Energia: questa settimana i prezzi del gas in Europa hanno raggiunto il livello più alto da ottobre 2023. I contratti futures in Europa (Rotterdam TTF) sono aumentati di oltre il 6%, chiudendo sopra i 52 euro/MWh. Questo incremento è dovuto a impreviste interruzioni dell'offerta, mentre allo stesso tempo si prevede un aumento della domanda con l'abbassamento delle temperature. I livelli di stoccaggio del gas nell'UE si attestano attualmente intorno al 55%, al di sotto della media quinquennale del 62%. Il mercato petrolifero continua il suo declino, in particolare a causa delle incertezze sulle politiche tariffarie statunitensi, che potrebbero limitare l'offerta di petrolio. In questo contesto, l'aumento delle scorte settimanali negli Stati Uniti ha aggiunto ulteriore pressione al ribasso sui prezzi. I dati dell'EIA hanno mostrato un aumento di 3,5 milioni di barili delle scorte commerciali di greggio americane, superiore alle aspettative. In termini di prezzi, il Brent è in calo a 75,90 dollari, mentre il WTI si aggira intorno ai 72,60 dollari.
Metalli: questa settimana, a Londra, il prezzo dell'alluminio è salito in seguito alla proposta dell'Unione Europea di eliminare gradualmente le importazioni dalla Russia. Non è stato così per il barometro dell'economia globale, il rame, che ha subito pressioni di vendita dopo che il Presidente Trump ha minacciato di introdurre tariffe su diversi metalli, tra cui il rame, nel tentativo di stimolare la produzione statunitense. Anche gli scarsi dati economici cinesi hanno pesato sull'andamento. A gennaio vi è stato un peggioramento degli indici PMI manifatturiero e non manifatturiero, chiaramente non un segnale positivo per il consumo di metalli industriali. L'oro ha sfondato la barriera dei 2.800 dollari l'oncia, spinto dall'incertezza legata ai dazi imposti da Donald Trump: queste tensioni commerciali, accompagnate dalla diminuzione dei rendimenti obbligazionari, rafforzano l'attrattiva dell'oro.
Prodotti agricoli: i futures del caffè hanno toccato nuovi massimi, spinti dalle condizioni climatiche sfavorevoli nelle principali regioni produttrici e dal calo delle scorte mondiali. Il Brasile ha rivisto al ribasso la produzione nazionale a causa delle alte temperature. A Chicago anche i cereali hanno risentito delle preoccupazioni doganali degli Stati Uniti. I prezzi sono saliti e scesi di pari passo con gli annunci. Il mais viene scambiato a circa 480 centesimi per bushel (contratto con scadenza marzo 2025), contro i 555 centesimi del grano.
