ROMA (MF-DJ)--"Il baricentro della raffinazione mondiale si sta spostando sempre più verso Oriente dove nei prossimi anni entrerà nuova capacità per 6,2 milioni b/g, di cui un terzo in Cina, mentre in Europa se ne chiuderà 1 milione b/g".

Lo ha detto il presidente dell'Unem, Claudio Spinaci, nel corso di una conferenza stampa pre-assemblea, avvertendo che "dipendere dai Paesi non-Ocse per l'approvvigionamento di prodotti finiti sarebbe estremamente penalizzante per l'Europa".

"Non va infatti sottovalutato il tema della sicurezza degli approvvigionamenti energetici - ha spiegato -, perché delocalizzando interi settori industriali, come quello della raffinazione, ci esporremo ad enormi rischi dovendo contendere prodotti di alta qualità ad aree in forte sviluppo".

"Perdere la raffinazione e delocalizzare la produzione avrebbe come unico effetto quello di indebolire la nostra posizione competitiva senza reali benefici ambientali - prosegue Spinaci -. Allora mi domando: piuttosto che acquistare carburanti prodotti in aree geografiche dove i vincoli ambientali sono molto meno rigorosi, non sarebbe più razionale mantenere attivo questo settore che produce secondo stringenti standard emissivi e con un livello qualitativo e di sicurezza tra i migliori al mondo, e promuovere la sua trasformazione sostituendo gradualmente le materie prime fossili con materie prime rinnovabili?"

Il leader di Unem ha quindi ricordato che "la raffinazione contribuisce alla bilancia commerciale con un valore delle esportazioni di prodotti petroliferi di oltre 13 mld di euro/anno, pari al 96% dell'export di fonti energetiche, data l'ubicazione ideale per le esportazioni dei prodotti finiti su mercati mondiali in rapida crescita, quali l'Africa".

gug

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July 13, 2021 06:02 ET (10:02 GMT)