Ancora una volta una settimana in cui i mercati finanziari hanno subito diversi scossoni; l'inflazione rimane ai massimi e le banche centrali, una dopo l'altra, hanno deciso di aumentare drasticamente i tassi (Fed +0.75%, BNS +0.50%, BoA +0.25%).
Variazioni settimanali*
STOXX EUROPE 600
403.25  -4.60%
Grafico STOXX EUROPE 600
S&P 500
3674.84  -5.78%
Grafico S&P 500
NIKKEI 225
25963.00  -6.69%
Grafico NIKKEI 225
GOLD
1839.30$  -2.00%
Grafico GOLD
LONDON BRENT OIL
113.14  -5.83%
Grafico LONDON BRENT OIL
EURO / US DOLLAR
1.05$  +0.07%
Grafico EURO / US DOLLAR
Top/Flop della settimana
  • Go-Ahead (+33%): La società britannica che opera nel settore dei trasporti in autobus ha accettato un'offerta di acquisto in contanti proveniente dal consorzio tra la società di autobus australiana Kinetic e il gruppo d'infrastrutture di trasporto spagnolo Globalvia Inversiones per circa 650 M£, ovvero 1500 GBp l'azione integrando il dividendo.
  • Flughafen Wien (+24%): Il fondo pensionistico australiano IFM Global Infrastructure Fund proporrà un'offerta pubblica di acquisto obbligatoria a 33 euro l'azione per l'operatore di Vienna, dopo essere risalita a più del 40% del capitale.
  • Frontier Developments (+19%): L'editore di videogiochi ha comunicato che i propri ingressi per l'anno 2021/2022 hanno raggiunto cifre record a seguito di un'importante crescita. La direzione ritiene che sia possibile una crescita media annuale del 20% sul medio termine.
  • Fedex (+10%): L'americana ha aumentato il dividendo trimestrale del 53% e ha aggiunto due amministratori al consiglio d'amministrazione dopo un accordo con l'azionista e investitore attivista D.E. Shaw. Per gli investitori è un segnale positivo per lo sviluppo dell'azienda.
  • Fresnillo (+7%): L'avversione al rischio giova al gruppo britannico specializzato nella produzione dei metalli preziosi, benché l'oncia d'oro fatichi a risollevarsi stabilmente. La società realizza il 45% della sua attività nell'oro e il 40% nell'argento.
  • Atos (-39%): Gli azionisti del gruppo informatico francese bevono fino in fondo il calice dell'amarezza. Non solo il piano di scissione comunicato a inizio settimana non convince, ma per di più, il direttore generale appena nominato ha gettato la spugna. Da Atos rien ne va plus.
  • Asos (-31%): Il negozio britannico di moda online riduce le previsioni annuali. Tutto il settore dei negozi online soffre l'aumento dei costi e la diminuzione del potere d'acquisto. Simili preannunci provengono in settimana anche dalla concorrente Boohoo.
  • Valneva (-24%): Il laboratorio francese ha fatto sapere che il suo vaccino contro il Covid non sarà redditizio senza un minimo di ordini garantiti dall'UE, che la sta tirando per le lunghe. Allo stesso tempo, si è raggiunto un accordo amichevole con l'esecutivo britannico nel contenzioso sullo stesso vaccino. E pensare che Valneva ci ha pensato un bel po' prima di buttarsi nell'avventura...
  • Just Eat Takeaway (-23%): Il settore della consegna di cibo a domicilio è nel bel mezzo di una tempesta tra aumento dei costi, manodopera che scarseggia e clienti meno propensi a spendere. Neppure le voci sull'offerta d'acquisto della filiale Grubhub tramite fondi d'investimento hanno migliorato la situazione: le proposte giravano attorno a 1 Md$, mentre due anni fa Just Eat ha acquistato la società a 7,3 Mds$.
  • Royal Caribbean (-23%): A dura pena ripresosi dalla pandemia, il settore delle crociere è colpito dai timori sul rallentamento economico che rischia di spingere le classi medie ad allontanarsi dai passatempi onerosi.
  • Getinge (-20%): L'azienda svedese specializzata in attrezzature mediche ha ridotto le previsioni per il 2022 a causa delle difficoltà nell'approvvigionamento e degli sbocchi meno dinamici del previsto.
  • Block (-20%): La società madre di Square continua a subire la pressione dell'arrivo di Apple nel "BNPL" (Buy Now, Pay Later, ovvero "Compra ora, paga dopo"). Inoltre, il contesto rimane poco favorevole ai titoli tecnologici, soprattutto per le fintech.
  • Volvo Car AB (-15%): Questa settimana il settore automobilistico ha sofferto i timori del rallentamento economico. La svedese più di altre, a maggior ragione dopo che venerdì la raccomandazione di BND è passata da Hold a Sell con un prezzo obiettivo abbassato da 74 a 62 SEK.
  • Siemens Healthineers (-13%): Nonostante durante la pandemia fosse tra i figli prediletti della quotazione e i suoi membri generosamente valorizzati, i segnali inviati da Getinge hanno smorzato gli entusiasmi di tutto il settore.
  • Philips (-12%): Anche l'azienda olandese paga i commenti di Getinge. Subisce inoltre la raccomandazione di UBS da Neutral a Sell, passando da 26 a 18 euro. "Abbassiamo la raccomandazione a Sell poiché ci aspettiamo un'ulteriore riduzione degli EPS e pensiamo che i contenziosi e i problemi legati alla FDA dureranno più del previsto", scrive l'analista.
Grafico Materie Prime
Materie prime

