NEUCHÂTEL (awp/ats) - I prezzi alla produzione e all'importazione si sono confermati in calo su base mensile in Svizzera in dicembre, alla stessa stregua di novembre, dopo che in ottobre erano rimasti stabili e in settembre erano aumentati.

Nell'ultimo mese del 2022 il relativo indice calcolato dall'Ufficio federale di statistica (UST) si è attestato a 108,5 punti, con una flessione mensile dello 0,7%. In confronto allo stesso periodo del 2021 si registra invece una progressione del 3,2%, inferiore a quelle osservate in novembre, ottobre e settembre, pari rispettivamente al 3,8%, al 4,9% e al 5,4%. Per l'insieme del 2022 il rincaro medio è stato del 5,6%.

Nel dettaglio, per quanto riguarda il dato sui soli prezzi alla produzione - che mostra l'evoluzione dei prodotti indigeni - in dicembre si è assistito a una contrazione dello 0,2% (mese) e a una progressione del 2,6% (anno), con un indice a 105,8 punti. Nel confronto con novembre sono diventati più a buon mercato soprattutto i prodotti petroliferi e i metalli. È invece fra l'altro salito il costo degli articoli di falegnameria.

Il secondo sottoindice, quello dei prezzi all'importazione, presenta una flessione mensile dell'1,7% e un incremento annuo del 4,4%, con un indice a 114,1. Si è dovuto pagare di più - nel paragone mensile - per autoveicoli e loro componenti, computer, cuoio e calzature. Prezzi in flessione sono per contro stati riscontrati per petrolio e gas.

L'indice dei prezzi alla produzione e all'importazione è un indicatore congiunturale che riflette l'andamento dell'offerta e della domanda sui mercati dei beni, spiegavano gli specialisti dell'UST di Neuchâtel in una pubblicazione di qualche tempo fa. Rappresenta quindi l'espressione del concorso di vari fattori, tra i quali in particolare i cambiamenti in atto nelle strutture di mercato, nelle condizioni generali, nella produttività, nei tassi di cambio e nella globalizzazione economica.

Il dato è considerato un indicatore importante per capire lo sviluppo dei prezzi al consumo (cioè l'inflazione), poiché i costi di produzione sono normalmente trasferiti sui prodotti finali. Tuttavia mostra oscillazioni significativamente più marcate ed è molto più volatile a causa della forte dipendenza dalle materie prime.

Il tema dell'inflazione è al primo posto nell'agenda economica mondiale, con i paesi avanzati alle prese con tassi che non si vedevano da decenni, sebbene in rallentamento negli ultimi tempi. A titolo d'esempio nell'Eurozona il rincaro annuo in dicembre ha toccato il 9,2%, in lieve contrazione rispetto al 10,1% di novembre: negli Stati Uniti il rincaro è stato del 6,5% (7,1% in novembre). Anche in Svizzera si è assistito a una lieve flessione: i prezzi al consumo sono aumentati del 2,8% in dicembre, contro il 3% registrato in novembre e ottobre e a fronte del 3,5% di agosto, quando era stato toccato un massimo dal 1993.