Energia: il petrolio sta salendo in modo lento ma inesorabile, sostenuto dalle aspettative di una contrazione del mercato per quest'anno. Sullo sfondo, gli attriti geopolitici fanno da ulteriore leva per il flusso degli acquisti. Il benchmark europeo, il Brent, sta avanzando a 89 dollari, così come il greggio leggero statunitense, il WTI, che è tornato sopra gli 85 dollari al barile. Tuttavia, l'ultimo rapporto sulle scorte statunitensi è ancora una volta contrastante: le scorte di greggio sono aumentate di 3,2 milioni di barili, mentre il consenso scommetteva su un calo. La spiegazione sta nelle importazioni statunitensi, che sono aumentate negli ultimi 5 giorni. Infine, mercoledì l’OPEC+ ha tenuto una riunione con i ministri dell’energia. Non sorprende che l’organizzazione allargata non abbia modificato le sue quote di produzione.

Prodotti agricoli: difficile non parlare del cacao, che sta monopolizzando l'attenzione nel segmento delle materie prime agricole. Il suo prezzo ha superato per poco la soglia dei 10.000 dollari alla tonnellata, un'impennata probabilmente legata alle richieste di margine non soddisfatte sui contratti futures. Quest'anno il mercato del cacao dovrebbe registrare un nuovo deficit, tra le 400.000 e le 500.000 tonnellate. Gli operatori di mercato tengono d'occhio anche il caffè, il cui prezzo è balzato di circa il 10% questa settimana. La mancanza di precipitazioni e l'aumento delle temperature potrebbero mettere in difficoltà i raccolti nel Sud-Est asiatico. Per quanto riguarda i cereali, ancora nessun miglioramento in vista per il mais, che viene scambiato a circa 435 centesimi al bushel. Il grano è fermo a 560 centesimi.