MILANO (MF-DJ)--Stamane si è tenuta la presentazione della 7ª indagine Teens' Voice, una approfondita ricerca sviluppata dal Salone dello Studente Campus Orienta in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione dell'Università La Sapienza di Roma, dal titolo "Percezioni della didattica a distanza degli studenti italiani durante la pandemia".

La ricerca, curata da Pietro Lucisano e da Emiliane Rubat du Mérac, docenti di Pedagogia sperimentale dell'Università Sapienza, è stata realizzata nel corso dell'anno scolastico 2020/2021 partendo da questionari presenti sulla piattaforma del Salone dello Studente (www.salonedellostudente.it) e ha visto la partecipazione degli studenti di scuole secondarie di secondo grado mentre partecipavano a una delle 17 edizioni del Salone del 2020/21 che hanno coinvolto in totale 1.300.000 studenti.

Il dato più forte uscito dalla ricerca, si legge in una nota, è l'apprezzamento, da parte degli studenti, per i loro insegnanti, che hanno dovuto far fronte a una didattica nuova e poco, o mai, sperimentata in precedenza.

Quando la DAD non ha funzionato, il problema era principalmente nella preparazione degli insegnanti sul piano delle competenze trasversali ed era molto meno legato agli strumenti e le modalità per erogare didattica digitale". "Gli studenti ci ricordano che la qualità dell'insegnamento a distanza non dipende dai supporti e materiali, dalle tecniche e i prodotti, bensì dalle competenze dell'insegnante e, in particolare, dalle sue competenze relazionali, elementi questi che peraltro non vengono valutati né durante la formazione universitaria né nel momento del concorso o dell'assunzione", ha dichiarato Pietro Lucisano.

Il 41% dell'esperienza piacevole a scuola è dato, quindi, dall'avere un buon rapporto con i professori. La coesione sociale pesa per il 29%, l'autonomia per il 27%, l'uso delle tecnologie, invece, soltanto per il 17%. Che la frequenza scolastica sia in presenza o a distanza, i docenti sembrano comunque essere stati "promossi": il 76,2% dei ragazzi si è dichiarato soddisfatto degli insegnamenti ricevuti, il 67,8% dell'utilità delle cose insegnate.

Per quanto riguarda l'utilizzo dei device, preoccupante il fatto che più di un terzo dei ragazzi (il 36,6%) ha seguito le lezioni dallo smartphone, con tutte le implicazioni che questo comporta (lo schermo piccolo, il fatto di poter vedere a malapena presentazioni con slide, il non poter vedere su uno schermo i propri compagni di classe), il 61,3% da laptop o notebook, il 23,5% da tablet e solo il 22,3% da computer fisso, a riprova di un forte cambiamento nelle abitudini di fruizione della strumentazione tecnologica.

glm

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