Un membro di spicco della polizia giudiziaria libica ha ricevuto un benvenuto da eroe al suo ritorno in patria, dopo che l'Italia lo ha inaspettatamente rilasciato dal carcere solo due giorni dopo averlo arrestato con un mandato della Corte Penale Internazionale (CPI).

L'uomo, indicato dal Ministero della Giustizia italiano come Najeem Osema Almasri Habish e indicato nei documenti del governo libico come Osama Njeem, ha dovuto affrontare accuse di crimini di guerra presso la Corte penale internazionale dell'Aia.

Un video caricato sui social media mostra Njeem sollevato sulle spalle dei sostenitori dopo che un aereo del Governo italiano lo ha trasportato direttamente da Torino all'aeroporto di Mitiga, a Tripoli, martedì sera.

La Polizia Giudiziaria in Libia ha pubblicato un messaggio sulla sua pagina Facebook in cui nomina Njeem come direttore delle operazioni del dipartimento di sicurezza giudiziaria ed esprime la sua "sincera gratitudine" a tutti coloro che hanno contribuito al suo rilascio.

La CPI sta indagando su presunti crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi in Libia a partire dalla guerra civile libica del 2011, anche contro aspiranti migranti.

I media italiani hanno riferito di aver fatto una soffiata all'Italia sul fatto che Njeem aveva intenzione di assistere a una partita di calcio tra Juventus e Milan, permettendogli di essere prelevato a Torino domenica.

È stato liberato a causa di un cavillo legale, perché la polizia che lo ha arrestato non ha informato immediatamente il Ministero della Giustizia, come richiesto, ha detto una fonte del Ministero degli Interni.

I politici dell'opposizione hanno chiesto una spiegazione al Ministero della Giustizia, ricordando che il Primo Ministro Giorgia Meloni aveva promesso nel 2023 di rintracciare i trafficanti di esseri umani in tutto il mondo.

"Quando arriva un trafficante, che la Corte Penale Internazionale ci dice essere un pericoloso criminale, non gli avete dato la caccia. Lo avete rimandato a casa in Libia su un aereo di Stato", ha detto l'ex Primo Ministro Matteo Renzi in Parlamento mercoledì.

"Sono l'unico a pensare che abbiate perso la testa, o questa è l'immagine di un governo ipocrita e indecente?".

Né il Ministero della Giustizia, né la Corte d'Appello di Roma che ha firmato l'ordine di rilascio di martedì, hanno commentato il caso.

Il quotidiano italiano Avvenire, che ha riportato per primo l'arresto di Njeem, ha detto che aveva gestito un centro di detenzione per migranti a Tripoli come parte del suo ruolo nella polizia giudiziaria libica, ed era affiliato alla potente Forza di deterrenza speciale militare.

In un altro caso di alto profilo di questo mese che coinvolge un cittadino straniero, l'Italia ha rilasciato un uomo d'affari iraniano che era stato detenuto su mandato degli Stati Uniti, in un apparente scambio con un giornalista italiano che era stato detenuto a Teheran.