MILANO (MF-DJ)--Terminato il raggruppamento azionario Banca Carige si rimette al lavoro sui temi caldi per il rilancio. Domani, spiegano fonti a MF-Dowjones, si riunirà il Cda per gli adempimenti di inizio anno e in vista dell'assemblea che il 22 febbraio dovrà nominare il nuovo presidente dopo la scomparsa di Vincenzo Calandra Buonaura.

Tra i dossier che il Board dovrà affrontare nel corso di questo 2021 c'è il ritorno del titolo in Borsa, dopo la sospensione deliberata da Consob il 2 gennaio 2019, quasi contestualmente al commissariamento.

Per la riammissione del titolo a Piazza Affari, come anticipato da questa agenzia, gli addetti ai lavori si sarebbero dati come orizzonte temporale il primo semestre del 2021 o al più tardi l'autunno. Il ritorno agli scambi non sarà quindi immediato in quanto occorre rispettare ancora dei tempi tecnici. Il contesto macroeconomico e dei mercati con l'emergenza sanitaria che non accenna ad esaurirsi, inoltre, non aiuta ad accelerare in questa direzione.

Il tema tuttavia rimane tra le priorità, soprattutto ora che la banca è tornata in bonis e molti passi avanti sono stati fatti dal commissariamento ad oggi. Completato l'aumento di capitale e lo scorporo degli Npl a fine gennaio è stata ricostruita la governance con l'elezione del nuovo Cda e la nomina dell'a.d. Francesco Guido; è stata approvata la riorganizzazione territoriale e operativa e Moody's di recente ha portato l'outlook a positivo. Non dovrebbe servire un prospetto informativo in senso stretto anche perché Carige era di fatto una società già quotata in Piazza Affari.

Servirà innanzitutto ripristinare le comunicazioni al mercato. I passi formali dovranno essere fatti dal Cda che tornerà a riunirsi domani per un approfondimento di routine. Più in generale tra le priorità da affrontare in questo 2021 ci sono il rilancio commerciale, la riammissione del titolo e il tema dell'azionariato: con Cassa Centrale Banca che dovrà decidere se esercitare o meno l'opzione per salire all'80% di B.Carige (attualmente l'azionista di riferimento è il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi). Quest'ultimo tuttavia è un dossier che rientra nei compiti dell'azionista (Fitd) e non del Board.

Dopo la pausa festiva scrive MF il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) avrebbe intensificato i contatti con Cassa Centrale con l'obiettivo di definire la governance della banca entro il primo trimestre dell'anno. Gli accordi presi con il salvataggio del 2018 prevedevano per Ccb (oggi azionista all'8,3%) un'opzione di acquisto sull'80% detenuto dal Fitd che, in base al proprio statuto, non può detenere stabilmente partecipazioni azionarie. L'opzione potrà essere esercitata entro la fine dell'anno ma l'intenzione delle parti sarebbe quella di non tirare per le lunge la partita ma anzi di risolverla nel giro di un paio di mesi.

"Per questo già all'inizio dell'anno il Fitd (affiancato dall'advisor Kpmg) avrebbe avviato una due diligence con l'obiettivo di compiere una ricognizione completa dei numeri della banca e verificare così gli effetti della pandemia", prosegue la testata finanziaria. Per parte sua, nel tavolo negoziale che si è ormai ufficialmente aperto a Genova, Cassa Centrale avrebbe chiesto una rivisitazione degli accordi per tenere conto del mutato contesto congiunturale che oggi rende inattuali i target del piano industriale.

Rivedere i patti raggiunti a suo tempo significherebbe tuttavia riscrivere da capo il contratto che regola il passaggio delle quote dal fondo al gruppo cooperativo. Si arriverà a un nuovo accordo?

Per il momento è difficile dirlo. Anche perchè sulla decisione di Cassa Centrale peserà l'esito dell'esame Bce che nella seconda metà dell'anno scorso ha sottoposto l'istituto trentino presieduto da Giorgio Fracalossi al primo comprehensive assestment (asset quality review e stress test). Se tuttavia l'opzione non venisse esercitata, il Fitd dovrà industriarsi per individuare un nuovo compratore in tempi rapidi.

Intanto in vista dell'assemblea della banca per la nomina del nuovo presidente tra i candidati nei giorni scorsi è spuntato anche Giuseppe Boccuzzi, ex direttore generale del Fitd che conosce bene il dossier avendo guidato il salvataggio dell'istituto ligure.

cce

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1915:00 gen 2021

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January 19, 2021 09:02 ET (14:02 GMT)