MILANO (MF-DJ)--Trasformare il rimbalzo post-pandemico del pil cui si sta assistendo quest'anno in crescita stabile e duratura «è un'operazione complessa ma non impossibile». A dirlo è stato il ministro delle Politiche agricole (già titolare del Mise durante il governo Conte) Stefano Patuanelli, nel corso della rassegna Motore Italia di Class Editori. «Il Paese», secondo l'esponente del M5S, già titolare del dicastero dello Sviluppo economico, «ha un forte debito pubblico ma anche una grande ricchezza privata, e per questo bisogna stimolare gli investimenti privati: per farlo è necessario dare certezze semplificando i processi burocratici e garantendo, al contempo, la strutturalità di alcune misure di sostegno agli investimenti». Ma prima di tutto serve risolvere anche altri problemi impellenti: su tutti, la nuova ondata di contagi da Covid-19, spada di Damocle sulla ripresa.

Domanda. Ministro Patuanelli, le misure di contenimento scongiureranno un nuovo lockdown?

Risposta. Il governo ha adottato il principio di massima precauzione e proporzionalità, tra cui rientra anche l'introduzione del super green pass, rilasciato soltanto a guariti e vaccinati per le attività non essenziali che possono causare la ripresa dei contagi. Credo che in questo momento tutto possiamo permetterci fuorché la chiusura di attività economiche che andrebbero a sgonfiare la forte crescita del Paese.

D. Si può dire che il Natale sia stato messo in sicurezza?

R. In quasi due anni di pandemia ho imparato che fare previsioni oltre una certa data è impossibile. Tuttavia, riteniamo che le misure introdotte in quest'ultima fase siano sufficienti per guardare al Natale con fiducia.

D. Alla luce del forte rimbalzo economico, quali sono le misure da prendere per stabilizzare la crescita?

R. La legge di bilancio va proprio in quella direzione: ci sono elementi di dettaglio che possiamo migliorare nella fase parlamentare, in particolare in tema del superbonus al 110%, ma aver reso triennale il pacchetto di transizione 4.0 è di per sé un elemento di certezza per gli imprenditori. Così come aver rafforzato il ruolo del Fondo centrale di garanzia, che accompagna gli investimenti degli imprenditori e che verrà rifinanziato. In generale credo che il rimbalzo sarà trasformato in crescita quando a inferiori aliquote di credito d'imposta e alla limitazione di alcune categorie di intervento verrà affiancata una maggiore prospettiva temporale per gli investimenti privati.

D. In un'intervista a MF-Milano Finanza ha proposto di usare il tesoretto fiscale di 8 miliardi per ridurre il cuneo fiscale. Come procede la discussione in esecutivo?

R. Si sta spostando da un lato su un intervento strutturale sull'Irpef, in particolare per le fasce di reddito medio-basso, lavorando sulla seconda e terza aliquota nonché sullo scalone compreso tra di esse, e dall'altro, vista la dinamica della spesa pubblica che libera un po' di risorse nel 2022, su un utilizzo di quelle risorse per una prima azione sull'Irap, importante per le imprese. Il cuneo era un'alternativa possibile, ma si sta scegliendo una strada diversa per garantire una platea più ampia di persone coinvolte.

D. Lei ha avuto un'esperienza come ministro dello Sviluppo economico, mentre oggi è alle Politiche agricole, il che le permette un'ampia visione sulle pmi. Quale il loro stato di salute?

R. Avendo osservato le imprese italiane credo che l'ossatura economica del Paese sia rappresentata dalle pmi e ancora di più dalle micro imprese, attraverso le quali si sviluppa quell'artigianalità che si trova alla base della capacità produttiva. Questo è un valore, anche in vista delle nuove tecnologie che consentono alle piccole, medie e micro imprese di essere presenti sui mercati internazionali attraverso i marketplace basati su piattaforme digitali. Questo percorso però va accompagnato: una delle criticità della dimensione aziendale è la sottocapitalizzazione che, all'interno di mercati in cui il valore aggiunto si sposta in un modo non sempre monitorabile, può tagliar fuori la percezione di quel valore aggiunto ad alcune tipologie di impresa. Vanno implementati gli strumenti di inserimento delle aziende in meccanismi di filiera, in cui è possibile trasferire il valore aggiunto in modo controllato e definito. La preoccupazione è che, in questo percorso volto alla digitalizzazione e all'innovazione, la dimensione aziendale possa diventare un limite: per le grandi imprese è più facile avere accesso alle tecnologie emergenti e di frontiera, così come fare ricerca e sviluppo e approfittare del trasferimento tecnologico. Anche su questo, comunque, si sta cercando di fornire gli strumenti giusti.

