Clima: Cattive notizie? Buone notizie! Cieli tersi sui mercati finanziari grazie al ritorno di una buona vecchia abitudine: qualunque segnale che possa pesare sull'aumento dei tassi della FED è accolto positivamente. Un ambiente macroeconomico piuttosto debole innesca invariabilmente il ragionamento per cui "se la situazione peggiora, la FED dovrà limitare l'aumento dei tassi". Ci si aggrappa a quel che si può. Parallelamente, la speranza di un risveglio cinese dovuto all'alleggerimento dei confinamenti nel Paese crea un clima un po' più ottimista. Tassi: A inizio settimana i rendimenti americani hanno finto un calo, poiché gli investitori stimavano che la FED avrebbe addolcito il discorso dinanzi a dati economici meno sostenuti. Tuttavia, sono risaliti piuttosto velocemente con i 10 anni retribuiti attorno al 2,98%, contro il 2,73% della fine della scorsa settimana. Nel frattempo, le banchiere Loretta Master e Lael Brainard hanno comunicato che probabilmente a settembre sarà necessario aumentare nuovamente i tassi. I dieci anni tedeschi raggiungono l'1,27%, in Francia l'1,80% e in Italia il 3,4%. La BCE farà il punto sui suoi tassi la prossima settimana, mentre i mercati si aspettano che prepari il terreno per un aumento nella prossima riunione di luglio. Valute: Eccezion fatta per l'aumento del dollaro americano rispetto allo yen, in settimana non vi sono stati grossi scarti sulle principali coppie di valute. L'euro ha fatto su e giù per poi terminare su 1,0727 dollari, piuttosto vicino al livello dello scorso venerdì. Il Dollar Index è quasi invariato rispetto alla scorsa settimana, attorno ai 101,89 punti. Dal 1° gennaio, il biglietto verde guadagna il 13% sullo yen, l'8% sulla sterlina e il 6% sull'euro. Si noti che gli effetti di cambio non sono insignificanti per le aziende, persino per le multinazionali: questa settimana Microsoft ha rivisto al ribasso i suoi obiettivi a causa della forza del dollaro. Criptomonete: Se domenica sera dovesse chiudere al di sopra di 29.500 dollari, il bitcoin potrebbe porre fino a una serie di 9 settimane di calo consecutivo. Al momento in cui scriviamo è attorno ai 30.000 dollari. Dopo essersi sgravata di più del 30% della sua capitalizzazione sugli ultimi due mesi, la criptovaluta non è ancora fuori pericolo in questo contesto macroeconomico molto negativo. Nel mese di giugno potrebbe ancora mettere alla prova i nervi dei criptoinvestitori. Calendario: La BCE si riunisce giovedì 9 giugno per decidere l'orientamento della politica monetaria. L'indomani il Bureau of Labor Statistics pubblicherà le cifre dell'inflazione del mese di maggio negli Stati Uniti, che permetteranno di determinare se si è già raggiunto il punto più alto e a che ritmo si delinea la decrescita. A meno che... |