MILANO (MF-DJ)--È stata una settimana nervosa sui mercati azionari, già scossi venerdì 26 novembre dall'insorgere della nuova variante Covid battezzata Omicron. Poi, a inizio settimana, il ceo di Moderna ha infierito sui nervi degli investitori avanzando il dubbio che i vaccini potrebbero essere meno efficaci contro la sudafricana. E, come se non bastasse, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha affermato che la Fed discuterà a dicembre l'opportunità di accelerare la riduzione degli stimoli monetari in risposta all'inflazione. «Tutto questo», dice Ken Fisher, «può solo creare volatilità, ma non deragliare il rialzo di borsa, che probabilmente andrà avanti ancora per almeno un paio d'anni». Ken Fisher è il fondatore della società d'investimento Fisher Investments, che oggi gestisce circa 200 miliardi di dollari. Fisher è anche un noto opinionista su molti giornali internazionali e autore di 11 libri, di cui quattro sono stati best seller nella lista del New York Times.

Domanda. Mr. Fisher, nell'ultima settimana i mercati azionari sono finiti di nuovo sull'ottovolante. C'è da preoccuparsi?

Risposta. Dal mio punto di vista no. La volatilità è un'eccellente notizia perché mantiene l'euforia sotto controllo. La borsa è orientata al rialzo e anche io sono in un mercato rialzista. I saliscendi del Covid, la variante Omicron, l'inflazione, sono tutte preoccupazioni a cui abbiamo fatto il callo, oppure preoccupazioni di minore importanza. Wall Street è disseminata di cosiddetti esperti che cercano di indovinare tutti gli zigzag del mercato causati dal bombardamento quotidiano di notizie. Ma, in genere, è un arte a perdere.

D. Quindi la nuova ondata di Covid e l'emergere della variante Omicron non la inquietano come investitore?

R. No. Però non mi fraintenda: da un punto di vista umano, della morte e della sofferenza, sì, sono preoccupato. Ma, come investitore abbiamo imparato a convivere col virus e questi apici di paura si ripetono periodicamente. Ricordi: per avere un profondo e duraturo ribasso di borsa occorrono dei fatti inaspettati di grande rilevanza, che prendono in contropiede gli investitori. Il resto è già scontato nei prezzi. Quello di cui si parla continuamente è già scontato nei prezzi.

D. Il mercato azionario ha anche subito un ribasso il giorno in cui il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha annunciato che la riduzione degli stimoli monetari sarà probabilmente più rapida del previsto perché l'inflazione pare più pervicace di quanto ci si attendesse.

R. Di nuovo: si parla di inflazione da mesi, non la vedo come una notizia fresca; è già scontata nei prezzi. Poi io penso che la fine del quantitative easing (l'acquisto da parte della banca centrale di titoli del debito a lungo termine e altre forme di debito ndr.) sia un bene per l'economia.

D. Può spiegarlo meglio?

R. Col quantitative easing, le banche centrali acquistano titoli del debito di lungo termine e in questo modo riducono il divario tra i tassi a breve termine e quelli a lungo termine. Ma così facendo mettono in difficoltà le banche. Le banche, per definizione, si indebitano a breve termine e prestano a lungo termine. Siccome col quantitative easing non c'è molta differenza tra i tassi d'interesse a breve termine e quelli a lungo termine, le banche non riescono a guadagnare e sono poco incentivate a prestare denaro al settore privato. No, il quantitative easing non funziona. Non ha mai funzionato in Giappone, ha messo in difficoltà le banche europee per anni, e in Usa ha portato a una crescita economica blanda tra il 2009 e il 2020.

D. Quindi lei vede favorevolmente l'annuncio di una rapida riduzione del quantitative easing da parte della Federal Reserve?

R. Assolutamente sì. Sarà una mossa espansiva per l'economia e gli affari, perché le banche saranno di nuovo incentivate a prestare denaro al settore privato.

D. A che punto è il rialzo di borsa? Negli Stati Uniti gli indici sono in rialzo praticamente dal 2009, intervallati da periodici attacchi di panico, e dal crollo accusato in reazione alla prima epidemia di Covid nell'inverno del 2020.

