ZURIGO (awp/ats) - In linea con le previsioni degli economisti, ma inferiore alle attese dei mercati dei cambi, che si aspettavano un intervento ancora più deciso: così viene giudicata dagli analisti la stretta monetaria operata dalla Banca nazionale svizzera, che oggi a innalzato al +0,5% il suo tasso guida. Gli esperti valutano ora le prospettive future, cercando di prevedere i prossimi passi dell'istituto di emissione. Ecco una panoramica dei commenti più interessanti diffusi oggi a caldo:

Zürcher Kantonalbank (banca cantonale di Zurigo), David Marmet - L'era dei tassi di interesse negativi appartiene ormai al passato. La BNS è stata l'ultima banca centrale europea a riportare il proprio tasso in territorio positivo. Il franco svizzero si è leggermente indebolito dopo la decisione della BNS. Alla vigilia della valutazione della politica monetaria si era infatti diffusa l'aspettativa che la BNS avrebbe proceduto in modo ancora più spedito. Questa settimana la Riksbank svedese si è vista costretta ad aumentare il tasso di riferimento di 100 punti base. La BNS si è giustamente astenuta da tali misure di emergenza. Sebbene l'inflazione elvetica, pari al 3,5%, sia significativamente superiore all'obiettivo della BNS, è ancora modesta rispetto agli standard internazionali. Inoltre, secondo la previsione aggiornata oggi dalla BNS, il rincaro dovrebbe indebolirsi a partire dal secondo trimestre del 2023 e tornare nella fascia obiettivo nel corso dell'anno. Il prossimo aumento di 75 punti base dovrebbe avvenire già a dicembre. Prevediamo inoltre un ulteriore passo di 50 punti base nel marzo 2023, in modo che il tasso d'interesse di riferimento sia all'1,75% dalla primavera del 2023. Questi aumenti dei tassi rallenteranno l'economia e avranno un impatto anche sul mercato ipotecario.

Bantleon Bank, Jörg Angelé - Dopo il sorprendente rialzo dei tassi d'interesse di giugno, la BNS rimane sulla sua strada e dimostra la sua determinazione a stroncare sul nascere qualsiasi rischio di inflazione a lungo termine. Si unisce così alla tendenza globale dei rialzi dei tassi d'interesse. In questo contesto, è anche disposta a tollerare un marcato apprezzamento del franco, anche se ciò metterebbe a rischio la competitività delle imprese svizzere. Tuttavia, non è chiaro dove si trovi esattamente la soglia del dolore per la BNS. A giugno c'era ancora molto da dire sulla parità EUR/CHF. Nel frattempo, tuttavia, il tasso di cambio ha raggiunto un livello di 0,95 senza alcun intervento percepibile da parte della banca centrale. Allo stesso tempo, la Svizzera soffre di un problema di inflazione molto minore rispetto, ad esempio, all'Eurozona, agli Stati Uniti e al Regno Unito. La BNS prevede che il tasso d'inflazione torni a rientrare nella fascia di obiettivo tra lo 0,0% e il 2,0% nella seconda metà del 2023. In questo contesto, oltre ai notevoli rischi di recessione, non vediamo la necessità di portare i tassi di riferimento in territorio restrittivo. Pertanto, ipotizziamo che, dopo un altro rialzo dei tassi a dicembre di 25 o 50 punti base, ci sarà una pausa nei rialzi dei tassi.

VP Bank, Thomas Gitzel - È un momento storico: la BNS pone fine alla sua politica di tassi di interesse negativi. Per la banca, la scelta delle parole nel comunicato stampa è inusuale, come era già successo per la valutazione della politica monetaria di giugno. Di norma la BNS si astiene da qualsiasi tipo di "forward guidance". Tuttavia, quando si legge che non si possono escludere ulteriori aumenti dei tassi d'interesse, per gli standard BNS è un segnale chiaro. Poiché sia la Banca centrale europea (Bce) che la Federal Reserve hanno ancora due riunioni sui tassi quest'anno - la BNS ne ha solo una - si può presumere che anche i guardiani monetari svizzeri presenteranno un aumento dei tassi di 75 punti base in dicembre.