Petrolio: I prezzi hanno raggiunto l'apice a causa dei timori degli operatori di una contrazione dell'economia mondiale a seguito del brusco aumento dei tassi della Fed. Tuttavia, nei fatti, nel 2023 la domanda del petrolio dovrebbe crescere a un ritmo ancora più sostenuto; o perlomeno questo è lo scenario previsto dall'Agenzia internazionale dell'energia, che ha recentemente presentato le revisioni per il prossimo anno. L'istituto va diretto al punto: lo squilibrio tra domanda e offerta si accentuerà a causa delle limitazioni dovute agli approvvigionamenti. In un contesto simile, attingere dalle riserve strategiche per aumentare l'offerta è una soluzione effimera, i cui effetti sui prezzi si attenueranno prima o poi. A livello di prezzi, il petrolio cala rispetto alla settimana precedente, con un Brent del Mare del Nord a 114 dollari il barile e un petrolio light americano WTI a 110 dollari.

Metalli: Nonostante i buoni dati economici in Cina, dove le statistiche di produzione e consumo di maggio sono state migliori del previsto, il prezzo dei metalli industriali ha continuato a diminuire. Il rame è sceso a 9100 dollari per tonnellata metrica, ovvero un calo di quasi il 15% dal livello massimo annuale raggiunto a marzo. Per quanto riguarda l'oro, l'inasprimento della politica monetaria della Riserva Federale ha pesato sul prezzo del metallo dorato, che è quotato sui 1845 dollari.

Prodotti agricoli: A Chicago il clima è guardingo e negli ultimi cinque giorni il prezzo del grano ha fluttuato solo leggermente. La quantità di cereali destinata all'esportazione e bloccata in Ucraina a causa della guerra potrebbe triplicarsi entro fine anno, fino a raggiungere i 75 milioni di tonnellate, secondo i dati ucraini. Tuttavia, il prezzo del mais è tornato a crescere, tornando vicino agli 800 centesimi per staio. 

Metalli: Nonostante i buoni dati economici in Cina, dove le statistiche di produzione e consumo di maggio sono state migliori del previsto, il prezzo dei metalli industriali ha continuato a diminuire. Il rame è sceso a 9100 dollari per tonnellata metrica, ovvero un calo di quasi il 15% dal livello massimo annuale raggiunto a marzo. Per quanto riguarda l'oro, l'inasprimento della politica monetaria della Riserva Federale ha pesato sul prezzo del metallo dorato, che è quotato sui 1845 dollari.

Prodotti agricoli: A Chicago il clima è guardingo e negli ultimi cinque giorni il prezzo del grano ha fluttuato solo leggermente. La quantità di cereali destinata all'esportazione e bloccata in Ucraina a causa della guerra potrebbe triplicarsi entro fine anno, fino a raggiungere i 75 milioni di tonnellate, secondo i dati ucraini. Tuttavia, il prezzo del mais è tornato a crescere, tornando vicino agli 800 centesimi per staio. 

Grafico Materie Prime
Macroeconomia

Clima: Tanta fatica. L'austera politica di questa settimana da parte delle banche centrali, la Fed, la Banca d'Inghilterra e anche la Banca nazionale svizzera, ha sfiancato gli investitori. La determinazione dei grandi finanziatori mondiali a chiudere il rubinetto alla liquidità, fa temere una recessione, man mano che si delinea lo shock della domanda (gli ultimi indicatori negli Stati Uniti e in Europa non sono affatto incoraggianti). Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, gli investitori incroceranno le dita affinché la lotta contro l'inflazione non prenda una brutta piega. Cercheranno inoltre di determinare il punto d'inflessione dal quale le banche centrali considereranno che le loro politiche sono troppo restrittive e ricominceranno ad andarci più leggeri. Ma pare ovvio che manchi ancora del tempo.