R. Il ribasso dell'inverno 2020 fu rapidissimo e profondo, superando la soglia del 20% che di solito ci fa parlare di mercato ribassista. Ma si è trattato di un caso eccezionale. La borsa è precipitata a sasso e poi, da marzo 2020, è risalita altrettanto velocemente. Io la considero una correzione, più che un mercato ribassista. La distinzione è importante perché vuol dire che non siamo all'inizio di un nuovo rialzo, ma nella fase matura del rialzo incominciato nel 2009. Questo ha delle implicazioni sui titoli da scegliere per il proprio portafoglio.

D. Quali sono le implicazioni? Che titoli sovrappesa e che titoli sottopesa?

R. Siccome siamo nella fase matura del rialzo, le azioni che tipicamente vanno bene sono le grandi società della crescita. Hanno margini di guadagno ampi e stabili. Sono nomi familiari al pubblico. E coloro che temono imminenti ribassi, preferiscono investire in questi titoli piuttosto che avventurarsi su nuove scommesse.

D. Quindi preferisce tuttora le big tech americane?

R. Sì, preferisco le grandi società della crescita, che in questo momento sono rappresentate soprattutto dai giganti della tecnologia. Ciò vuol dire che sono sovrappesato sull'America, dove ha sede la maggior parte di questi colossi. L'Europa ha meno grandi gruppi, quindi sono automaticamente meno esposto. Ciò non vuol dire però che l'Europa azionaria andrà male, bensì solo meno bene dell'America.

D. Oltre alla tecnologia che cosa le piace?

R. Ripeto, in questa fase, grande è meglio di piccolo. Mi piace anche il lusso francese e italiano, l'hardware e la componentistica in Asia, i big della sanità e della farmaceutica in Svizzera e nel Regno Unito.

D. Quali saranno i comparti azionari meno brillanti?

R. In questa fase non mi piacciono i settori difensivi, quindi le utility, le materie prime, le banche, l'energia, i Reits immobiliari.

D. Immagino che questo abbia conseguenze anche sulle aree geografiche che lei sta sovrappesando e sottopesando.

R. Sì. Per le ragioni che abbiamo elencato l'America è la mia prima scelta, come culla della tecnologia. Mentre i mercati emergenti sono quelli che preferisco meno, perché dominati dai titoli delle materie prime, delle banche e delle infrastrutture.

D. Quanto tempo andrà avanti il rialzo di borsa?

R. Penso che i prossimi due anni saranno ricchi di soddisfazioni.

D. Perché?

R. Nel 2022 in America si vota per rinnovare il parlamento. Sarà una vittoria annunciata dei Repubblicani. Di solito il partito del presidente in carica perde le elezioni per il rinnovo del parlamento. Questo creerà una situazione di stallo, con il presidente di un colore politico e il parlamento di colore contrario. E' una cosa che piace molto alla borsa, perché vuol dire che ci saranno poche sorprese. Per cui i primi mesi del 2022 potrebbero essere altalenanti per le incertezze che portano alle elezioni. Poi dovremmo avere una seconda parte dell'anno molto forte, una volta che lo stallo politico verrà confermato.

D. Si arriverebbe così al 2023. Cosa suggerisce la sua sfera di cristallo?

R. Il 2023 sarà il terzo anno del ciclo presidenziale di Biden. I terzi anni sono quasi sempre fortissimi per la borsa: non c'è stato un terzo anno negativo nella storia americana dal 1939, quando il Paese entrò in guerra, ma pure in quel caso fu un modestissimo -0,9%.

D. Cosa dovremo monitorare nei prossimi mesi e nel prossimo biennio?

R. Direi soprattutto l'umore degli investitori. A inizio 2021 sembrava che l'euforia divenisse eccessiva per l'effetto delle cripto valute, le ondate di acquisti dei piccoli investitori sulle meme-stock (come Gamestock Corporation), il boom delle spac (Special Purpose Acquisition Company) eccetera. Ma questi momenti eccessivi di entusiasmo sono rientrati. Siccome siamo in una fase avanzata del rialzo azionario, è normale che l'umore sia positivo, ancora meglio se intervallato da attacchi di panico. Poi dovremmo avere la fase finale del rialzo, che sarà contraddistinta da un'esplosione di entusiasmo verso la borsa, e allora sarà la fine del rialzo. Come disse il celebre investitore John Templeton, i mercati rialzisti nascono nel pessimismo, crescono nello scetticismo, maturano nell'ottimismo e muoiono nell'euforia. Adesso siamo all'ottimismo, ma non ancora all'euforia.

red

MF-DJ NEWS

0609:13 dic 2021

(END) Dow Jones Newswires

December 06, 2021 03:14 ET (08:14 GMT)