UBS, Alessandro Bee - Il rialzo dei tassi della BNS è stato in linea con le aspettative degli economisti, ma inferiore alle attese del mercato, come si evince dalla reazione negativa del cambio USD/CHF. La previsione condizionata di inflazione riflette l'aspettativa della BNS di poter riportare sotto controllo la forte tendenza inflazionistica già nella seconda metà del prossimo anno. Ciò dimostra anche che il problema dell'inflazione in Svizzera è meno grave che in altri paesi. Gli interessi sui depositi a vista erano previsti. I tassi d'interesse scelti per questo scopo tendono a collocarsi all'estremità inferiore delle aspettative. Nel complesso, la valutazione della situazione ha sorpreso leggermente sul versante "colomba", dopo che in giugno la BNS aveva sorpreso sul versante "falco".

Raiffeisen, Alexander Koch - A differenza della Bce o della Fed, la BNS rimane molto meno preoccupata di una dinamica degenerativa dell'inflazione. Con il nuovo tasso di interesse di riferimento dello 0,5% per l'intero orizzonte di previsione, nelle sue proiezioni aggiornate sull'inflazione non ipotizza più il superamento del limite superiore dell'intervallo obiettivo del 2,0% nel medio termine. Di conseguenza, la BNS non esclude ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Tuttavia, questi sembrano molto meno convincenti di quelli delle altre banche centrali. Al momento, quindi, la situazione in Svizzera non richiede un inasprimento così esteso come quello previsto dai mercati.

Mirabaud, Philipp Burckhardt - La BNS ha quasi dovuto seguire l'esempio con un aumento dei tassi di interesse di 75 punti base, ma sia la Bce che la Fed erano troppo avanti. In retrospettiva, si può affermare che la BNS ha correttamente avviato la variazione dei tassi a giugno e ora la sta portando avanti con coerenza. Può tollerare temporaneamente un apprezzamento della valuta in termini nominali e persino reali, poiché ciò risponde a una delle sue maggiori preoccupazioni attuali, quella di un aumento dell'inflazione. Nell'attuale contesto, non si possono escludere ulteriori passi avanti nei tassi d'interesse, ma l'aggiustamento al ribasso delle previsioni d'inflazione indica probabilmente passi più piccoli.

Safra Sarasin, Karsten Junius - La decisione dell'istituto è accompagnata da un messaggio relativamente da colomba rispetto a quello di altre banche centrali. La BNS afferma che "non si può escludere che siano necessari ulteriori aumenti del tasso di riferimento della BNS", mentre tutte le altre banche centrali annunciano più o meno un inasprimento continuo. Questo linguaggio della BNS, unito alle previsioni di un'inflazione che rimane al di sotto del 2% nel 2024 (e che aumenterà di nuovo al 2% solo nel secondo trimestre del 2025), rende improbabile che la BNS stia pianificando un altro rialzo dei tassi di 75 punti base a dicembre. A questo punto considereremmo più probabile un rialzo di 50 punti base. Tuttavia, la BNS ha indicato che potrebbe essere opportuno essere più attivi sul mercato dei cambi. Nell'attuale contesto, ciò significa acquistare piuttosto che vendere franchi. Ciò avrebbe l'ulteriore vantaggio di ridurre il bilancio della BNS e le riserve in eccesso.

Capital Economics, Jessica Hinds - Riteniamo che le aspettative degli investitori di un tasso della BNS vicino al 2% entro la fine dell'anno siano troppo aggressive. In primo luogo, la banca ha ancora una sola riunione di politica monetaria, in dicembre. In secondo luogo, se abbiamo ragione nel ritenere che le pressioni inflazionistiche cominceranno a calare da qui in avanti, la BNS può permettersi di inasprire le misure in misura minore. In terzo luogo, se la delusione dei mercati si traduce in un indebolimento eccessivo del franco, la BNS può sempre decidere di vendere parte delle sue riserve valutarie per sostenere la valuta. Per il momento ci aspettiamo un aumento di 50 punti base in dicembre e di 25 punti base in marzo, portando il tasso guida all'1,25%.