Energia: in questo inizio anno i prezzi del petrolio sono tornati a salire grazie al contesto di domanda favorevole negli Stati Uniti, dove ci si prepara per un'ondata di freddo proveniente dall'Artico. Oltre alla domanda, anche l'offerta di petrolio statunitense potrebbe subire un impatto temporaneo, in particolare in Texas. In termini di prezzi, il Brent è scambiato a 77 dollari, mentre il WTI si aggira intorno ai 74 dollari. Sempre in tema di energia, il prezzo del gas naturale ha subito un forte aumento in Europa: il TTF di Rotterdam è passato da 40 a 50 euro/MWh in 15 giorni. Inoltre, la scorsa settimana, il flusso di gas russo attraverso l'Ucraina si è definitivamente concluso a seguito della scadenza del contratto firmato tra i due Paesi.
Metalli: un nuovo anno, ma lo scenario centrale rimane lo stesso... La comunità finanziaria attende ulteriori stimoli economici dalla Cina prima di tornare ad avere una posizione positiva sui metalli industriali. Gli ultimi dati economici e l'obiettivo di crescita del 2025 fissato da Pechino non suscitano alcun entusiasmo. Una tonnellata di rame viene scambiata a Londra a 8.800 dollari (prezzo spot). Per quanto riguarda il metallo prezioso per eccellenza, l’anno inizia con una tendenza al rialzo, nonostante l'apprezzamento del biglietto verde: un'oncia d'oro è attualmente scambiata a circa 2.640 dollari.
Prodotti agricoli: a Chicago il prezzo del mais continua a salire, sostenuto dalle preoccupazioni per l'offerta russa, mentre le esportazioni americane rimangono elevate, secondo i dati del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti. Il mais ha raggiunto i 460 centesimi per bushel (contratto di marzo 2025), un livello che non si vedeva dal giugno 2024.