ROMA (MF-DJ)--In aumento i pensionati che continuano a lavorare. In media, per l'anno 2021, secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro, i pensionati da lavoro che percepiscono anche un reddito da lavoro sono 444 mila, in deciso aumento rispetto al 2020 (+13,3%). Per effetto della crisi pandemica, il 2020 aveva fatto segnare rispetto al 2019 una contrazione del 6,5% nel cumulo di pensione e lavoro. Il gruppo è composto principalmente da uomini (in oltre tre casi su quattro), da residenti nelle regioni settentrionali (in due casi su tre) e da lavoratori non dipendenti (l'86,3% dei casi).

Lo rileva l'Istat aggiungendo che oltre la metà dei pensionati occupati possiede al massimo la licenza media (circa il 30% per il complesso degli occupati), tre su dieci possiedono un diploma mentre il segmento dei laureati rappresenta oltre un quinto del totale.

L'età media dei pensionati che lavorano è progressivamente cresciuta: nel 2021 il 78,6% ha almeno 65 anni (77,4% nel 2019) e il 45,4% ne ha almeno 70 (41,8% nel 2019); proprio al segmento più anziano si deve buona parte dell'incremento osservato nel 2021 rispetto all'anno precedente (+15,7%). L'età media dei pensionati con redditi da lavoro supera quindi i 69 anni nel 2021; tra gli uomini la media è di circa mezzo anno più elevata rispetto alle donne e tra i lavoratori indipendenti supera di tre anni quella dei dipendenti.

Nel 2021 lavora nel settore dei servizi il 61,8% dei percettori di pensione (da lavoro) che continuano a essere occupati (64,8% nel 2019); al suo interno circa il 30% è impiegato nel commercio (Tavola 9 in allegato). In crescita rispetto al 2019 i pensionati occupati in agricoltura (+2,2 punti, il 16,2%).

Il confronto con il collettivo degli occupati nel suo complesso mostra differenze significative. I pensionati che lavorano sono più spesso impiegati in agricoltura - con un'incidenza quasi quattro volte superiore rispetto al totale - e nel commercio (quasi una volta e mezzo superiore), risultando sovra rappresentati anche nelle attività professionali e nei servizi alle imprese. Nei settori istruzione, trasporti e nell'industria in senso stretto, al contrario, l'incidenza è sensibilmente inferiore a quella del totale degli occupati.

Il 41,4% dei pensionati che lavorano svolge una professione qualificata, una quota in riduzione in confronto sia al 2019 sia al 2020, ma comunque più alta rispetto al totale degli occupati (34,5%), lo stesso si verifica per gli operai (34,3% contro 23,2%). È invece più bassa la percentuale di pensionati che lavorano in professioni non qualificate (3,9% contro 11,8%).

Considerando solo l'occupazione indipendente (l'86,3% dei lavoratori beneficiari di una pensione da lavoro), la quota è aumentata di circa due punti percentuali nell'ultimo biennio. Il 56,3% è rappresentato da lavoratori autonomi (in aumento rispetto al biennio 2019-2020), il 24,9% da liberi professionisti (-2,1 punti rispetto al 2019), il 7,1% da coadiuvanti nell'azienda familiare e il 6% da imprenditori (in calo dopo la crescita del 2020). Tra l'esiguo gruppo dei dipendenti, invece, il 57,3% è operaio e circa il 31,4% è impiegato, entrambi in aumento rispetto ai due anni precedenti.

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0713:16 dic 2022


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December 07, 2022 07:18 ET (12:18 GMT)