BRUXELLES (Reuters) - Il Parlamento europeo ha approvato le norme comunitarie che definiscono "climate friendly" gli investimenti in centrali elettriche a gas e nucleari, respingendo un tentativo di bloccare la legge che ha messo in luce profonde spaccature tra i Paesi su come combattere il cambiamento climatico.

Il voto apre la strada all'approvazione della proposta da parte degli Stati membri, a meno che 20 dei 27 Stati Ue non decidano di opporsi, cosa che appare estremamente improbabile.

Le nuove regole aggiungeranno le centrali elettriche a gas e nucleari alla "tassonomia" Ue a partire dal 2023, consentendo di presentare e commercializzare gli investimenti in questi siti come verdi.

Su 639 parlamentari presenti, 328 si sono opposti alla mozione per bloccare le proposte su gas e nucleare, mentre 278 hanno votato a favore della mozione. Altri 33 si sono astenuti.

La mozione non ha ottenuto la maggioranza di 353 voti su un totale di 705 parlamentari.

Il risultato della votazione sarà un sollievo per la Commissione europea, che ha proposto le regole a febbraio dopo oltre un anno di ritardi e di intense pressioni da parte dei governi e delle industrie del gas e del nucleare.

"Non ci sarà alcun greenwashing", ha detto la commissaria europea per i Servizi finanziari, Mairead McGuinness.

La tassonomia Ue è una legge storica progettata per portare chiarezza in un settore complesso come quello degli investimenti sostenibili, garantendo che chiunque faccia dichiarazioni di ecosostenibilità aderisca a standard rigorosi.

Il dibattito sulle norme relative al gas e al nucleare ha diviso gli Stati Ue, i parlamentari e gli investitori. Bruxelles ha rielaborato le regole più volte, cambiando idea sull'opportunità di concedere alle centrali a gas lo status di investimenti "green". La proposta finale ha alimentato un acceso dibattito su come raggiungere gli obiettivi climatici nel corso di una crisi con la Russia per le forniture di gas.

L'energia nucleare non produce emissioni di CO2, ma produce scorie radioattive. Il gas produce emissioni che riscaldano il pianeta, ma alcuni Stati Ue lo considerano un combustibile di passaggio nella transizione dal carbone.

La Francia, che si affida al nucleare, e la Polonia, grande utilizzatrice di carbone, sono tra coloro che sostengono le nuove regole. 

I governi di Austria e Lussemburgo hanno minacciato di citare in giudizio la Ue se la proposta diventerà legge, mentre la Danimarca e altri paesi sostengono che la mossa minerebbe la credibilità dell'Unione nella lotta al cambiamento climatico se etichettasse il gas, che emette CO2, come verde.

I parlamentari sono in disaccordo anche sull'impatto che la legge avrà sui mercati finanziari: alcuni avvertono che i progetti per il gas e il nucleare potrebbero dover sopportare costi più elevati se viene loro negato lo status di "verde".

Altri suggeriscono che il peso politico della tassonomia supera di gran lunga l'impatto che avrà sugli investitori, dal momento che la legge non vieta gli investimenti in attività prive dell'etichetta verde.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Francesca Piscioneri)