ROMA (MF-DJ)--Molte aziende rischiano la chiusura a causa del protrarsi della crisi e delle restrizioni messe in atto dal Governo contro la pandemia. E' l'allarme lanciato da Confcommercio, commentando i dati sulle vendite al dettaglio che a novembre hanno fatto registrare una forte flessione.

"Il nuovo e profondo acuirsi della crisi -sottolinea l'associazione-

rende piú concreto il rischio di una depauperazione del sistema

imprenditoriale, con molte aziende che, in presenza di un prolungato vuoto di domanda a cui non corrispondono sostegni adeguati, sono giá uscite o usciranno dal mercato".

Le restrizioni messe in atto a novembre hanno fortemente penalizzato la domanda di beni non alimentari, azzerando in molti casi le giá deboli aspettative degli operatori di un possibile moderato contenimento delle pesanti perdite subite nei mesi primaverili. Solo i segmenti necessari ad affrontare il prolungato distanziamento, e cioè alimentazione domestica e tecnologia per le comunicazioni, sono riusciti a mantenere un andamento positivo. Questo il commento dell'Ufficio studi di Confcommercio sui dati Istat di oggi relativi alle vendite al dettaglio a novembre.

Per le piccole imprese di alcuni settori come l'abbigliamento e le

calzature, sottolinea Confcommercio, i danni inflitti dalla pandemia si sono trasformati in "disastri" a causa dello spostamento della domanda verso il commercio elettronico che, a questo punto, rappresenta una strada obbligata per il completamento dell'offerta e delle strategie anche dei negozi di prossimitá. A questo scopo una parte delle risorse europee dovrá essere utilmente impiegata per spingere innovazione e digitalizzazione anche delle micro e piccole imprese.

Preoccupazione anche da parte di Confesercenti, che sottolinea che a novembre, la seconda ondata ha "chiuso" del tutto oltre 190mila negozi nelle regioni rosse, a cui si sono aggiunte altre 68 mila attivitá in Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna cui è stato imposto lo stop di domenica e almeno altri 50mila negozi nelle gallerie commerciali per cui il divieto di apertura, invece, è stato esteso a tutto il weekend - spiegano i commercianti -; una chiusura di massa che di fatto ha reso

impossibile ai negozi partecipare ai vari Black Friday e Black Weekend,

con grande vantaggio dell'online: per questo avevamo chiesto di spostare

la promozione fino al momento della riapertura dei punti di vendita

fisici, intervento purtroppo fallito per il mancato accordo delle altre

parti sociali.

Lo spostamento di quote di mercato dal retail fisico al web, sui cui

avevamo lanciato l'allarme, prosegue Confesercenti, è però confermato dai dati Istat. A parte l'online, infatti, il crollo delle vendite è evidente in tutti i canali distributivi. A soffrire soprattutto i prodotti non

alimentari, ma il calo è generalizzato a tutti i comparti merceologici

(-15% in valore e in volume), con l'eccezione delle dotazioni per

l'informatica, che da maggio ad oggi crescono su media d'anno del 15%.

Particolarmente drammatico l'arretramento dei consumi per le Calzature -

che registrano un crollo del -46% - e l'Abbigliamento (-38%).

liv

(END) Dow Jones Newswires

January 12, 2021 12:38 ET (17:38 GMT)