ROMA (MF-DJ)--La rinascita del paese potrà avvenire solo quando verrà rimesso al centro il lavoro. Ne è convinto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

"Il filo rosso che lega e orienta tutte le politiche poste in essere e quelle in cantiere è rappresentato dalla profonda convinzione che la rinascita civile, sociale ed economica della nostra comunità nazionale, in seno a una ritrovata coesione europea, debba avvenire rimettendo al centro la questione del lavoro: di quello che manca e che va urgentemente ritrovato, con appropriati e lungimiranti investimenti pubblici; e di quello che c'è e che deve essere meglio riconosciuto e garantito", ha affermato Orlando nel corso di un'audizione in commissione lavoro alla Camera in merito all'indagine conoscitiva sulle nuove disuguaglianze prodotte dalla pandemia nel mondo del lavoro. Per Orlando, "la crisi economica e sociale innescata dal Covid-19 ha posto sotto notevole pressione, una pressione mai sperimentata, il sistema di welfare italiano. Nonostante gli interventi messi in campo, la pandemia ha evidenziato i limiti strutturali di alcuni istituti del nostro mercato del lavoro, rendendo ancora piú urgente la necessitá di un'azione politica di sistema che sappia guardare verso nuove prospettive".

"Durante la pandemia l'azione del Governo è stata incentrata su due direttrici principali: proteggere l'occupazione, il reddito dei lavoratori e la capacitá produttiva delle imprese e assicurare la prosecuzione in sicurezza delle attivitá produttive. In quest'ottica si colloca la stipula dei protocolli per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori dal possibile contagio, frutto di un lavoro corale e positivo tra le parti sociali", ha proseguito il ministro del Lavoro sottolineando che "il ricorso alla Cassa integrazione Covid anche

per settori non protetti, il blocco dei licenziamenti e gli aiuti

economici a imprese, lavoratori atipici, autonomi e professionisti hanno

perseguito l'obiettivo di sostenere il sistema produttivo e sociale

impedendo che lo shock, conseguente alla pandemia, potesse avere

ripercussioni negative piú gravi e di lungo periodo". La stessa Commissione europea "ha riconosciuto l'importanza di tali

interventi nel contesto di crisi proponendo il programma Sure, che

sostiene esattamente le medesime politiche attuate dal governo

giustificandole con la stessa ratio. Queste misure hanno permesso di

evitare una perdita piú grave di posti di lavoro e consentito di

preservare la capacitá produttiva delle imprese, favorendo la ripresa di

nuova occupazione", ha ricordato.

Non solo. "È innegabile che, nel corso del biennio pandemico, siano

emerse nuove fragilitá e disuguaglianze. Come rilevato, da ultimo, dal

Cnel il prezzo maggiore delle misure restrittive è stato pagato dalle

categorie tradizionalmente piú vulnerabili come giovani, donne e

stranieri, nonchè dai lavoratori impiegati con tipologie occupazionali

meno stabili, come ad esempio i rapporti a tempo determinato", ha precisato Orlando spiegando che "il calo del tasso di occupazione nel 2020, ad esempio, ha colpito maggiormente le regioni del Paese che - soprattutto nella prima fase della pandemia - sono risultate piú esposte al rischio di diffusione del contagio. Le regioni del Nord, infatti, hanno registrato una riduzione del tasso di occupazione, mentre nel Sud è cresciuto il tasso di inattivitá". "Se poi guardiamo ai settori di attivitá economica, i fattori penalizzanti per l'occupazione sono risultati piú gravi per le attivitá che hanno subito le maggiori restrizioni. Il settore dei servizi, quello del commercio, quello degli alberghi e ristorazione e, in generale, tutte le attivitá legate al turismo, alla socialitá, hanno segnato flessioni occupazionali importanti", ha proseguito ancora Orlando.

Quanto ai temi povertá ed inclusione sociale, "è innegabile che il Reddito di cittadinanza ha rappresentato un argine efficace, che ha permesso a molti individui e famiglie di mantenere una capacitá di spesa. D'altro canto, la pandemia ha messo a nudo i limiti e le fragilitá dello strumento che è stato affiancato dal Reddito di emergenza (Rem)", ha affermato Orlando ricordando che "il Reddito di emergenza ha costituito una possibilitá per tutti coloro che si sono trovati improvvisamente senza tutele e senza la possibilitá di ricorrere al Rdc. Il Rem, insieme alle misure che hanno potenziato la distribuzione alimentare, attraverso i Comuni, ha permesso di ricevere un contributo di ultima istanza a 600 mila nuclei beneficiari, dando un concreto aiuto economico a oltre 1,2 milioni di persone". Con la legge di bilancio "il Governo ha proposto alcuni correttivi al Reddito di Cittadinanza con l'obiettivo di completare il sistema dei controlli, rendere piú equa la misura, razionalizzare e rafforzare gli incentivi al lavoro. Tali interventi verranno coadiuvati dalle azioni volte alla formazione e al rilancio dei Centri per l'impiego, finanziate anche attraverso i progetti del Pnrr e al rafforzamento dei servizi sociali", ha concluso.

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0118:00 dic 2021

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December 01, 2021 12:01 ET (17:01 GMT)