ROMA (MF-DJ)--"L'impianto della manovra così come è stato immaginato dal governo è ampiamente condivisibile, perché risponde alle due principali sfide che abbiamo di fronte: consolidare la ripresa che è in atto e affrontare la questione sociale emersa con la pandemia. Quanto alle pensioni, che Quota 100 scadeva a fine 2021 lo si sapeva da anni. Il punto è fare in modo che non vi sia un brusco scalone di 5 anni dalla fine di Quota 100 e l'età pensionabile così come stabilita dalla riforma del 2011".

Lo spiega, intervenendo a Rado Immagina, Antonio Misiani, senatore e responsabile economico del Pd, aggiungendo che "il governo ha predisposto un meccanismo di quote crescenti, che però, come ha detto molto chiaramente anche il segretario Letta, non ci convince, o quantomeno non basta, perché non può essere sufficiente una coda di Quota 100. Noi abbiamo bisogno invece di mandare in pensione prima chi ne ha realmente bisogno, e dunque i lavoratori gravosi e le persone in condizione di fragilità. Dobbiamo occuparci delle donne, che sono oggi le grandi sfavorite da Quota 100, e dobbiamo occuparci dei giovani, che in futuro andranno in pensione con trattamenti da fame".

"Esistono studi che proiettano quelle che saranno le pensioni nel 2030 - sottolinea il responsabile economico del Pd -: il rischio è che la metà di quelli che andranno in pensione abbiano un trattamento inferiore alla soglia di povertà assoluta. Si tratta di una bomba sociale che dobbiamo disinnescare oggi, e non quando rischierà di esplodere".

"Vanno introdotti alcuni correttivi per proteggere chi rischia di andare in pensione in povertà, a partire da un'integrazione al minimo per chi andrà in pensione con un sistema interamente contributivo, per evitare di avere, nei prossimi anni, milioni di pensionati poveri", conclude.

liv

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October 26, 2021 12:26 ET (16:26 GMT)