MILANO (Reuters) -Mfe-MediaforEurope esclude al momento una fusione con Prosiebensat.1 o un'Opa sul gruppo tedesco, ma è fiduciosa in una cooperazione più stretta tra le due emittenti.

Mfe, ex Mediaset, ha nel tempo raggiunto una partecipazione potenziale fino al 29,9% nella concorrente di Monaco di Baviera nell'ambito di un piano di consolidamento del settore televisivo in Europa.

"Per ora, onestamente, non possiamo parlare di una fusione e sarebbe assurdo parlare di un'offerta pubblica di acquisto", ha dichiarato il manager nel corso di un incontro con la stampa, sottolineando che il presidente del supervisory board di Prosieben ha mostrato maggior apertura nei confronti dell'azionista italiano.

L'amministratore delegato del gruppo, che questa settimana ha annunciato il prossimo completamento dell'integrazione con Mediaset Espana, ha definito "terribile" la strumentalizzazione della storia politica di suo padre, da parte dei media e di alcuni politici tedeschi, usata come una sorta di pretesto per ostacolare i progetti di Mfe, che vuole agire "nell'interesse di tutti gli azionisti".

Il direttore finanziario Marco Giordani, parlando allo stesso evento, ha spiegato che in vista dell'assemblea di maggio, che prevede il rinnovo di tre membri del supervisory board, Mfe esclude di presentare delle candidature ostili a quelle dello stesso supervisory board ma confida nel fatto che possa esserci spazio per un suo rapprsentante.

Giordani ha poi confermato che Berlusconi intende ristrutturare la quota in Prosiebensat.1, convertendo la quota detenuta tramite derivati, in azioni, dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni dalle autorità regolatorie.

Tornando a Mfe, Berlusconi si è poi detto soddisfatto della chiusura dell'anno, spiegando che l'impatto dei mondiali di calcio trasmessi sulla Rai è stato limitato.

Relativamente ai rapporti con Vivendi, che è ancora presente nell'azionariato di Mfe e con cui l'ex Mediaset ha chiuso nel 2021 un accordo di "buon vicinato" dopo anni di battaglie legali, Berlusconi li ha definiti normali, nel rispetto del patto che prevede la loro non interferenza in questioni industriali.

Sull'uscita di Vivendi dall'azionariato, Berlusconi si è limitato a dire che è una scelta che spetta a Vivendi, e che la decisione sarà dettata presumibilmente dall'andamento del mercato.

(Elvira Pollina, in redazione Claudia Cristoferi, editing Sabina Suzzi, Stefano Bernabei)