ROMA (MF-DJ)--La Commissione europea deve chiarire quale sarà il reale impatto delle nuove regole di Basilea3, mentre è necessario continuare a discutere in vista delle misure permanenti da adottare. Nel frattempo, per consentire alle banche di continuare a sostenere l'economia reale come hanno fatto durante la pandemia, sarà necessario utilizzare tutti i margini di flessibilità a disposizione. E' quanto chiedono la Federazione bancaria europea e l'Abi in relazione al documento della Commissione Ue relativo al recepimento nella normativa europea della finalizzazione del quadro di Basilea3. Le nuove norme, spiegate dal vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, prevedono un aumento medio dei requisiti patrimoniali delle banche europee dell'8-9% alla fine del periodo di transizione, nel 2030, mentre all'inizio del periodo, nel 2025, l'aumento dovrebbe essere tra il 3 e il 5%. Secondo le stime dell'Eba riportate da Bruxelles, solo dieci tra le principali banche europee dovranno raccogliere capitale aggiuntivo quando entreranno in vigore i nuovi standard di Basilea 3.

"Il massimo utilizzo dei margini di flessibilità consentiti è cruciale per adattare le disposizioni di Basilea al contesto europeo e alle specificità della sua economia evitando di ampliare il divario competitivo già oggi esistente tra le banche europee e le banche

extra europee, in primo luogo quelle americane", ha dichiarato il d.g. dell'Abi, Giovanni Sabatini, spiegando che "la fase di uscita dalla crisi richiede che le banche europee continuino ad essere parte della soluzione nella ripresa economica e nel sostegno all'attuazione dei piani di ripresa e resilienza nazionale. A tal fine un recepimento efficace, bilanciato e proporzionale del quadro di Basilea sulle regole prudenziali è fondamentale". Il documento, ha continuato il d.g., "è corposo e complesso e richiede una attenta valutazione, anche sotto il profilo della quantificazione degli impatti sia in termini di incremento dei requisiti patrimoniali sia sull'offerta di credito e sull'economia europea in generale". Con riferimento al primo aspetto "occorre ricordare che il mandato del G20 al comitato di Basilea chiedeva di evitare incrementi patrimoniali significativi generalizzati. Per evitare una sottostima di tali impatti, il calcolo di tale incremento deve essere effettuato non rispetto ai minimi regolamentari, ma rispetto all'effettivo livello dei coefficienti patrimoniali posseduti dalle banche europee".

La Federazione bancaria europea ha sottolineato "l'importanza di un dialogo continuo tra banche e decisori politici per completare l'attuazione degli standard prudenziali di Basilea3 concordati a livello internazionale". La proposta, ha precisato la Fbe, contiene diversi aspetti precedentemente individuati dalla Federazione e fornisce una base per ulteriori discussioni, ma è necessario "fare chiarezza su quanto sia l'effettiva carenza patrimoniale che dovranno sobbarcarsi le banche per mantenere le soglie prudenziali attuali". Serviranno ulteriori discussioni per cercare "soluzioni permanenti" per fare in modo che l'aumento dei requisiti patrimoniali "non riduca la capacità delle banche stesse di finanziare la ripresa e la trasformazione digitale e sostenibile dell'economia".

La stima di un impatto da 27 miliardi di euro "rappresenta la mancanza

che va colmata rispetto ai requisiti patrimoniali minimi, ma non riflette

l'ammontare di capitale che la maggior parte delle banche europee dovranno raccogliere per mantenere l'attuale coefficiente del 15%". E preservare questo livello si è rivelato cruciale "per tenere a galla imprese e famiglie durante la crisi Covid", ha concluso l'associazione delle banche europee invitando le autorità Ue a rivelare l'ammontare di capitale effettivamente necessario per mantenere gli attuali livelli patrimoniali.

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October 27, 2021 09:01 ET (13:01 GMT)