Di Bepi Pezzulli- direttore del think tank Italia Atlantica

MILANO (MF-DJ)--Nella XVIII legislatura parlamentare e nella XVI consiliatura comunale non è stato possibile cogliere le opportunità a cui Milano ha diritto, come è stato ripetutamente segnalato nelle varie edizioni dell'evento Milano Capitali organizzate da MF-Milano Finanza. L'importanza di Milano non può e non dev'essere sottovalutata sia a Roma che a Milano.

Entro il 2030 più del 50% del pil mondiale verrà prodotto in sole 400 città globali. Questo processo già da tempo impone a investitori e responsabili politici di analizzare il mondo non come una comunità di Nazioni ma come una rete di città e infatti Milano è parte di C40Cities, associazione che riunisce 97 grandi città del mondo e di cui Giuseppe Sala è vicepresidente. Questo perché sono le città che affrontano in prima linea le sfide globali del 21° secolo. E' su chi verrà eletto sindaco che graverà il compito di attivarsi per: tagliare il carbon footprint urbano; promuovere filiere di produzione e distribuzione di energia rinnovabile; accelerare la transizione digitale; ricevere e integrare i migranti; efficientare i servizi alla collettività.

Dal XII secolo alla Guerra dei Trent'anni la Lega Anseatica deteneva il monopolio del commercio nell'Europa settentrionale e lungo il Mar Baltico. Le città mercantili della Lega erano aggregati economici: Lubecca, Amburgo, Londra, Danzica, Amsterdam, Liegi, Kaliningrad. I mercati incentivano forme di devoluzione federalistiche contro le tendenze centralistiche. Boston, Dubai, Francoforte, Hong Kong, Londra, New York, Shaghai, Silicon Valley, Singapore, Tel Aviv, Toronto, Zurigo: non esiste driver di innovazione e produttività o unicorno sviluppatisi fuori dalla rete delle città globali.

Nel mondo le città sono di fatto in competizione con i governi nazionali per peso economico, influenza diplomatica e connettività internazionale. In Italia la città globale non può che essere Milano. Al sindaco di Milano di conseguenza è richiesta non solo capacità amministrativa ma anche visione per sviluppare un'idea di città e del suo ruolo nel sistema-Paese e nel mondo. Da quando Borsa Italiana fu acquisita dal London Stock Exchange Piazza Affari ha in parte beneficiato di sinergie industriali, economie di scala e trasferimenti di know-how; ma soprattutto ha potuto avere (anche se non sfruttata) esposizione all'ecosistema di investitori specializzati del Miglio Quadrato londinese, mantenendo una sostanziale autonomia gestionale. Il passaggio di Borsa Italiana a Euronext cambia lo schema di gioco: Milano ora dovrà integrarsi con Amsterdam e Parigi e trovare una nuova specializzazione nel mercato pan-europeo. Milano e l'Italia senza interventi adeguati potrebbero perdere il controllo sulla gestione della liquidità del debito pubblico e ciò, nel caso, comporterà nuovi e ulteriori rischi. Con la Brexit Milano avrebbe potuto crescere di ruolo affermandosi quale piazza finanziaria in euro della City di Londra, rafforzando, anziché diluendo, le relazioni bilaterali con il Regno Unito. Ma la politica e soprattutto la fusione del London Stock Exchange con Refinitiv hanno fatto sfumare quell'occasione.

Il governo Draghi offre ora una seconda chance. Con il cambio di inquilino a Palazzo Chigi la politica interna ha ritrovato stabilità e la politica estera italiana è tornata a posizionarsi sull'asse euro-atlantico. Prontamente il Dipartimento di Stato Usa ha diffuso un rapporto che illustra l'attrattività dell'Italia per gli investimenti esteri. E il Pnrr può aiutare l'amministrazione della città a mitigare i noti ostacoli allo sviluppo: la presenza ingombrante della burocrazia nelle attività economiche, la lentezza e farraginosità della giustizia civile, l'imprevedibilità della giustizia penale, la pressione fiscale oppressiva e disincentivante e un livello di infrastrutture inferiore rispetto a quello degli altri Paesi membri del G7.

Ma serve di più. Durante la XVII legislatura venne depositato un «pacchetto Milano». Gli avvocati Sebastiano Di Betta, Stefano Loconte, Antonio Tomassini e il sottoscritto predisposero norme rispettivamente su porti franchi e Zes (Zone Economiche Special), incentivi agli investimenti nell'area metropolitana, finanza islamica e istituzione del consorzio per il distretto affari in forma di Gruppo Europeo di Interesse Economico (Gees o Eeig). Il progetto creava un regime speciale per Milano Piazza Finanziaria. Purtroppo il pacchetto perì per la chiusura anticipata delle legislatura e forse anche per diffidenze milanesi rispetto al tema. D'altra parte sperimentare, innovare e cambiare in Italia si scontra ancora con un forte «status quo bias» alimentato da una politica divisa da faglie ideologiche. Nel 1991 internet venne definito «un'americanata» e la blockchain non è mai decollata, mentre Malta e Svizzera ne hanno fatto una leva di sviluppo. Per questo va apprezzato il cambio di passo della Consob; l'attenzione del presidente Paolo Savona ai temi dello sviluppo e dell'innovazione ha prodotto il decreto sul Sandobox, che crea un ambiente comune tra imprese e autorità di vigilanza per testare nuove tecnologie prima che esse vengano azzoppate dall'ossessione iper-regolamentare degli uffici legislativi ministeriali.

Il prossimo sindaco può cogliere la seconda opportunità e farsi sponsor del «pacchetto Milano» presso governo e Parlamento. Milano produce, lavora, studia, assiste i deboli e attrae il turismo, malgrado le difficoltà. Ma ora la città chiede ai candidati sindaci di prendere questo impegno. Non a tutti il destino concede una seconda opportunità. Chi è oggi candidato e diventerà sindaco ha questa fortuna.

fch

(END) Dow Jones Newswires

September 01, 2021 02:34 ET (06:34 GMT)