I giudici stanno valutando l'appello di NSO alla decisione di un tribunale di grado inferiore che permetteva alla causa di andare avanti. NSO ha sostenuto di essere immune dall'essere citata in giudizio perché agiva come agente di governi stranieri non identificati quando ha installato il software di spionaggio "Pegasus".

WhatsApp ha affermato che il software è stato utilizzato per la sorveglianza di 1.400 persone, tra cui giornalisti, attivisti dei diritti umani e dissidenti.

La Corte Suprema lunedì ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di presentare una memoria che offra il suo punto di vista sulla questione legale.

Meta Platforms è la società madre di WhatsApp e Facebook ed era conosciuta come Facebook Inc quando è stata intentata la causa. Nell'ottobre 2019, WhatsApp ha fatto causa a NSO chiedendo un'ingiunzione e un risarcimento danni, accusandola di aver avuto accesso ai server di WhatsApp senza autorizzazione sei mesi prima per installare il software Pegasus sui dispositivi mobili delle persone interessate. NSO ha sostenuto che Pegasus aiuta le forze dell'ordine e le agenzie di intelligence a combattere il crimine e a proteggere la sicurezza nazionale.

NSO si è appellata al rifiuto di un giudice del luglio 2020 di concederle l'"immunità basata sulla condotta", una dottrina di diritto comune che protegge i funzionari stranieri che agiscono in veste ufficiale.

Confermando quella sentenza lo scorso novembre, la Corte d'Appello del 9° Circuito degli Stati Uniti, con sede a San Francisco, l'ha definito un "caso facile", perché la mera concessione in licenza di Pegasus e l'offerta di supporto tecnico da parte di NSO non la metteva al riparo dalla responsabilità ai sensi di una legge federale chiamata Legge sulle Immunità Sovrane Straniere, che ha la precedenza sul diritto comune.