Nonostante le pubblicazioni trimestrali globalmente positive, i mercati europei hanno terminato la settimana con l'inasprimento della politica monetaria americana e i timori di ripercussioni economiche. È tornata l'avversione al rischio, ma queste tensioni di provenienza statunitense per adesso non hanno avuto una reale incidenza su Wall-Street, poiché i grandi indici hanno registrato perdite settimanali meno significative.
Variazioni settimanali*
FTSE-MIB
23475  -3.20%Grafico
STOXX EUROPE 600
429.91  -4.55%
Grafico STOXX EUROPE 600
S&P 500
4123.34  -0.21%
Grafico S&P 500
NIKKEI 225
27003.56  +0.58%
Grafico NIKKEI 225
GOLD
1882.99$  -0.75%
Grafico GOLD
LONDON BRENT OIL
112.60  +5.54%
Grafico LONDON BRENT OIL
EURO / US DOLLAR
1.06$  +0.15%
Grafico EURO / US DOLLAR
Top/Flop della settimana
  • Grifols (+16,40%): il gruppo approfitta dell'aumento nel volume di plasma sanguigno raccolto, che ha raggiunto livelli pre-pandemia nel primo trimestre. Inoltre, il mercato apprezza titoli di tipo difensivo, come quelli del settore sanitario.
  • Ubisoft (+14,70%): ancora più speculazione sul titolo già preso di mira la scorsa settimana a causa delle voci su un possibile interesse del private equity. Questa volta, fonti affidabili sostengono che i dirigenti-fondatori, la famiglia Guillemot, stiano discutendo con alcuni fondi per togliere il titolo dalla quotazione.
  • Occidental Petroleum (+13%): in questo 2022 il petrolio la fa da padrone sul mercato azionario. Il gruppo texano approfitta inoltre dell'ulteriore rafforzamento del capitale di Berkshire Hathaway, il veicolo d'investimento di Warren Buffet, che è salito al 15,2% del capitale.
  • Advanced Micro Devices (+10%): l'azienda produttrice di semiconduttori, grande rivale di Intel, questa settimana ha pubblicato risultati trimestrali superiori alle aspettative. A lungo considerata gregario piuttosto che leader, l'azienda sta modificando la propria immagine dinanzi alla comunità finanziaria.
  • TotalEnergies (+7%): la principale compagnia petrolifera francese continua a beneficiare delle eccellenti performance del settore, i cui rappresentanti hanno nuovamente annunciato risultati record. L'azienda aveva già pubblicato cifre nettamente superiori a quanto previsto nel primo trimestre.
  • Lyft (-32%): nella sola sessione di mercoledì il titolo ha perso il 30% a seguito di previsioni di utili decisamente inferiori alle aspettative per il secondo trimestre. Anche Uber va sulla stessa strada (-15%).
  • Zalando (-16%): per la prima volta nella sua storia, nel primo trimestre 2022, lo negozio online tedesco ha avuto una contrazione dell'attività.
  • Pandora (-15%): nonostante il trimestre record, la gioielleria danese è stata severamente sanzionata a causa delle previsioni confermate ma "sottomesse a una grande incertezza".
  • Hermès International (-12%): la società paga a caro prezzo, come il resto del settore del lusso, le nuove misure di confinamento in Cina. Il livello di valorizzazione della marca francese la rende una vittima designata dalla corsa degli investitori verso la sobrietà borsistica.
  • Segro (-11%): la società immobiliare specializzata nei magazzini logistici è stata penalizzata dalle informazioni poco rassicuranti dei venditori online, al cui vertice spicca Amazon, il cui titolo è sprofondato dopo risultati un po' corti rispetto alle aspettative.
Grafico Materie Prime
Materie prime

L'entusiasmo all'acquisto sui mercati petroliferi rimane intatto grazie al sostegno di un potenziale embargo del petrolio russo in Europa, al quale si oppongono solo pochi Paesi Membri, come l'Ungheria. L'OPEP+ ha deciso ancora una volta di attenersi alla roadmap aumentando leggermente la sua produzione, scelta rafforzata dai numerosi rischi che gravano sulla domanda. Il cartello allargato dovrebbe aumentare l'offerta di 432.000 barili al giorno dal mese di giugno, obiettivo che probabilmente non verrà raggiunto viste le già presenti difficoltà dell'OPEP+ a raggiungere le sue quote di produzione. Per quanto riguarda i prezzi, il Brent è quotato attorno ai 110 dollari il barile, mentre il riferimento americano, il WTI è attorno ai 109 dollari.

Settimana al ribasso per i metalli industriali, i cui prezzi rimangono sempre molto sensibili al blocco cinese dovuto al coronavirus. A tal proposito, la forte contrazione di aprile del PMI manifatturiero cinese ha confermato i timori sulla dinamica della domanda da parte del maggior consumatore di metalli a livello mondiale. Di conseguenza il rame è in calo a 9540 dollari, così come l'alluminio a 2916 dollari. Anche il nichel perde terreno a 30.190 dollari la tonnellata. Nonostante il netto aumento dell'avversione al rischio, il prezzo dell'oro fatica a risalire e rimane sotto il limite dei 1900 dollari l'oncia.

