ROMA (MF-DJ)--Essere una start-up ha anche i suoi svantaggi: nel caso di Ita il più macroscopico è quello di essere rimasta scoperta sul caro-carburante, impossibilitata cioè a esibire le credenziali finanziarie richieste dai cosiddetti contratti di hedging, quelli che proteggono dalle fluttuazioni delle commodity.

Nel frattempo, scrive MF-Milano Finanza, il jet fuel è aumentato di quasi il 20% e l'impatto sui conti è stato inevitabile: anche se dati ufficiali non sono stati forniti, sembrerebbe che da gennaio ad agosto scorsi Ita abbia speso per fare il pieno agli aerei circa 370 milioni di euro rispetto ai circa 230 milioni che aveva previsto nel business plan.

Questo nervo scoperto è stato toccato in data room, dove sono in corso i negoziati in esclusiva col fondo Certares Management e i partner commerciali Delta e Air France-Klm, prorogati al 31 ottobre prossimo. Col risultato che la mano tesa di Delta sul fronte del taglio ai costi del carburante non avrebbe soddisfatto in pieno le esigenze di Ita. Infatti, non si sarebbe parlato di acquisti congiunti di jet fuel per fare economie di scala, come potrebbe garantire un partner industriale vero e proprio, ma solo della disponibilità di una raffineria petrolifera nel Delaware. Si tratta della Trainer Refinery, di proprietà di Monroe Energy, una consociata di Delta, che l'ha acquisita nel 2012. Ma, secondo indiscrezioni, l'offerta sul carburante si limiterebbe in realtà a possibili forniture nello scalo Jfk di New York, e non sarebbe estendibile agli altri aeroporti dove opera Ita, consentendo perciò solo dei minimi risparmi. Fermo restando che la questione carburante si ripresenterà e potrà essere discussa nelle fasi successive del negoziato.

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0408:50 ott 2022


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October 04, 2022 02:51 ET (06:51 GMT)