L'insoddisfazione delle grandi aziende rispecchia i sondaggi d'opinione che mostrano un calo del sostegno a Kishida a causa degli scandali che hanno fatto cadere tre dei suoi ministri.

Tra le 400 aziende intervistate, il 63% ha dichiarato di non sostenere l'amministrazione. L'incertezza sulla strategia di crescita economica di Kishida è stata la ragione più comunemente citata per l'insoddisfazione, seguita dalla mancanza di esecuzione delle politiche e dalla sua risposta alla debolezza dello yen e all'aumento dei prezzi.

"Il Governo non è riuscito a proporre contromisure efficaci per alleviare il peso dell'aumento dei prezzi sulle famiglie", ha detto un manager di un'azienda di ceramica industriale, parlando in condizione di anonimato. "Inoltre, le ripetute dimissioni dei ministri del gabinetto a causa di scandali rendono difficile sostenere l'amministrazione".

L'inflazione in Giappone è ai massimi da 40 anni, spinta dall'impennata dei prezzi dell'energia a causa della guerra in Ucraina e aggravata da un forte calo dello yen. Quasi il 90% delle aziende intervistate ha dichiarato che il perdurare dell'inflazione è il rischio maggiore da affrontare nel 2023, e il 68% ha affermato che dovrebbe essere un obiettivo politico del Governo Kishida.

"Ci sono preoccupazioni che la stretta monetaria per combattere l'inflazione possa portare a un rallentamento dell'economia globale", ha detto un manager del settore dei trasporti.

La valuta giapponese si è indebolita oltre i 151 dollari a ottobre per la prima volta in 32 anni, costringendo il Ministero delle Finanze a intervenire per sostenerla. Oltre l'80% delle aziende ha dichiarato di volere che lo yen non sia più debole di 130 per dollaro il prossimo anno, rispetto al tasso di questa settimana di circa 136 per dollaro.

Tuttavia, ciò dimostra che le aziende giapponesi si sono abituate al deprezzamento dello yen. Nel sondaggio di novembre 2021, il 66% delle aziende ha dichiarato che un tasso di cambio di 120 per dollaro o più debole era un fattore negativo per loro.

"Gli ordini all'estero sono forti grazie all'effetto dell'indebolimento dello yen", ha dichiarato un manager del segmento dei prodotti metallici.

Per quanto riguarda il sentimento generale degli affari, il 78% ha affermato che le condizioni saranno da "non buone" a "cattive" entro la fine dei tre mesi, più o meno come negli ultimi due sondaggi.

Ma per quanto riguarda le prospettive di guadagno annuale, i dirigenti aziendali sono più ottimisti, con il 78% che prevede livelli di profitto uguali o migliori per il prossimo anno. La spesa in conto capitale è il settore in cui il 71% intende concentrare i propri guadagni, mentre il 37% prevede di distribuirli attraverso aumenti salariali, una spinta politica fondamentale per Kishida.

Lo scorso dicembre, l'85% delle aziende prevedeva che i profitti sarebbero stati stabili o in aumento l'anno successivo, mentre il 22% ha dichiarato che avrebbe concentrato i guadagni sugli aumenti salariali.

Il sondaggio aziendale Reuters, condotto per Reuters da Nikkei Research tra il 22 novembre e il 2 dicembre, ha interpellato 495 grandi aziende giapponesi non finanziarie a condizione di anonimato, per consentire loro di parlare più liberamente.