MILANO (MF-DJ)--"Non stiamo attraversando una crisi finanziaria, almeno non ancora".

James Gorman, ceo di Morgan Stanley, commenta davanti ai microfoni di Cnbc l'attuale quadro economico. Il ceo esclude che ci sarà il panico sui mercati, però invita alla prudenza perché "la curva dei rendimenti è invertita". Poi chiarisce che la recessione arriverà, "anche se un atterraggio duro è improbabile". Ma quali sono i fattori che porteranno a una contrazione dell'economia? Gorman li riassume così: "c'è la guerra in Ucraina e l'inflazione è ai massimi degli ultimi 40 anni. Senza dimenticare la Fed, che si sta muovendo in modo aggressivo sui tassi dopo averli mantenuti a zero per dieci anni inondando i mercati di denaro. Non mi sorprende, quindi, il punto a cui siamo arrivati: cos'altro potevamo aspettarci?".

Per molti analisti le banche centrali, con i loro ritardi, si sono rese responsabili del balzo dell'inflazione che nell'Eurozona ha raggiunto il 10% a settembre. È sempre da loro, comunque, che passa la soluzione ai mali dell'economia. "Covid e guerra russo-ucraina hanno ritardato la stretta della Fed. Questo lo capisco e lo accetto. Ma ora devono muoversi in modo aggressivo", spiega il ceo di Morgan Stanley che ha una certezza: le banche centrali, visti i prezzi galoppanti, si preoccuperanno più di domarne l'ulteriore aumento che di cadere in una lieve recessione.

"L'inflazione crea ogni forma di scompiglio", chiarisce il ceo di Morgan Stanley. "Controllarla è tutta una questione di bilanciamento del Pil e dei tassi di interesse - va avanti -. La Fed deve dosarli con moderazione per non spingerci in una grave recessione". In altre parole, deve trovare il punto di equilibrio, cioè il tasso neutrale, quello che smorza l'innalzamento dei prezzi senza blocca la crescita. Gorman lo individua intorno al 4,5-4,75% (al 30 settembre, negli Usa, oscillano tra il 3 e il 3,25%): "La Fed continuerà a spingere e riporterà l'inflazione almeno al 4% (ad agosto era all'8,3%). Tuttavia, questioni geopolitiche a parte, non ci sono ragioni per essere preoccupati. Penso che sia improbabile un atterraggio duro".

Il quadro economico è diverso rispetto a quello che hanno generato le crisi economiche del passato e questo il ceo di Morgan Stanley lo sa bene: "Non siamo né nell'87 né del '91. Non ci sono nemmeno analogie con il crollo Dot-com o la crisi finanziaria del 2007-08". Per Gorman sono due i fattori che impediranno un crollo rapido dei mercati: "le banche sono nella migliore forma finanziaria da decenni. Dal punto di vista della liquidità sono davvero forti - chiarisce -. I consumatori, poi, stanno continuando a pagare i loro mutui. Per molto tempo hanno goduto di tariffe molto basse e durante il Covid hanno risparmiato. Quindi stanno entrando in questo quadro negativo con il migliore bilancio personale possibile".

red/alb


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September 30, 2022 10:14 ET (14:14 GMT)