Il prezzo dei cereali rimane generalmente positivo. La carenza di pioggia in Europa potrebbe avere conseguenze sullo sviluppo delle coltivazioni, soprattutto quelle di grano e mais. A Chicago il prezzo del grano si riprende sui 1110 centesimi per bushel, mentre il mais perde quota a 780 centesimi.

Grafico Materie Prime
Macroeconomia

Clima: Detto fatto. Con la riunione di maggio, la Banca Centrale Americana ha aumentato i tassi di 50 punti, riconoscendo di fatto la necessità di contrastare con forza l'inflazione. La Fed continua con la sua stretta, ma per adesso non prevede nessuna accelerazione della cadenza, cioè il passaggio a un ritmo di 75 punti di base nella riunione di giugno. Gli investitori lo hanno interpretato come un segnale positivo... ma la gioia è durata poco. Sono subito giunti i timori sulle conseguenze economiche di una normalizzazione monetaria a ritmo forzato, tanto più che a inizio luglio la Fed comincerà a ridurre il proprio bilancio.

Tassi: Questa volta i rendimenti obbligazionari si sono ben integrati alla traiettoria politica monetaria americana. Il T-Bond 10 anni è al 3,12%, contro il 2,86% di una settimana fa. L'ascensione continua anche in Europa: il Bund tedesco 10 anni è quotato all'1,11%, l'OAT francese all'1,63% e il Gilt britannico quasi al 2%. Sul Bond italiano siamo su una redditività del 3,12%. Come previsto, la Banca d'Inghilterra ha aumentato i tassi questo giovedì. Per quanto riguarda la BCE, infuria il dibattito tra chi crede che debba affrettarsi a percorrere lo stesso cammino e chi teme che ciò possa provocare uno sbandamento economico.

Valute: Questa settimana vi è stato un calo della sterlina, poiché la Banca d'Inghilterra, aumentando i tassi, ha apertamente espresso i propri timori di recessione. L'euro rimane sotto pressione a 1,0565 dollari, anche se è a un livello leggermente superiore alla scorsa settimana.

Criptomonete: In questa depressione economica, il bitcoin, considerato un'attività a rischio, non scampa il nervosismo dei mercati. Sulla scia dei principali indici di riferimento americani, in particolare il Nasdaq con il quale è strettamente legato, questa settimana il prezzo della moneta digitale cala di oltre il 5% e torna ad aggirarsi attorno ai 36.000 dollari nel momento in cui scriviamo queste righe. Dopo sei settimane di abbassamento senza sosta, i bitcoiner stanno avendo vita dura.

Calendario: Nuovi episodi dell'inflazione statunitense di aprile nella prossima settimana, con i prezzi al consumo (mercoledì) e alla produzione (giovedì). Benché il mercato non abbia scartato che la Fed aumenti massivamente i tassi dello 0,75% nel mese di giugno, queste cifre avranno una forte influenza sugli investitori.

Grafico di Prezzo
E per un po' di aumenti di tassi in più
Il mercato si aspettava un aumento dei tassi, la FED lo ha confermato mercoledì sera alle 20,30. Sarà di 50 punti di base. L'inasprimento quantitativo si presenterà sotto forma di una riduzione mensile del bilancio di circa 47 miliardi di dollari a partire dal mese di giugno e a settembre accelererà a 95 miliardi di dollari al mese. La Fed spera che questa frenata al denaro gratuito permetta di sgonfiare l'inflazione che ha raggiunto apici da oltreoceano. Detto ciò, si può supporre che la Fed continui questa corsa in avanti e che possibilmente entro fine anno vi siano ancora cinque aumenti dei tassi di 50 punti. A metà settimana, dopo aver superato l'incertezza dei 75 punti, il mercato ha reagito piuttosto bene. Ma ci hanno subito pensato i venditori. Diversi indici occidentali hanno rotto i supporti tecnici, accelerando il calo di questa settimana. Il panico si fa sentire. Siamo forse dinanzi all'inizio di un sell-off? O le cattive notizie sono già sul mercato? Ancora una prospettiva da bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. La buona notizia è che nel weekend i mercati sono chiusi, nessun rischio di sell-off fino a lunedì.
Buon weekend a tutti gli investitori!
*La performance settimanale degli indici e delle azioni si riferisce al periodo che va dall'apertura dei mercati il lunedì alla preparazione di questa newsletter il venerdì.
La performance settimanale di materie prime, metalli preziosi e valute si riferisce a un periodo di 7 giorni da un venerdì al successivo, fino alla preparazione di questa newsletter. Tali attività continuano la loro quotazione nei weekend.