MILANO (MF-DJ)--La Federal Reserve e le altre principali Banche centrali dovrebbero continuare ad alzare i tassi di interesse per domare un'inflazione ostinatamente alta, nonostante le tensioni nel sistema bancario e le turbolenze del mercato.

Lo afferma l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Le preoccupazioni sull'inflazione sono state confermate dai dati che mostrano come i salari nell'Eurozona siano aumentati al ritmo più veloce mai registrato alla fine del 2022.

L'Ocse ha alzato le previsioni di crescita per la prima volta dopo l'invasione russa dell'Ucraina, poco più di un anno fa, ma ha affermato che l'inflazione rimane troppo alta, con i prezzi dei servizi in particolare che si dimostrano vischiosi.

L'erosione della fiducia in parti dei sistemi bancari statunitensi ed europei dopo il crollo della Silicon Valley Bank sta complicando gli sforzi delle Banche centrali per combattere l'inflazione, perché l'aumento dei tassi di interesse sta esacerbando le sofferenze di alcuni istituti di credito. Negli ultimi giorni, queste difficoltà hanno portato gli investitori a concludere che le Banche centrali potrebbero rallentare o mettere in pausa i loro aumenti dei tassi.

Il capo economista dell'Ocse Alvaro Pereira mette in guardia da una simile pausa, puntualizzando che le Banche centrali dovrebbero rimanere concentrate sul riportare i tassi d'inflazione verso i loro target, nonostante le preoccupazioni sulla solidità del sistema finanziario globale. "Pensiamo ancora che, sapendo quello che sappiamo oggi, la priorità debba essere la lotta all'inflazione", spiega Pereira. "Non siamo nel 2008. Non vediamo rischi sistemici in questa fase".

Per l'Ocse la Fed dovrebbe aumentare il suo tasso di riferimento in un intervallo compreso tra il 5,25% e il 5,5%, rispetto all'attuale intervallo tra il 4,5% e il 4,75%.

La Banca Centrale Europea ieri ha alzato il suo tasso di riferimento al 3% dal 2,5%, come precedentemente segnalato. Tuttavia, discostandosi dalla prassi recente, non ha delineato i piani per la prossima riunione. "La decisione della Bce è stata assolutamente giusta", commenta Pereira. Per l'Ocse la Bce dovrebbe alzare il suo tasso di riferimento di altri tre quarti di punto percentuale e la BoE dovrebbe fare un ulteriore passo verso un picco del 4,25%.

Per l'Organizzazione poi i tassi dovranno rimanere alti fino a "ben oltre il 2024". L'Ocse vede spazio per tagli nella seconda metà di quest'anno per Istituti come la Banca centrale brasiliana, tra le prime a rispondere alla ripresa dell'inflazione dall'inizio del 2021.

L'economia globale si è dimostrata più resistente di quanto l'Ocse e molti altri addetti ai lavori si aspettassero in un contesto di alti prezzi dell'energia, dei generi alimentari e dei costi di finanziamento. L'Organizzazione prevede ora un aumento della produzione globale del 2,6% quest'anno, rispetto al 2,2% di novembre.

Gran parte di questo aumento è dovuto agli Stati Uniti, dove l'attività negli ultimi tre mesi dello scorso anno e nei primi mesi del 2023 si è dimostrata più forte del previsto. L'Ocse prevede che l'economia più grande del mondo crescerà dell'1,5%, rispetto allo 0,5% di novembre.

L'Ocse ha inoltre alzato le previsioni di crescita per la Cina, grazie ai segnali che indicano che l'abolizione delle restrizioni imposte dalla politica dello zero-Covid sta dando un forte impulso all'attività. Sebbene il rilancio dell'economia cinese possa comportare un aumento dei prezzi di alcune materie prime, l'Ocse lo considera complessivamente positivo per l'economia globale. "Crediamo che la riapertura dovrebbe sostenere la ripresa, quindi i fattori positivi superano quelli negativi", afferma Pereira. "Significherà più commercio, più crescita, più posti di lavoro".

Tuttavia l'Ocse avverte che è ancora più probabile che la crescita non superi le previsioni, citando l'imprevedibilità della guerra in Ucraina, gli alti prezzi dei prodotti alimentari e le incertezze sull'impatto che l'aumento dei costi di finanziamento avrà sull'attività. "L'aumento dei tassi di interesse potrebbe avere effetti più forti del previsto sulla crescita economica, soprattutto se mette in luce le vulnerabilità finanziarie sottostanti", conclude Pereira.

alb

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March 17, 2023 08:16 ET (12:16 GMT)