ROMA (MF-DJ)--La pandemia e le misure restrittive per contenere i contagi hanno avuto un impatto significativo sul costo dei sinistri Rc auto che nel 2020 sono diminuiti complessivamente del 19,9%. I premi sono diminuiti di circa il 6%, ma negli ultimi 10 anni -dal marzo 2012- il calo dei premi medi è stato pari al 35%. E' quanto sottolineato durante l'assemblea dell'Ania dalla presidente, Maria Bianca Farina, che ha messo in evidenza come "la sinistrositá Rc auto sta giá sensibilmente aumentando nell'anno in corso, mentre la riduzione dei prezzi prosegue con la stessa intensitá osservata lo scorso anno, anche in relazione agli interventi effettuati dalle imprese del Settore sui contratti attraverso sconti, sospensioni (incrementate di oltre il 40%) e differimento dei termini; si tratta di interventi tuttora in corso. Di conseguenza, mentre nel 2020 il ramo Rc auto ha evidenziato un saldo positivo, si può prevedere un netto peggioramento per il 2021. A fronte di questi "importantissimi risultati -ha precisato Farina- abbiamo la consapevolezza che ci sia ancora lavoro da fare". Secondo la presidente dell'Ania sono "maturi i tempi per arrivare a una riforma del ramo lungo due direttrici: da una parte, incrementare l'accessibilitá, riducendo i costi complessivi del sistema e annullando i divari ancora esistenti e, dall'altra, ripristinare i valori fondanti di equitá e premialitá del sistema, attraverso una riforma del bonus-malus che ha di fatto perso l'efficacia del suo ruolo". Inoltre, nel ramo Rc auto "sará necessario essere pronti e propositivi per affrontare i cambiamenti della mobilitá, cambiamenti che avranno impatti rilevantissimi per il settore assicurativo auto: la diffusione di veicoli elettrici e a guida autonoma, lo sviluppo di auto e infrastrutture connesse, il diffondersi di spostamenti intermodali".

Anche il presidente dell'Ivass, Luigi Federico Signorini, ha sottolineato durante il suo intervento all'assemblea dell'Ania la necessitá di rivedere le norme sul bonus/malus, con l'obiettivo di "favorire prassi uniformi, eque sul piano assicurativo e rispettose dei diritti degli assicurati". Signorini ha ricordato come il settore della Responsabilitá civile auto è stato interessato negli anni da "vari, stratificati interventi sulla normativa primaria e secondaria". Tra i provvedimenti che "ci paiono di dubbia efficacia rientrano quelli che hanno di fatto accelerato l'obsolescenza delle attuali regole di funzionamento del sistema bonus/malus, rendendole non piú idonee a fornire una misurazione attendibile del rischio della guida. Ne è ormai necessaria una completa revisione", ha precisato Signorini spiegando che su questo tema l'Autoritá vorrebbe riaprire un confronto sia con l'industria, sia con i consumatori, da estendere anche agli "aspetti critici" del funzionamento della Convenzione per il risarcimento diretto.

L'ipotesi di revisione del meccanismo bonus/malus ha scatenato le immediate reazioni delle associazioni dei consumatori. Secondo l'Unione nazionale dei consumatori quella dell'Ania è "una richiesta che ha dell'incredibile. Decisamente stravagante. In pratica, prima ci chiedono di essere virtuosi, per premiare chi causa meno incidenti, poi siccome lo siamo diventati, allora ci dicono che il bonus-malus ha perso efficacia, insomma, è superato". Il Codacons ha messo in evidenza come le riduzioni delle tariffe Rc auto pubblicizzate dall'Ania nella sua relazione annuale "sono del tutto insufficienti, poichè tra il 2020 e il 2021 i prezzi delle polizze sarebbero dovuti crollare come effetto della minore incidentalità".

Farina ha poi sottolineato come il settore assicurativo "puo' e vuole assicurare il percorso di ripartenza dell'Italia", affiancando il percorso governativo avviato con il Pnrr, e "vuol farlo sui pilastri del proprio "business", che sono gli investimenti e la protezione, entrambi preziosi per il perorso di sviluppo sul quale siamo gia' ripartiti". Una disponibilità accolta con favore dal presidente del Consiglio, Mario Draghi che, nel messaggio inviato all'associazione ha messo in evidenza come "viviamo una fase decisiva per il futuro dell'Italia, in cui l'unitá è un valore aggiunto". Gli investimenti hanno una speciale responsabilitá, quelli in generale e quelli assicurativi in particolare, essenziali per accompagnare la ripartenza italiana". Il settore assicurativo ha "l'occasione di partecipare al Pnrr per modernizzare la nostra economia. Gioca un ruolo di grande rilievo per il Paese".

Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha parlato delle necessità di semplificare le regole e i rapporti tra assicurazioni e imprese in modo da indirizzare "il flusso di risparmio dagli investitori istituzionali verso le imprese", con particolare riguardo alle Pmi. Le assicurazioni amministrano oltre la metá del risparmio gestito dagli investitori istituzionali italiani e esteri, svolgendo un "prezioso ruolo di raccordo tra risparmio privato e investimenti produttivi". In questo ambito è ancora "insufficiente il flusso di risparmio indirizzato dagli investitori istituzionali verso le imprese". Nel tessuto produttivo italiano, ha continuato il ministro, "le micro e

piccole imprese rappresentano il 70% del valore aggiunto industriale non

finanziario e la percentuale si estende all'80% in termini di forza

lavoro. E' dunque vitale che tali imprese, spina dorsale del sistema

produttivo industriale sull'intera catena del valore, possano accedere

agli strumenti piú adeguati".

Sul fronte normativo, Signorini ha assicurato che per le assicurazioni italiane la revisione delle regole di Solvency2 non comporterà una "crescita rilevante" dei requisiti patrimoniali. L'Ivass si è "battuta" in sede europea per "assicurare che la maggior parte delle revisioni di Solvency2 avvenisse senza richiedere un aumento della dotazione patrimoniale a livello aggregato ("balanced package")", mentre "non abbiamo ritenuto opportuno perseguire lo stesso principio di invarianza del capitale per il rischio di tasso". Su questo punto "abbiamo condiviso la linea proposta da Eiopa, che in questo caso non esclude la possibilitá di un incremento dei requisiti complessivi a livello europeo. Sappiamo che le compagnie assicurative non sono favorevoli a questa innovazione, e che peraltro l'opposizione è piú vivace in paesi diversi dall'Italia, dove ci si attende che l'impatto delle nuove norme sia maggiore; siamo però convinti che un intervento sia giustificato da equilibrate considerazioni tecniche".

Con una lettera al mercato, l'Ivass ha avvertito le compagnie sulla necessità di "disporre di presidi idonei per la gestione degli strumenti finanziari illiquidi e opachi". Negli ultimi anni, le ispezioni dell'Ivass hanno messo in risalto una "presenza sempre maggiore di strumenti complessi nei portafogli di alcune compagnie". La crescita di questa categoria di attività, dovuta in parte alla ricerca di rendimento in un contesto di bassi tassi di interesse, "non è stata sempre accompagnata da un adeguato rafforzamento degli strumenti adatti per identificare, misurare e gestire i relativi rischi". In alcuni casi, ha messo in evidenza Signorini, "sono emerse carenze nelle metodologie di valutazione e controllo del rischio, nei meccanismi di pricing, nel calcolo dei requisiti patrimoniali".

vs

(END) Dow Jones Newswires

July 15, 2021 09:00 ET (13:00 GMT)