È passato più di un decennio da quando il Giappone è intervenuto direttamente nel mercato dei cambi e più di due decenni da quando è intervenuto per sostenere la propria valuta, l'ultima volta durante la crisi finanziaria asiatica del 1997-1998.

Ecco una cronologia di alcuni interventi sui mercati dei cambi da parte della Banca del Giappone (BOJ).

7 settembre 2022 - Il portavoce del governo Hirokazu Matsuno esprime preoccupazione per i movimenti "rapidi e unilaterali" visti nel mercato valutario dopo che lo yen si è indebolito oltre 143 per dollaro. Dice che il Governo vorrebbe prendere "provvedimenti necessari" se tali movimenti dovessero continuare. Si tratta del più forte di una serie di commenti ufficiali di questo tipo fatti nel corso di diversi mesi.

10 giugno 2022 - Il governo e la banca centrale del Giappone rilasciano una rara dichiarazione congiunta in cui affermano di essere preoccupati per i recenti forti cali dello yen, dopo che questo si è indebolito oltre 134 per dollaro.

Agosto e ottobre - 2011 - Il Giappone interviene per frenare i guadagni che i funzionari temono possano far deragliare la ripresa dal crollo economico innescato dal massiccio terremoto e dallo tsunami dell'11 marzo 2011.

18 marzo 2011 - Il Gruppo dei Sette (G7) interviene congiuntamente per arginare la forza dello yen, quando la valuta raggiunge un picco record all'indomani del terremoto, sulla base della speculazione che le aziende giapponesi rimpatrieranno gli asset esteri per pagare la ricostruzione.

15 settembre 2010 - Il Giappone interviene nel mercato valutario per la prima volta in sei anni, vendendo yen per arginare l'aumento della valuta dopo che il dollaro ha toccato un minimo di 15 anni a 82,87 yen.

Marzo 2004 - Una campagna di 15 mesi per frenare l'aumento dello yen si conclude dopo che il Giappone ha speso 35.000 miliardi di yen, o più di 300 miliardi di dollari, in interventi.

Maggio-giugno 2002 - La BOJ interviene per vendere yen, spesso sostenuta dalla Federal Reserve statunitense e dalla Banca Centrale Europea (BCE). Lo yen continua a guadagnare.

Settembre 2001 - La BOJ interviene per vendere yen dopo gli attacchi dell'11 settembre negli Stati Uniti. La BCE e la Federal Reserve di New York operano entrambe per conto della BOJ.

Gennaio 1999 - aprile 2000 - La BOJ vende yen almeno 18 volte, tra cui una volta tramite la Federal Reserve e una volta tramite la BCE, a causa del timore che la forza della valuta possa bloccare la ripresa economica. Lo yen continua a rafforzarsi.

1997 - 1998 - La crisi finanziaria asiatica vede lo yen indebolirsi, raggiungendo quasi 148 per dollaro nell'agosto 1998, anche dopo che le autorità statunitensi si uniscono alla BOJ per acquistare yen.

Aprile 1994 - agosto 1995 - Il dollaro scende a un minimo storico rispetto al marco tedesco e a un minimo del dopoguerra rispetto allo yen. Gli Stati Uniti intervengono ripetutamente, spesso con le banche centrali giapponesi ed europee, per sostenere il biglietto verde.

1993 - La BOJ vende yen per gran parte dell'anno per frenare la sua forza.

1991 - 1992 - La BOJ interviene per sostenere lo yen, vendendo dollari americani.

1988 - Il 4 gennaio, il dollaro scende a 120,45 yen, all'epoca il minimo storico dopo la Seconda Guerra Mondiale, negli scambi di Tokyo. La BOJ interviene per acquistare dollari e vendere yen.

1987 - A febbraio, sei Paesi del G7 firmano l'Accordo del Louvre, che mira a stabilizzare le valute e a fermare l'ampio declino del dollaro.

1985 - Il Gruppo dei Cinque Paesi industriali, il predecessore del G7, firma l'Accordo di Plaza, in cui concorda che il dollaro è sopravvalutato e che si muoverà per indebolirlo.

1973 - Le autorità monetarie giapponesi decidono di lasciare fluttuare liberamente lo yen rispetto al biglietto verde.