ROMA (MF-DJ)--Accaparrarsi la presidenza del Senato e affidare la guida di Montecitorio alla Lega e qualche ministero di peso, come il Viminale o gli Esteri, a Forza Italia. Sarebbe questo lo schema che Giorgia Meloni ha in mente in vista della formazione del nuovo esecutivo. Con una parola d'ordine: fare in fretta.

Se la scelta di Fdi per la presidenza di Palazzo Madama è orientata su Ignazio La Russa, per il Carroccio il profilo più papabile poteva essere quello di Giancarlo Giorgetti, ma il leader Matteo Salvini vorrà scegliere in prima persona il candidato e la mediazione potrebbe dunque condurre a Riccardo Molinari, che nell'ultima legislatura ha vestito i panni di capogruppo del Carroccio alla Camera.

Mancano dieci giorni all'avvio delle votazioni per le presidenze delle

Camere, ma ogni bozza sembra pronta ad essere messa in discussione. Meloni, però, sembra convinta di volersi garantire Palazzo Madama, perchè rappresenta un presidio fondamentale nel ramo del Parlamento dove si prevedono le maggiori tensioni. Ed è anche l'unico modo per accelerare i tempi per la formazione dell'esecutivo. "Bisogna cercare di fare presto - ha detto Meloni ieri sera - ci sono troppe scadenze importanti". È proprio con questo spirito che la leader di Fdi sta affrontando il rebus della lista dei ministri e la prospettiva di consultazioni che potrebbero portare una delegazione unitaria del centrodestra al Colle.

Intanto, la Lega è alle prese con il caso Salvini. Il segretario chiede il Viminale, ma sa bene che alla fine dovrá accontentarsi di una delega minore: l'Agricoltura, forse, pretendendo in cambio anche il ruolo di vicepremier. In casa Carroccio, intanto, si agitano gli spettri del "fronte del Nord". Salvini ha convocato per oggi un consiglio federale proprio per fare il punto della situazione all'interno del partito, dopo la forte debacle registrata alle urne, e anche per stilare la lista dei profili più idonei a rappresentare il partito nel prossimo governo. Se, come noto, Umberto Bossi ha lanciato il "Comitato Nord" per affrontare di petto la questione settentrionale, i governatori Luca Zaia, Massimiliano Fedriga e sempre di piú anche Attilio Fontana chiedono di spingere sull'autonomia e pungolano ormai ogni giorno via Bellerio.

Il vero terreno di scontro di queste ore, però, riguarda la casella da

affidare a Licia Ronzulli. Meloni non la vuole alla Sanitá, ma Berlusconi

insiste affinchè sieda in Consiglio dei ministri. Lo scontro rallenta la trattativa e di certo la senatrice non intende accettare un ministero di fascia troppo bassa. Piuttosto, non è da escludere che diventi capogruppo di FI a Palazzo Madama. Una postazione dalla quale esercitare quel ruolo politico che le chiede il Cavaliere. E che potrebbe procurare qualche grattacapo alla futura premier. In queste ore, il dialogo tra Meloni e l'attuale ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani è costante. I due si sentono. L'opzione di mantenerlo nel prossimo esecutivo stride però con la promessa della leader di rinnovare del tutto il Consiglio dei ministri. A meno che non si decida di smembrare il dicastero, lasciando a Cingolani soltanto la delega sull'energia.

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0411:00 ott 2022


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October 04, 2022 05:00 ET (09:00 GMT)