Il rame a tre mesi sul London Metal Exchange (LME) è sceso di quasi l'1% a 9.493 dollari la tonnellata ieri mattina, mentre il contratto di rame più scambiato sullo Shanghai Futures Exchange (SHFE) ha ceduto lo 0,2% a 76.930 yuan (10.627,75 dollari) la tonnellata. Il dollaro ha toccato i massimi di cinque mesi dopo che i dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, migliori del previsto, hanno sollevato nuove domande su quando la Federal Reserve potrebbe iniziare a tagliare i tassi di interesse. Si tratta di un processo meccanico: un dollaro più forte rende i metalli denominati in dollari più costosi per i detentori di altre valute.
Ancora dati contrastanti da Pechino
In Cina, sebbene l'economia sia cresciuta più rapidamente del previsto nel primo trimestre, una serie di indicatori di marzo, tra cui gli investimenti immobiliari e la produzione industriale, hanno mostrato che la domanda interna rimane fragile e sta rallentando lo slancio generale.
"Il mercato è più concentrato sulle perdite della produzione industriale e delle vendite al dettaglio di marzo, nonché sul calo delle vendite di abitazioni", ha dichiarato Sandeep Daga, direttore della società di analisi dei metalli Metal Intelligence Centre.
"I tori hanno anticipato il mercato. Non c'è alcun segno di ripresa. Hanno puntato troppo contro la forza del dollaro e un mercato fisico poco brillante e si sono basati molto sull'indice dei responsabili degli acquisti a un mese. Seguirà una delusione", afferma lo specialista. I dati pubblicati all'inizio del mese hanno mostrato che i dati manifatturieri di marzo sono stati migliori del previsto, il che ha incoraggiato in parte il mercato dei metalli, spingendo i prezzi del rame al livello più alto da quasi due anni.
L'alluminio LME è sceso dello 0,6% a 2.539,50 dollari la tonnellata. Lo zinco è sceso dell'1,5% a 2.732 dollari e il nichel dello 0,6% a 17.740 dollari. Il piombo e lo stagno sono in leggero aumento, rispettivamente a 2.189 e 32.275 dollari. Alluminio, nichel e zinco hanno subito un calo più marcato a Shanghai.
Metalli preziosi: argento ancora in testa
Per quanto riguarda i metalli preziosi, l'argento continua a dominare, con un aumento di oltre il 20% dal 1° gennaio, mentre l'oro ha guadagnato circa il 15%. Il platino e il palladio, invece, sono in calo.