ROMA (MF-DJ)--La pandemia ha aggravato la situazione economica delle famiglie. Nel 2020 è aumentata considerevolmente la povertà: 2 milioni di

famiglie italiane vivono in povertà assoluta, con un aumento del 104,8% rispetto al 2010, quando erano 980.000. L'aumento è sostenuto soprattutto al Nord (+131,4%), rispetto alle aree del Centro (+67,6%) e del Sud ( 93,8%). Tra le famiglie cadute in povertà assoluta durante il primo anno di pandemia, il 65% risiede infatti al Nord, il 21% nel Mezzogiorno, il 14% al Centro. La pandemia ha determinato un crollo dei consumi delle famiglie e anche se risultano in ripresa a partire dal secondo trimestre 2021, la spesa totale oggi è ancora di 8,4 punti percentuali al di sotto dei valori pre-Covid del 2019. E' quanto emerge dal 55* Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese nel 2021.

Quanto alle prospettive delle famiglie, negli anni pre-Covid la percentuale di quelle ottimiste sul loro futuro è sempre stata molto superiore rispetto alla percentuale dei nuclei ottimisti sul destino del Paese. Nel 2019 i primi erano il 42,2% e i secondi il 21,5%. Nel 2021 i due dati viaggiano appaiati, rispettivamente al 37,8% e al 35,6%. Le prospettive personali e nazionali si congiungono in quanto dipendono dalla campagna vaccinale e dal successo del Pnrr.

Il covid aumenta il rischio di erosione del patrimonio delle famiglie. Solo il 15,2% degli italiani ritiene che dopo la pandemia la propria situazione economica sará migliore. Per la maggioranza (il 56,4%) resterá uguale e per un consistente 28,4% peggiorerà. La ricchezza complessiva delle famiglie è pari a 9.939 miliardi di euro. Il patrimonio in beni reali ammonta a 6.100 miliardi (il 61,4% del totale), depositi e strumenti finanziari valgono 4.806 miliardi (al netto delle passivitá finanziarie, pari a 967 miliardi, corrispondono al 38,6% della ricchezza totale). Ma nell'ultimo decennio (2010-2020) il conto patrimoniale degli italiani si è ridotto del 5,3% in termini reali, come esito della caduta del valore dei beni reali (-17,0%), non compensata dalla crescita delle attivitá finanziarie (+16,2%).

Gli ultimi dieci anni segnano quindi una netta discontinuitá rispetto al passato: si è interrotta la corsa verso l'alto delle attivitá reali che proseguiva spedita dagli anni '80. La riduzione del patrimonio, esito della diminuzione del reddito lordo delle famiglie (-3,8% in termini reali nel decennio), mostra come si sia indebolita la capacita' degli italiani di formare nuova ricchezza.

Per il Paese, spiega il Censis, questo è il momento di un cronoprogramma serio, non importa se dettato dai vincoli europei. "È il tempo delle riforme strutturali e dei grandi eventi internazionali da preparare e ospitare in Italia. È il tempo dell'intervento pubblico, orientato da scelte coraggiose". Dopo il lungo decennio di crisi, con lo sprofondare lento in un continuato presente, in assenza di crescita reale di lavoro, redditi e investimenti, adesso l'attesa di un tempo nuovo apre finalmente al futuro. La societá italiana è mutata e ha attraversato crisi ed emergenze con il continuo intrecciarsi di realtà emerse e sommerse, quotidiane e di lungo periodo. Oggi questo non basta più. L'adattamento continuato non regge più, il nostro complessivo sistema istituzionale deve ripensare se stesso".

La ripresa dello sviluppo, sottolinea il Censis, "è la prima strutturale richiesta che la società esprime in termini di progetto unitario. La pandemia, rimescolando le carte, ha costretto il Paese a porsi di fronte alle opportunità dell'accelerazione negli investimenti pubblici e privati".

pev

(END) Dow Jones Newswires

December 03, 2021 09:02 ET (14:02 GMT)