MILANO (MF-DJ)--In occasione della presentazione dello studio: "Pnrr, Cooperative Medici di Medicina Generale e Assistenza alla Popolazione. Fotografia Lombarda e delle Singole Province" promosso dal Centro sull'Economia e il Management nella Sanità e nel Sociale della Liuc Business School in collaborazione con diverse cooperative di Medici di Medicina Generale delle province lombarde, si è affrontato il tema di come cambierà la medicina territoriale, delle case della comunità e delle cooperative di medici di medicina generale.

Le linee di sviluppo dell'assistenza territoriale nel prossimo futuro, spiega una nota, sono sostanzialmente tracciate tramite gli indirizzi dell'azione 6 descritti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Pnrr ha indirizzato per la salute 222,1 miliardi di euro dei quali 18,5 miliardi di euro per la salute e 7 miliardi di euro per le case della comunità e ospedali di comunità (e la telemedicina). Queste due importanti risposte ai bisogni assistenziali di una popolazione sempre più anziana necessitano di un medico di medicina generale attivo tra i servizi che verranno inseriti nella casa della comunità (una ogni 15-25 mila abitanti).

Le Case della Comunità (CdC) fungeranno da sede del Centro di Riferimento Territoriale e da punto di aggregazione di tutti i servizi territoriali dell'area di riferimento. La presenza dei Medici di Medicina Generale nella casa di comunità, quindi, anche se a tempo parziale garantirà l'erogazione di nuovi servizi con una presa in carico globale.

A fronte di questo scenario complesso lo studio presentato oggi propone di dare al medico "l'appoggio" delle cooperative per l'erogazione dei servizi di prevenzione per l'ambito socio - familiare. Una possibile e sicuramente fattibile soluzione è fornita dalle attuali Cooperative di medici di medicina generale (attualmente circa 25 in Lombardia) che, oltre a possedere una importante conoscenza diretta degli assistiti e del loro territorio, già gestiscono al loro interno professionisti sanitari e servizi.

La cooperativa, infatti, rappresenta lo snodo che mancava, in quanto è attivabile in tempi brevi, al contrario di quanto avviene nella gestione diretta che ha problemi di reclutamento, figure professionali mancanti, coordinamento e risorse materiali a disposizione. Inoltre, garantisce omogeneità di comportamento tra aree e tra professionisti, esiste già, ed è un livello intermedio di governance utile per le ATS.

lde

lucrezia.degliesposti@mfdowjones.it

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2619:27 nov 2021

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