MILANO (MF-DJ)--Ai modi rudi e alle sfuriate, che dicono abbiano fatto irritare anche l'azionista di via XX Settembre, si stanno a poco a poco abituando.

Quello che invece non va giù a molti dei dipendenti di Ita, in testa piloti e assistenti di volo, è l'accordo che il presidente esecutivo, Alfredo Altavilla, ha appena portato a casa sul contratto collettivo nazionale di lavoro: talmente al di sotto delle aspettative che si tradurrà, assicurano fonti sindacali a MF-Milano Finanza, in buste paga a confronto delle quali sembreranno generose persino quelle di Ryanair, la low cost irlandese da sempre bersagliata per la sua parsimonia negli stipendi. Forte del suo status di start-up e della necessità «di raggiungere e mantenere nel tempo una competitività strutturale di costi che la renda funzionale nell'ambito del disegno strategico di una partnership di lungo termine», Ita più che le forbici ha impugnato l'accetta. Ma la conseguenza più nefasta potrebbe essere un'altra: una fuga dei piloti verso le compagnie del Medio Oriente, Etihad ed Emirates in testa, come già successo prima del commissariamento di Alitalia, quando partirono 350 curricula alla volta di compagnie concorrenti.

Al di là delle facili ironie su un negoziato che l'azienda racconta come «portato avanti nel rispetto delle rispettive posizioni e con spirito collaborativo con l'obiettivo di tutelare i lavoratori dell'azienda», quando invece la cronaca ha fatto emergere ben altro, il contratto collettivo nazionale di lavoro è stato firmato dopo un lungo braccio di ferro, che ha visto Ita applicare in un primo momento le retribuzioni previste dal regolamento aziendale.

«Il risultato è stato che un pilota di Airbus 320 con quasi 20 anni di anzianità si è trovato in busta paga la metà di quanto prendeva da Alitalia in amministrazione straordinaria», spiega a MF-Milano Finanza, il comandante Marco Ghisalberti, fino a ottobre scorso alla guida dei B777, «Sono 4.500 euro invece di 8mila, per 70 ore di volo. Un pilota Ryanair prende quasi il doppio». Possibili aumenti sono stati presentati sotto forma di premio di risultato. «Come e in quale misura, i colleghi non sono ancora riusciti a decifrarlo», osserva Ghisalberti. «Stando alle stime fatte dall'azienda, il differenziale tra vecchie e nuove buste paga dovrebbe ridursi al 30% nel 2025, alla fine dell'arco di piano, con un 3% di margine anno su anno. Ma in quel calcolo rientra il bonus, che a tutt'oggi è un oggetto misterioso». Il premio di risultato vale il 15% della retribuzione, ed è legato a una formula che somma soddisfazione dei clienti, rilevata mediante il sistema certificato Nps (Net promoter score) e redditività dell'azienda. Su quest'ultimo parametro, è bene ricordare che Altavilla stesso prevede il pareggio operativo non prima del secondo trimestre del 2023. «Le condizioni del 2022 restano invariate, mentre, in linea con quanto già previsto dalle altre compagnie aeree che avevano ridotto le retribuzioni a causa della pandemia, dal 2023 vi sarà un progressivo riallineamento degli elementi retributivi, che parte da un incremento del 3 % per i piloti e del 1% per gli assistenti di volo», assicura l'azienda.

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MF-DJ NEWS

0708:16 dic 2021

(END) Dow Jones Newswires

December 07, 2021 02:18 ET (07:18 GMT)