ROMA (MF-DJ)--Sono ancora troppi gli ostacoli e gli oneri che frenano il rilancio delle attivitá produttive e bloccano la competitivitá dei circa 4,4 milioni di micro e piccole imprese italiane. Il fisco è sempre il nemico numero uno, ma anche il caro-bollette e la burocrazia incidono sulle imprese.

E' quanto emerge dal Rapporto dell'Ufficio studi di Confartigianato 'Noi R-Esistiamo', presentato all'assemblea annuale che fotografa un habitat poco favorevole per gli imprenditori che si sforzano di uscire dalla crisi.

"Paghiamo troppe tasse, quasi 18 miliardi in piú rispetto alla media dell'Eurozona, e in modo troppo complicato", lamenta il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, all'assemblea annuale. "Abbiamo una pressione fiscale piú alta di 1 punto di Pil rispetto all'Europa. In piú, oggi sono vigenti in Italia ben 800 norme di carattere fiscale che ovviamente, a loro volta, si moltiplicano in migliaia di provvedimenti attuativi", aggiunge.

Proprio le complicazioni del fisco italiano, regolamentato da ben 800 norme vigenti in materia tributaria, costringono gli imprenditori a dedicare 238 ore l'anno per districarsi tra scadenze e adempimenti (56 ore in piú rispetto alla media Ue). Tanto che siamo al 23* posto in Europa per i tempi della burocrazia fiscale. Sulla competitivitá delle nostre imprese pesa anche il cuneo fiscale sul costo del lavoro dipendente, pari al 46%, vale a dire 11,4 punti in piú della media Ocse.

Il caro-bollette è un'altra zavorra sulle spalle degli imprenditori. Siamo i peggiori d'Europa per il costo dell'energia delle piccole imprese, superiore del 23% rispetto alla media dell'Eurozona. A gravare sui bilanci aziendali sono anche i prezzi delle materie prime non energetiche aumentati nell'ultimo anno del 35,2%: questi rincari nel 2021 costeranno 46,2 miliardi alle nostre piccole imprese della manifattura e delle costruzioni.

Gli sforzi dei piccoli imprenditori per agganciare la ripresa sono ostacolati anche dal gap scuola-lavoro all'origine della carenza di manodopera qualificata: e così le aziende non riescono a trovare il 43,5% dei lavoratori specializzati necessari a mantenere elevata la qualitá manifatturiera made in Italy.

"In questi mesi stiamo subendo aumenti insostenibili dei prezzi delle materie prime che mettono a rischio la ripresa", afferma il presidente alla plaea di Confartigianato. "A ottobre i rincari delle commodities non energetiche sono arrivati al 35,2% rispetto allo scorso anno. Per le nostre aziende manifatturiere e delle costruzioni questo significa un maggiore costo di 46,2 miliardi di euro".

Per l'energia elettrica, le piccole imprese italiane pagano il prezzo piú alto d'Europa, il 23% in piú della media dell'eurozona. Non solo: a causa di una profonda iniquitá nell'attribuzione degli oneri generali di sistema, meno consumano, piú pagano. Confartigianato chiede di "eliminare queste distorsioni con soluzioni strutturali a partire dall'aggiornamento del Piano energetico nazionale favorendo la produzione di energie green".

Inoltre, "è necessaria una riforma del codice degli appalti che ristabilisca certezza, rapiditá, trasparenza ed efficienza nell'esecuzione dei lavori, per superare i gravi ritardi di esecuzione e garantire alle piccole imprese una maggiore quota di appalti, in linea con le altre nazioni europee", continua il presidente. Invece, "non si può frenare il superbonus 110% e gli incentivi per il sistema casa che stanno rimettendo in moto il settore delle costruzioni, con benefici per l'ambiente e i consumatori. Non si possono cambiare le regole "in corsa" e senza confronto preventivo creando ansia di precarietá nelle imprese e nei cittadini. Noi siamo comunque sempre pronti a collaborare per ricercare soluzioni", conclude.

La burocrazia rallenta i tempi per realizzare le infrastrutture. In Italia occorrono in media 815 giorni, circa 2 anni e 3 mesi - vale a dire 7 mesi in piú rispetto alla media europea - per completare l'iter di un appalto pubblico tipo come la riasfaltatura di 20 km di una strada a doppia corsia, senza lavori accessori nè successivi all'esecuzione.

Dal Rapporto dell'Ufficio studi di Confartigianato emerge che a farsi attendere è anche la giustizia civile: in Italia servono 527 giorni per concludere un procedimento civile di primo grado, a fronte dei 300 giorni registrati in media nell'Ue.

Nel 2021 siamo al quart'ultimo posto nell'Ue per la qualitá dei servizi pubblici. Tanto è vero che per l'86% degli imprenditori italiani la complessitá della burocrazia ostacola l'attivitá dell'azienda, una percentuale superiore di 28 punti rispetto al 58% della media Ue e che ci colloca al penultimo posto in Europa. Ci batte soltanto la Romania.

Anche l'efficienza della pubblica amministrazione lascia a desiderare perchè soltanto il 15% dei Comuni italiani prevede l'avvio e la conclusione on line dell'iter riguardante i permessi per costruire. Gli Enti pubblici hanno accumulato un debito commerciale verso le imprese fornitrici di beni e servizi pari a 58 miliardi e il 59% dei Comuni italiani non salda le fatture entro i 30 giorni fissati dalla legge. Per quanto riguarda il peso del debito commerciale della P.A. sul Pil siamo al 3,1%, quasi il doppio rispetto all'1,6% dell'Ue.

pev

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November 30, 2021 12:00 ET (17:00 GMT)