Energia: i prezzi del petrolio rimangono sensibili ai timori di recessione negli Stati Uniti, ma le perturbazioni causate dall'uragano Francine nel Golfo del Messico hanno determinato una pressione all'acquisto. Di conseguenza, il Brent è tornato sopra la soglia dei 70 dollari, così come il WTI che è in leggero rialzo a 70 dollari. Dall'inizio dell'anno, i due benchmark globali hanno perso rispettivamente il 5% e l’1,60%. Il mercato relega così in secondo piano le previsioni aggiornate dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), che ha ridotto le prospettive di crescita della domanda globale a causa della debolezza dei consumi cinesi. Allo stesso modo, l'OPEC ha ridimensionato le sue proiezioni, ma rimane molto più ottimista dell'AIE, poiché il cartello prevede un aumento pari a 2,03 milioni di barili al giorno nel 2023, contro i 900.000 dell'AIE.
Metalli: il rame è tornato in attivo e viene scambiato a Londra a 9.308 dollari (prezzo spot). Questo slancio di ottimismo è legato a un mix di fattori: il calo del dollaro USA, l'allentamento delle politiche monetarie delle banche centrali e l'attesa di nuove misure di sostegno al settore manufatturiero da parte di Pechino. L'oro si mantiene in perfetta forma, raggiungendo un nuovo massimo storico di 2.589 dollari.
Prodotti agricoli: il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti ha rivisto al rialzo le stime per il raccolto di mais negli USA, grazie a rese migliori che hanno avuto un impatto sui prezzi, ma non abbastanza da impedire un risultato settimanale positivo. Anche il grano è in rialzo a Chicago, a 593 centesimi (prezzo di dicembre 2024).
