MILANO (awp/ats/ans) - I mercati hanno "interpretato bene" le indicazioni della Fed, che si attende "un discreto numero" di nuovi rialzi dei tassi quest'anno, dice il 'falco' James Bullard. Così Wall Street si inabissa preceduta dal tonfo delle Borse europee, scese ai minimi dal novembre 2020 e accompagnate da vendite su tutti i titoli di Stato. Titoli i cui rendimenti continuano a correre di fronte alla prospettiva di un'inflazione galoppante e di banche centrali disposte a fermare la crescita economica pur di contenere i prezzi.

Sull'ennesima seduta nera dei mercati - le Borse del Vecchio Continente hanno bruciato 163,5 miliardi di capitalizzazione con Milano maglia nera (-2,4%) davanti a Londra (-1,8%), Francoforte (-1,7%) e Parigi (-1,5%) - hanno continuato a pesare la tensione crescente tra Russia e Occidente e i timori di una recessione globale, alimentata dalla crisi energetica e dalla corsa dei prezzi che si riflette nella fiducia dei consumatori Ue, scesa a settembre a nuovi minimi.

A guastare l'umore già pessimo degli investitori sono stati in mattinata i principali istituti economici tedeschi (Ifo-Ifw-Iwh-Rwi): la Germania andrà in recessione a partire dal terzo trimestre di quest'anno e si riprenderà solo in primavera - la loro previsione -, schiacciata da un'inflazione che continuerà a salire anche nel 2023 e dagli alti prezzi dell'energia, per far fronte ai quali il governo tedesco ha annunciato un piano di aiuti a famiglie e imprese da 200 miliardi di euro. Il dato sui prezzi al consumo in Germania corrobora le previsioni: inflazione al 10% a settembre, il livello più alto dal 1950, in crescita rispetto al 7,9% di agosto e sopra le attese degli economisti.

L'accelerazione dei prezzi in Germania - preceduta dalla frenata sotto le attese di quelli in Spagna (dal 10,5 al 10,1%) - rafforza la linea dei falchi della Banca centrale europea (Bce), con il finlandese Olli Rehn, il lettone Martens Kazacs, il lituano Gediminas Simkus e l'estone Madis Muller che affilano le armi invocando nuovi "significativi" rialzi dei tassi nei prossimi mesi.

La prospettiva di un nuova stretta da 75 punti base già ad ottobre, insieme a un'inflazione a doppia cifra, spinge i rendimenti di tutti i titoli di Stato. Quelli italiani, complici l'incertezza politica e l'alto livello del debito, indossano ancora una volta la maglia nera in Europa, con rendimenti in ascesa di 13 punti base, al 4,63%, mentre lo spread con il Bund sale a 246 punti.

Nel Vecchio Continente solo i Gilt britannici sono riusciti a fare altrettanto male, scontando la determinazione della premier, Liz Truss, che ha ribadito di voler andare avanti nel maxi-piano di tagli fiscali che ha scatenato il panico sui mercati e costretto ieri la Bank of England a un intervento di emergenza per fermare la caduta della sterlina (ancora in ripresa a 1,1 sul dollaro) e frenare rendimenti che erano saliti fino al 5,1%.

La retorica della lotta all'inflazione a ogni costo è risuonata anche Oltreoceano, nelle parole di Bullard e della sua collega Loretta Mester, contribuendo alla rotta di Wall Street (il Nasdaq è in calo di oltre il 3% e l'S&P 500 di oltre il 2%). I buoni dati sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione, sotto le attese a 193 mila unità, confermano la resilienza dell'economia americana alla stretta monetaria, nonostante una contrazione del Pil del secondo trimestre che la terza e ultima lettura ha confermato allo 0,6%. "Ci sono rischi di recessione più alti ma non è ancora il nostro scenario base", ha detto Bullard, prevedendo tassi "più alti più a lungo" di quanto i mercati si aspettassero.