ROMA (MF-DJ)--È una partita da 60 milioni di euro. È lo scoglio su cui si è infranta (per ora, sostiene il ministro del Lavoro) la possibilità di prorogare lo smart working a favore dei lavoratori fragili ed i genitori di under 14.

Il ministro del Lavoro, scrive La Stampa, in un comunicato del 29 luglio aveva fatto sapere di aver proposto la proroga in vista del varo del nuovo decreto «Aiuti», ma nel testo finale del provvedimento varato poi giovedì scorso poi non è stato previsto nulla, nonostante anche in Consiglio dei ministri Orlando avesse continuato ad insistere.

L'ostacolo principale è venuto dalla Ragioneria generale dello Stato, che per una misura del genere (l'ipotesi erano tre mesi di proroga) ha stimato, appunto, un costo di 60 milioni di euro. Questo perché nel settore privato se il lavoratore fragile non può accedere al lavoro agile, perché ad esempio la mansione che svolge prevede la presenza, la sua assenza viene equiparata ad un ricovero ospedaliero, con tutti i relativi costi a carico dello Stato. Nel settore pubblico, invece, occorre quantomeno prevedere l'assunzione di supplenti nella scuola per coprire gli eventuali vuoti di organico, aumentando ulteriormente l'onere di questa misura. Ma poi c'è anche un problema di consenso, evidentemente, come sabato ha ammesso lo stesso titolare del Lavoro in un post su Facebook, perché in una manovra da 17 miliardi di euro in fin dei conti 60 milioni sono una cifra importante ma non impossibile da reperire. E giovedì scorso questi 60 milioni non son stati trovati.

Anche per questi soggetti, però, in assenza di uno specifico accordo sul lavoro agile, a fine mese si dovrà tornare in presenza.

Nonostante le richieste dei sindacati, infatti, anche la procedura d'emergenza applicata in tanti luoghi di lavoro a causa del Covid termina. Resta in piedi la sola modalità semplificata relativa alle comunicazioni devono effettuare al Ministero.

Dopo aver tanto insistito ed aver speso la propria parola, però, Orlando non cede. «Come è noto - ha detto Orlando - ho proposto una norma per la proroga in diverse occasioni e anche nel caso del Dl Aiuti-bis», quindi «ho ripresentato una proposta e sostenuto in Consiglio dei ministri un intervento in questa direzione a tutela dei più fragili e dei genitori con figli piccoli, che fino ad oggi hanno avuto la possibilità di organizzare il lavoro con modalità agile senza conseguenze per la produttività e per le mansioni lavorative. Nel Consiglio dei ministri di giovedì purtroppo non si è trovato il necessario consenso - ha concluso Orlando - ma non demordo e continueremo a intervenire nuovamente in sede di conversione del Decreto Aiuti-bis».

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0809:24 ago 2022


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