ROMA (MF-DJ)--"La disponibilitá di finanziamenti ingenti da utilizzare per le riforme e al tempo stesso per la crescita offre condizioni ideali.

Inoltre il piano presentato dal presidente Draghi si basa su un'analisi lucida dei problemi dell'economia italiana: una bassa produttivitá che si traduce in una bassa crescita, e una distribuzione del reddito e delle opportunitá insoddisfacente, anche a livello territoriale".

Lo ha detto in un'intervista al Corriere della Sera Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce aggiungendo che "il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha il potenziale per influire positivamente sulla vita di famiglie e imprese, con misure volte a rendere piú efficienti la pubblica amministrazione e il sistema giudiziario. Sono previsti interventi in settori sia tradizionali sia innovativi: oltre agli investimenti per la transizione ecologica, quelli sul capitale umano, volti a colmare il ritardo digitale tra l'Italia e il resto d'Europa. Con il 40% di risorse destinato alle aree meridionali vi è la possibilitá di intervenire sul divario tra Centro Nord e Mezzogiorno: il principale problema irrisolto dell'economia italiana", ha sottolineato.

"Limpatto macroeconomico sará massimo se la qualitá degli investimenti sará alta. Parliamo di un punto di Pil di differenza. Ma la governance di Ngeu è disegnata avendo a mente questo tema. Ad esempio, i finanziamenti saranno erogati solo se le misure saranno attuate in coerenza con quanto previsto dal piano nazionale. E non c'è bisogno di dire che il Presidente Draghi capisce molto bene l'importanza di utilizzare al meglio ogni euro dei 200 miliardi disponibili", ha proseguito.

Secondo Panetta, dopo il rimbalzo l'economia italiana può continuare a crescere. "Se le riforme riusciranno a modernizzare l'economia italiana, innalzandone il potenziale di sviluppo, nei prossimi anni una crescita a ritmi elevati sará possibile. C'è una spinta fiscale che fa espandere l'economia, e poi c'è l'effetto delle riforme", ha concluso.

Secondo Panetta, "in passato l'impazienza ha indotto la Bce ad aumentare i tassi in modo prematuro, comprimendo eccessivamente l'inflazione e frenando la crescita. Ora è chiaro che per garantire la stabilitá dei prezzi può essere necessario, come si dice, run the economy hot, mandare l'economia su di giri. E' la condizione per utilizzare appieno le risorse di lavoro disponibili e per generare pressioni al rialzo sui salari in grado di spingere l'inflazione verso il nostro obiettivo".

"Abbiamo chiarito che vogliamo un tasso di inflazione nel medio termine pari al 2%, non inferiore. Un'inflazione all'1,4% o all'1,5% - come è ora nelle nostre previsioni - non ci soddisfa. Abbiamo anche chiarito che il 2% di inflazione non è un limite invalicabile: se serve per ancorare le aspettative e rendere credibile l'obiettivo del 2%, possiamo salire temporaneamente poco al di sopra", ha spiegato.

"Un obiettivo d'inflazione troppo basso può comprimere eccessivamente i tassi d'interesse e ostacolare gli interventi della banca centrale a sostegno dell'economia. Tutto ciò può essere molto costoso in termini di crescita e di occupazione", ha avvertito. Con la nuova strategia "risponderemo con determinazione a choc negativi in grado di comprimere l'inflazione al di sotto del nostro obiettivo. Per chi ama il cinema, d'ora in poi quando l'inflazione scenderá sotto al 2% la politica monetaria dovrá ispirarsi ai "Pirati dei Caraibi", anche se qualcuno preferirebbe la "Bella Addormentata". Quando la dinamica dei prezzi salirá verso il 2%, saremo invece pazienti: aumenteremo i tassi solo se saremo convinti che l'inflazione possa collocarsi stabilmente al 2% nel medio termine in base a una serie di parametri indicati con chiarezza nella nuova forward guidance - le linee-guida sulle nostre intenzioni - relativi all'inflazione sia effettiva sia attesa", ha spiegato.

"I rischi di una ripresa incompleta sono ancora alti mentre i rischi di un surriscaldamento dell'economia e di un'inflazione elevata sono contenuti. Nell'economia europea ci sono ampie risorse inutilizzate: persone che non hanno lavoro, impianti che non sono tornati a produrre.

Non abbiamo recuperato il livello del Pil raggiunto prima della crisi. E siamo ben sotto al sentiero di crescita pre-crisi, ossia del punto in cui saremmo se non ci fosse stata la pandemia. Quel Pil perduto per strada, quella capacitá produttiva, quei posti di lavoro distrutti dalla crisi ce li dobbiamo riprendere prima possibile. Gli Stati Uniti hanno stanno conseguendo questi obiettivi e non vedo perchè l'Europa non possa.

Perciò la politica fiscale e la politica monetaria devono continuare a sostenere l'economia", ha sottolineato.

Secondo Panetta è davvero possibile tornare alle tendenze pre-crisi.

"Con investimenti pubblici aggiuntivi pari all'1,6% del Pil, l'eurozona potrebbe essere giá nel 2022 sul trend di crescita pre-crisi. Se l'economia non cresce, soffrono soprattutto i piú deboli. L'Europa ha nuovi strumenti comuni, come NextGenerationEU (Ngeu, il Recovery Fund, ndr), possiamo essere ambiziosi", ha concluso.

pev

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July 29, 2021 05:01 ET (09:01 GMT)