MILANO (Reuters) - La Commissione europea non può che certificare il peggioramento delle prospettive macro per l'economia italiana, in termini sia di crescita sia di inflazione, in perfetta sintonia con il contesto dell'intero vecchio continente.

Nelle stime di primavera Bruxelles disegna una dinamica della crescita che passa dal 6,6% dell'anno scorso a 2,4% quest'anno e 1,9% il prossimo, in parallelo a un'inflazione in risalita da 1,9% del 2021 a 5,9% quest'anno e 2,3% il prossimo.

Diffuse il 10 febbraio, due settimane prima dell'invasione russa dell'Ucraina, le stime d'inverno della Commissione davano per l'Italia nel 2022 una crescita di 4,1% e un'inflazione media di 3,8%, nel 2023 una crescita di 2,3% e un'inflazione di 1,6%.

In termini di finanza pubblica, rispetto ai livelli del 2021 la prospettiva è di un rientro sia del debito pubblico sia del deficit rispetto al prodotto interno lordo.

Dopo il 7,2% dello scorso anno, in disavanzo dovrebbe portarsi a 5,5% quest'anno e 4,3% il prossimo. Per il debito/Pil l'attesa è di una discesa a 147,9% quest'anno e 146,8 il prossimo rispetto a 150,8% del 2021.

(Alessia Pé, editing Sara Rossi)