ROMA (MF-DJ)--A settembre 2021 l'indice del clima di fiducia dei consumatori, dopo il calo registrato lo scorso mese, torna ad aumentare (da 116,2 a 119,6), raggiungendo il valore piú elevato dall'inizio della serie storica a gennaio 1998.

Lo stima l'Istat aggiungendo che il deciso aumento dell'indice di fiducia dei consumatori riflette un diffuso ottimismo soprattutto sulla situazione economica generale e su quella corrente. In particolare, il clima economico e quello corrente registrano gli incrementi piú marcati (rispettivamente, da 132,4 a 143,6 e da 112 a 116,1); il clima personale e quello futuro evidenziano aumenti piú contenuti (da 110,8 a 111,5 il primo e da 122,5 a 124,7 il secondo). Tutte le nove serie componenti l'indice di fiducia sono in miglioramento, con esclusione delle attese sulla situazione economica generale e su quella personale.

Per quanto riguarda le imprese, l'indice di fiducia diminuisce per il 2* mese consecutivo, rimanendo comunque su livelli storicamente elevati. L'indice composito del clima di fiducia delle imprese è stimato in lieve diminuzione (da 114 a 113,8). A determinare il calo contribuisce la lieve discesa registrata per il settore manifatturiero, con un contenuto peggioramento dei giudizi sugli ordini e sulla tendenza della produzione e, soprattutto, il commercio al dettaglio, dove tutte le componenti si deteriorano.

Per le imprese si stima una lieve riduzione della fiducia nell'industria manifatturiera e un calo più ampio nel commercio al dettaglio (l'indice scende, rispettivamente, da 113,2 a 113 e da 113,6 a 106,8); l'indice è, invece, in aumento nelle costruzioni (da 153,8 a 155,5) e nel comparto dei servizi di mercato (da 111,8 a 112,3).

Con riferimento alle componenti degli indici di fiducia, nell'industria manifatturiera si osserva un moderato peggioramento dei giudizi sugli ordini e delle aspettative sulla produzione; le scorte sono giudicate in decumulo. Per quanto attiene alle costruzioni, tutte le componenti dell'indice sono in miglioramento.

In relazione ai servizi di mercato, i giudizi sugli ordini e quelli sull'andamento degli affari sono in peggioramento, mentre le attese sugli ordini segnalano un netto recupero. Nel commercio al dettaglio si rileva un deterioramento del quadro complessivo: tutte le componenti dell'indice registrano una dinamica negativa. Tuttavia, a livello di circuito distributivo, la fiducia è in peggioramento solo nella grande distribuzione (l'indice cala da 118,5 a 109,3) mentre nella distribuzione tradizionale l'indice aumenta da 101,9 a 102,3.

Secondo l'Unione Nazionale Consumatori, l'aumento della fiducia dei consumatori a settembre è un "dato ottimo. Nessun effetto rientro dalle vacanze. A settembre, con la fine delle ferie e il ritorno ai problemi e al tran tran quotidiano, poteva esserci il pericolo di una caduta della fiducia dei consumatori. Invece, dopo la pausa di agosto, prosegue la dinamica positiva", afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unc. "Rispetto a febbraio 2020, ultimo mese pre-lockdown, la fiducia è superiore di ben 8,8 punti, mentre rispetto a gennaio 2020, ultimo mese pre-pandemia, è maggiore di 7,6 punti. Insomma, si conferma il pieno recupero sulla fiducia pre-crisi iniziato a giugno 2021", prosegue.

"Positive anche le attese sulla situazione economica dell'Italia che, dopo il calo di agosto, salgono da 39,1 a 40,1, attestandosi al quarto maggior risultato di sempre, dopo il record storico di giugno 2021, con 57, il 49,4 di luglio 2021 e il 42,5 di maggio sempre di quest'anno. Un dato importante che segna la fiducia nell'azione del Governo e nelle possibilità dell'Italia di riprendersi e ripartire", conclude Dona.

Secondo il Codacons, "senza dubbio sui dati relativi alla fiducia dei consumatori pesa l'effetto Draghi e la gestione della ripresa economica del paese da parte del Governo, che forniscono una sensazione di stabilità e sicurezza alle famiglie. Tuttavia -spiega il presidente Carlo Rienzi- la situazione ci si sta delineando in Italia sul fronte dei prezzi e delle tariffe, e i rincari che si stanno susseguendo in numerosi settori e che si aggraveranno nei prossimi mesi a causa dei rialzi delle materie prime, potrebbero avere effetti negativi sulla fiducia di imprese e famiglie, bloccando il trend positivo registrato dall'Istat. Per questo motivo invitiamo il governo a intervenire non solo sulle tariffe di luce e gas, ma anche sui prezzi al dettaglio che rischiano di determinare una nuova stangata a danno dei consumatori", conclude Rienzi.

pev

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September 24, 2021 05:01 ET (09:01 GMT)