LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio sono saliti sopra gli 83 dollari al barile, recuperando dopo le forti perdite innescate dalle preoccupazioni che l'aumento dell'inflazione negli Stati Uniti possa spingere Washington a rilasciare più scorte strategiche di greggio per far scendere i prezzi.

    Alle 11,30 i futures sul Brent avanzano dello 0,24% a 82,84 dollari al barile. I futures sul greggio Usa sono in rialzo di 0,1% a 81,43 dollari.

    I dati di ieri che mostrano che l'inflazione degli Stati Uniti ad ottobre è aumentata al tasso più veloce in 30 anni avevano spinto il dollaro al rialzo facendo scendere i prezzi del Brent e del Wti del 2,5% e 3,3% rispettivamente. Ulteriore pressione sui prezzi è giunta da un aumento delle scorte di petrolio degli Stati Uniti dopo che il governo Usa ha deciso un rilascio di alcune riserve strategiche.

    I prezzi al consumo degli Stati Uniti sono saliti del 6,2%, guidati in gran parte dal rincaro dei prezzi energetici. Questo ha rafforzato il dollaro sul potenziale per un aumento dei tassi di interesse e una politica monetaria più restrittiva per frenare l'inflazione. Il petrolio tipicamente scambia inversamente al dollaro.

    Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato di aver chiesto al National economic council di lavorare per ridurre i costi dell'energia e alla Federal trade commission di reagire alla manipolazione del mercato nel settore energetico per invertire l'inflazione.

   Il prezzo del Brent ha guadagnato oltre il 60% quest'anno e ha raggiunto un massimo di tre anni a 86,70 dollari il 25 ottobre, sostenuto dalla ripresa della domanda e dalle riduzioni dell'offerta introdotte dall'Opec+.

Ma i prezzi del petrolio sembrano consolidarsi al di sotto degli 85 dollari al barile, ha detto in una nota Norbert Rucker, economista a Julius Baer.

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Sabina Suzzi, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613))