Tassi: Settore con molta agitazione durante la settimana, su entrambe le coste dell'Atlantico. In Europa lo spread tra i titoli di stato tedeschi e quelli italiani ha raggiunto un divario così grande a inizio settimana da far tornare fantasmi del 2010-2012. Mercoledì la BCE è stata obbligata a convocare una riunione d'emergenza per annunciare che avrebbe messo in atto un programma speciale contro la "frammentazione" della zona euro. In altre parole, evitare che gli investitori scappassero nei Paesi del sud e si rifugiassero in quelli del nord, ritenuti più solidi. È riuscita nel suo intento, poiché il divario tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi è tornato a meno di 200 punti (1,67% su 10 anni per una e 3,61% per l'altra). Anche la redditività delle obbligazioni greche si è ridotta considerevolmente. Negli Stati Uniti, c'è stato un su e giù della redditività man mano che le previsioni si muovevano sulle intenzioni della Fed. Verso la fine della settimana, l'inversione della curva dei tassi è sparita e i 10 anni si sono accomodati al 3,2%.

Valute: Nel corso della scorsa settimana, il dollaro ha avuto una ripresa rispetto al rublo, ma la moneta russa rimane al di sopra del suo livello prima dell'invasione dell'Ucraina, che di per sé è già un evento. La ripresa della valuta russa, dopo gli sforzi di Mosca per farsi pagare in rubli dai creditori, ha portato la banca centrale del Paese a ridurre i tassi, non propriamente tipico di questi tempi. Attualmente ci vogliono 55,50 RUB per 1 USD. Lo scorso 13 marzo erano 133 RUB per 1 USD. Parallelamente, il Giappone continua la sua politica accomodante, mantenendo il dollaro sui 135 JPY, il miglior livello del millennio. Concludiamo con la ripresa a sorpresa dei tassi della Banca nazionale svizzera, che ha ricondotto il franco a 1,0112 CHF per 1 EUR, ovvero un aumento del 2% sulla settimana.

Criptovalute: Dal canto suo, il bitcoin ha subito una settimana sanguinosa. Questa settimana la valuta digitale si è alleggerita del 20% della sua capitalizzazione e torna a gravitare sui 21.000 dollari nel momento in cui scriviamo. Una zona di prezzo che rappresenta l'apice del prezzo del bitcoin come nel rally rialzista del 2017. Dopo aver perso il 70% della capitalizzazione dall'apice storico dei 69.000 dollari lo scorso novembre, il calo potrebbe prolungarsi ulteriormente a causa dell'attuale inflazione, inedita nella storia dell'asset digitale. 

Calendario: La settimana inizia con un giorno festivo per gli Stati Uniti (Juneteenth). Sul resto della settimana ci saranno diversi interventi delle banche centrali, troppi per citarli tutti. La Fed, la BCE e la BoA avranno così modo di perfezionare i propri discorsi. Giovedì sarà consacrato agli indicatori PMI del mese di giugno. Permetteranno di vedere fino a che punto la situazione attuale colpisca i responsabili degli acquisti.

Grafico di Prezzo
Nessuna tregua nella tempesta
Questo clima febbrile ricorda ai veterani del settore alcuni episodi complicati degli ultimi venti anni. I nuovi arrivati, che invece hanno sperimentato solo i mercati rialzisti degli ultimi tempi, si trovano dinanzi a una crisi conosciuta solo tramite i libri di economia. Ma possono rimanere sereni, ci siamo passati tutti ed è un'esperienza formativa: c'è una grande differenza tra vivere gli eventi in prima persona o studiarli su un manuale. Le banche centrali sono più che mai al centro dell'azione e di diverse polemiche. La Fed è ancora in controtempo avendo reagito tardi all'arrivo dell'inflazione? La BCE fa bene a temporeggiare? La macroeconomia continuerà a farla da padrone, prima dell'arrivo dei risultati delle aziende a partire da metà luglio, che apporteranno probabilmente una certa calma dopo la tempesta.
Buon weekend a tutti gli investitori.
*La performance settimanale degli indici e delle azioni si riferisce al periodo che va dall'apertura dei mercati il lunedì alla preparazione di questa newsletter il venerdì.
La performance settimanale di materie prime, metalli preziosi e valute si riferisce a un periodo di 7 giorni da un venerdì al successivo, fino alla preparazione di questa newsletter. Tali attività continuano la loro quotazione nei weekend.