ROMA (MF-DJ)--Nel 2021, il valore mediano dell'importo annuo delle singole prestazioni pensionistiche è di 8.897 euro, vale a dire che la metà delle pensioni prese singolarmente non supera questo importo. Forti differenze si rilevano con riferimento al genere, al territorio e alla tipologia di prestazione. Le donne sono la maggioranza sia tra i titolari di pensioni (55%) sia tra i beneficiari (52%), ma gli uomini percepiscono il 56% dei redditi pensionistici.

Lo rileva l'Istat aggiungendo che in media, l'importo di una pensione di una donna è più basso rispetto a quello riservato agli uomini per lo stesso tipo di pensione (11mila contro 17mila) e i redditi mediani percepiti dalle donne sono inferiori del 28% rispetto a quelli degli uomini (14.529 contro 20.106 euro).

La disuguaglianza di genere è influenzata principalmente dalla minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e spesso da carriere discontinue e quindi da storie contributive più brevi e frammentate, caratterizzate anche da un differenziale retributivo generalmente svantaggioso. In Italia, il tasso di occupazione femminile nella classe di età 15-64 anni è infatti al 49,4% nel 2021 (contro il 67,1% degli uomini) e nel Mezzogiorno è occupato il 33% delle donne (56,8% degli uomini). Inoltre, nel 2018 il differenziale di genere tra le retribuzioni orarie medie (GPG) è stato del 6,2% - con forti differenze tra gruppi di professioni (27,3% tra i dirigenti) - e l'incidenza dei dipendenti a bassa retribuzione è più alta tra le donne (11,6% contro 8,5% degli uomini).

Tali differenze si riflettono non solo nella diversa distribuzione delle categorie di pensione tra i due sessi, ma - a parità di prestazione - anche negli importi mediani. Infatti, per una pensione di vecchiaia un uomo percepisce 20mila euro lordi annui e una donna solo 11mila.

Ciascun beneficiario percepisce in media 1,4 prestazioni, anche di diverso tipo, secondo quanto previsto dalla normativa. Nel complesso più di due terzi dei pensionati (67,9%) beneficiano di una sola prestazione. Il cumulo di più pensioni riguarda soprattutto le donne, più rappresentate nelle categorie di prestazioni con titolarità indiretta: le pensionate rappresentano il 58,5% tra i titolari di due pensioni e il 68,8% tra i titolari di tre o più prestazioni, condizione che permette alle donne di cumulare più importi e quindi di ridurre parzialmente lo svantaggio reddituale rispetto agli uomini.

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0713:15 dic 2022


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December 07, 2022 07:16 ET (12:16 GMT)