MILANO (MF-DJ)--Inizia a tornare il sereno sopra Officine Maccaferri. Nella sera del 5 ottobre il Tribunale di Bologna ha ammesso l'azienda di Zola Pedrosa al concordato preventivo, rinnovando così le speranze di chiudere in tempi brevi l'iter aperto ufficialmente il 20 maggio 2020.
Adesso la palla passerà ai creditori, che si riuniranno dinanzi il Tribunale il 16 febbraio e che, in caso (molto probabile) di voto favorevole, assicurerebbero l'omologa del concordato già in primavera, rilanciando il gruppo finito nel vortice della crisi che ha avvolto l'intera galassia Maccaferri. A dare respiro a Officine (assistita da Rothschild e dagli advisor legali Studio Trombone e Studio Zoppini) sono stati anche i due finanziamenti paritetici erogati, il 28 luglio, da Banca Privata Leasing e Solution Bank, per 20 milioni di euro complessivi, proprio con l'obiettivo di fornire il mantenimento della continuità della società di Zola Pedrosa a cui è stata fornita la liquidità necessaria fino all'ottenimento dell'omologa del concordato.
Il piano è strutturato su un aumento di capitale da 60 milioni, tramite un prestito ponte super senior, che sarà effettuato da Ad Hoc Group, la cordata capitanata dal fondo Carlyle e che comprende anche Man Glg e Stellex Capital, che a fine 2020 ha vinto l'asta in Tribunale per rilevare Officine Maccaferri a fronte di 9,3 milioni di euro. In base al piano di concordato, le banche individuate come strategiche verranno rimborsate integralmente, mentre gli altri istituti di credito saranno rimborsati parzialmente, così come gli altri creditori (a parte appunto quelli privilegiati). Quanto al bond da 190 milioni, di cui Ad Hoc Group riuscì a ottenere il 54% prima dell'asta di Officine, sarà sostituito da una nuova obbligazione, di valore più basso e dalla durata più lunga. Quest'ultima è legata a doppio filo con l'iniezione di capitale da 60 milioni e sarà quotata, secondo i piani, presso l'Mtf della Borsa di Vienna o altre borse.
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(END) Dow Jones Newswires
October 07, 2021 02:06 ET (06:06 GMT)
