MILANO (MF-DJ)--Il destino di Panini resta ancora una volta in bilico. Per l'iconico gruppo modenese delle figurine è infatti sfumata anche la pista Slam Corp, la spac dell'ex campione di baseball Alexander Rodriguez che, tramite fusione, avrebbe dovuto garantire a Panini uno strategico approdo in borsa, superando così lo stallo creatosi sul processo di vendita. Il nulla di fatto, secondo indiscrezioni d'Oltreoceano, sarebbe legato alla vittoria di un contratto esclusivo sottoscritto poche settimane fa dalla rivale Fanatics con la Major League Baseball e la sua associazione di giocatori, la Nba e la Nfl per realizzare carte collezionabili. Un colpo non da poco per il gruppo guidato dal ceo e azionista di riferimento Aldo Hugo Sallustro, che deteneva la licenza per le carte collezionabili della Nfl dal 2016 e quella per la Nba dal 2009.

La domanda, ora, sorge spontanea: quale sarà il futuro della società delle figurine? Difficile dirlo con certezza. L'interesse per il dossier resta vivo, ma, scrive MF, in base a quanto circola nelle sale operative è possibile che gli azionisti dovranno probabilmente rimodulare alcune pretese. A partire dalla valutazione di 3 miliardi assegnata da Sallustro alla famiglia Baroni e già rivelatasi il motivo per cui si era arenata la trattativa con i fondi internazionali che avevano aperto il dossier, da Advent a Blackstone, passando per Kkr e Carlyle. Non proprio una novità, considerando che il tema del valore attribuito a Panini dai soci è sempre stato l'elemento che, negli ultimi dieci anni, ha fatto saltare tutte le trattative avviate con vari fondi d'investimento internazionali. Soprattutto perché l'azienda ha archiviato il 2019 (ultimo bilancio disponibile) con un giro d'affari consolidato di 676 milioni rispetto ai 939 milioni del 2018 (anno dei Mondiali), un ebitda di 76 milioni (era di 248 milioni l'anno precedente) e un indebitamento bancario di 319 milioni. Del resto, la valutazione attribuita all'asset, che nel 2020 dovrebbe aver registrato un mol di 230 milioni, è particolarmente elevata: tra le 13 e le 15 volte l'ebitda dell'anno scorso.

A nulla sembrerebbe essere servito il piano Nft, rivelato da MF-Milano Finanza lo scorso 13 maggio. Il gruppo, in particolare, starebbe mettendo a punto un progetto per accrescere la presenza sulla blockchain e in particolare nel mercato dei non-fungible token (Nft). L'idea sarebbe quella di strutturare un piano molto aggressivo per i prossimi anni, cavalcando il successo del business delle aste digitali negli Stati Uniti. Il tutto ovviamente con l'obiettivo di imprimere un'ulteriore svolta digital, al fine di stimolare ulteriormente gli appetiti dei player interessati al dossier seguito dall'advisor Lincoln International. Una scommessa, però, che (prezzo a parte) si scontra anche con le valutazioni su quanto il modello possa essere replicabile oltre i confini statunitensi.

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0308:21 set 2021

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