D. Parlando del trattato del Quirinale, questo accordo servirà anche a implementare la forza delle pmi italiane rispetto alle concorrenti francesi?

R. Alla Francia ci lega una visione simile dei sistemi produttivi, una sinergia che ritengo molto importante. Detto ciò, è evidente che ci sia un modus operandi piuttosto aggressivo da parte delle imprese francesi all'estero e un certo protezionismo del governo di Parigi per chi vuole fare investimenti lì. Questo memorandum può agevolare uno scambio più fluido degli investimenti.

D. Si parla già da tempo della corsa al Quirinale e del prossimo presidente della Repubblica. Questo può frenare l'azione di governo?

R. Può farlo se prevalgono gli egoismi delle forze politiche. In questa fase si deve dimostrare responsabilità, a prescindere da quello che succederà a gennaio, nel continuare il lavoro in corso. Quindi serietà e una visione del futuro che riguarda il modo in cui spendiamo le risorse del Pnrr, nonché il modo in cui costruiamo la manovra.

D. Il Movimento 5 Stelle non ha ancora indicato un candidato al Colle.

R. In realtà è normale che non si facciano nomi, in questa fase significherebbe bruciarli. Noi facciamo un ragionamento di stabilità di un Paese che non è ancora uscito dalla pandemia e che ha bisogno di certezze per continuare a godere della fiducia di chi fa impresa, crea ricchezza e lavoro.

D. Il Movimento è nato come forza di rottura rivoluzionaria, ma ormai sembra stia prendendo un assetto partitico. Può spiegare questo percorso?

R. In realtà il Movimento non ha mai spento la sua forza rivoluzionaria. Piuttosto l'ha istituzionalizzata, incanalata in un percorso di governo che è certamente diverso da uno di opposizione. Abbiamo fatto tante piccole e grandi rivoluzioni che magari non vengono percepite come tali. Prendiamo ad esempio il superbonus 110%: cedibilità del credito, credito d'imposta superiore alla spesa, garanzia a tutti i cittadini di tutte le fasce di reddito di poter vivere in un edificio più confortevole dal punto di vista del consumo energetico, riduzione delle spese per l'energia in un momento in cui costa carissima, riduzione delle emissioni degli edifici. È una rivoluzione autentica.

D. Difende ancora il reddito di cittadinanza?

R. Il reddito di cittadinanza, che può essere non ben visto da una parte del Paese, ha rappresentato esso stesso un concetto rivoluzionario. Transizione ecologica, efficientamento energetico, energia verde, sono tutti temi di cui parliamo da 16 anni. Se la politica ci avesse dato ascolto già allora l'Italia oggi sarebbe migliore.

D. Lei ha lavorato con Giuseppe Conte e con Mario Draghi. Com'è confrontarsi con l'attuale premier?

R. C'è la continua consapevolezza di avere di fronte una persona che ha costruito la sua autorevolezza con i fatti, e in virtù di ciò ha tutto il nostro rispetto per l'azione di governo che sta portando avanti. Ma soprattutto è una persona consapevole delle difficoltà che un premier deve affrontare nel mettere d'accordo tutte le forze politiche. È normale, quindi, che la fase decisionale sia a capo del presidente del Consiglio, ma facendo sintesi, non mediazione. Se Draghi cercasse un punto di mediazione su ogni tema saremmo sempre a un punto morto, perché sono davvero pochi i punti di intersezione tra le forze partitiche.

D. La frattura con la Lega è stata sanata?

R. Mai avuto nessun tipo di problema, siamo persone moderate che cercano di risolvere i problemi, non ci limitiamo a metterli sul tavolo. Magari c'è stata qualche discussione, qualche presa di posizione più rigida. Ma ciò non ha interferito con l'azione di governo.

D. Se il presidente Draghi fosse il candidato per il Quirinale, il Movimento lo appoggerebbe?

R. Non esistono candidati al Quirinale, esistono persone che hanno le caratteristiche per poter fare il presidente di Repubblica, e certamente Mario Draghi è tra queste. Mi sembra ipocrita, tuttavia, non sottolineare l'esigenza di non sprecare questa fase del Paese, una fase di crescita che va strutturata ed estesa il più possibile in termini di durata.

D. MF-Milano Finanza ha appena editato Il Manuale del Pnrr, guida pratica al Recovery Plan da oltre 260 miliardi. Che tipo di scelte bisogna operare per cogliere questa opportunità al massimo?

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November 29, 2021 03:20 ET (08:20 GMT)