta per Lufthansa, avendo circoscritto il profilo dell'acquirente a una compagnia aerea. Anche il prezzo di acquisto della quota di minoranza, tra i 300 e i 350 milioni di euro tramite un aumento di capitale riservato, ha buone possibilità di essere considerato congruo perché si «tiene conto del valore del patrimonio netto di Ita e dalle stime di chiusura dell'esercizio», che dovrebbe riportare una perdita di circa 400 milioni di euro. La priorità va infatti al piano industriale piuttosto che all'offerta economica. Al Tesoro, che ha già versato la seconda tranche dell'aumento di capitale per altri 400 milioni di euro, resta l'incombenza dell' ultima tranche di 250 milioni di euro.

Se la fronda italiana anti-Lufthansa è diventata minoranza e oggi quasi tace, lo si deve alla latitanza manifesta di Air France-Klm e Delta, che dopo aver affiancato il fondo Certares, non si sono certo stracciate le vesti quando gli è stata tolta l'esclusiva. Non sarebbero comunque andate oltre il 10% del capitale. Ma anche in Germania c'è chi non vede di buon occhio l'operazione.

Seppure in un contesto diverso, è chiaro che Lufthansa voglia replicare la strategia già attuata per le precedenti acquisizioni: cura da cavallo per mettere subito Ita in condizioni di ripagare l'investimento effettuato. I colloqui di approfondimento andranno quindi a concentrarsi principalmente sulle forme e modalità del possibile investimento azionario, sull'integrazione commerciale e operativa nel gruppo Lufthansa e sulle sinergie che ne deriveranno. Ma si parlerà anche della questione governance e della convivenza col Tesoro. Il Dpcm, infatti, su questo punto è chiaro: all'azionista pubblico va un ruolo che ricalca la golden power. Gli saranno riconosciuti «adeguati poteri di controllo sulla gestione e il diritto di gradimento su nuovi azionisti» e verranno adottati «meccanismi di presidio da parte del Ministero dell'economia e delle finanze sulle decisioni rilevanti ai fini del perseguimento degli obiettivi di sviluppo e potenziamento di Ita».

Il primo a ipotizzare che una convivenza Mef-Lufthansa si potesse fondare su una sorta di golden power è stato, su questo stesso giornale, Giovanni Fiori, docente di Economia Aziendale alla Luiss e commissario della badco Alitalia, finita in amministrazione straordinaria nel 2008. Oggi è ottimista sul raggiungimento di un accordo.

pev


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January 23, 2023 03:16 ET (08:16 GMT)