ROMA (MF-DJ)--Il successo della campagna vaccinale e quindi il graduale ritorno alla normalità sta spingendo la crescita italiana che dovrebbe aumentare, nel 2021, del 6%. Il rapporto tra debito e Pil dovrebbe ridursi già quest'anno, con un netto miglioramento rispetto alle previsioni formulate solo pochi mesi fa. La ripresa deve essere sfruttata dal governo per accelerare il percorso di riduzione del debito continua a rappresentare un elemento di vulnerbilità in grado di esporre l'Italia al rischio di shock finanziari. E' necessaria quindi un'oculata gestione delle finanze pubbliche che consenta un rapido calo del disavanzo e la ricostituzione di adeguati livelli di avanzo primario. E' il monito lanciato dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, durante il suo intervento alla 97esima giornata del risparmio organizzata dall'Acri.

Il rilancio della crescita, ha sottolineato Visco, è "la via maestra per ridurre il peso del debito che costituisce un elemento di intrinseca fragilità della nostra economia perché ci espone al rischio di shock finanziari e crea un'incertezza di fondo che si riflette sugli oneri di finanziamento e scoraggia l'investimento privato". Il ricorso all'indebitamento, ha messo in evidenza, è "cruciale" per contrastare crisi quali quella che stiamo attraversando, ma le misure di sostegno alla domanda non possono essere utilizzate per stimolare "permanentemente" l'attività economica. Al debito si può ricorrere per "finanziare investimenti cruciali per l'attività produttiva", vi si può fare ricorso "in condizioni congiunturali avverse per finanziare gli ammortizzatori sociali, e in situazioni di emergenza, come quelle determinate dalla pandemia, per consentire l'attuazione di interventi straordinari. Ma di regola il debito non può essere impiegato a copertura delle spese correnti", ha puntualizzato il governatore. Per gestire il debito non si può contare solo sui tassi "eccezionalmente bassi" perché questa situazione non durerà per sempre. "Per evitare il riproporsi dei rischi di instabilità sperimentati in passato, superata la crisi -ha spiegato- sarà necessario accelerare il rientro, anche ricostituendo adeguati avanzi primari".

La ripresa economica "resta fortemente dipendente dal mantenimento di un sostanziale sostegno da parte delle politiche economiche che, rispetto alla fase di emergenza, può essere più mirato e soprattutto volto a stimolare il potenziale di offerta dell'economia". Gli sviluppo del quadro macroeconomico inducono a un "cauto ottimismo sulla velocità di uscita dalla crisi e prefigurano un rapido recupero dei livelli di attività pre-pandemici, pur se con non trascurabili differenze settoriali e distributive". Restano tuttavia rischi di natura globale connessi, in particolare, con i ritardi nell'andamento delle vaccinazioni in molti paesi emergenti e in via di sviluppo e le difficoltà nell'approvvigionamento di materie prime e di beni intermedi registrate nell'area euro e che hanno portato a "forti aumenti nei prezzi dell'energia, in particolare del gas". Gli effetti delle strozzature di offerta, che cominciano a sentirsi anche in Italia, sono da valutare come "temporanei, anche se potrebbero pesare sulla produzione e sui prezzi più a lungo di quanto inizialmente atteso".

Per l'Italia, ha avvertito Visco, non è sufficiente tornare a livelli di attività pre-pandemia. La crisi ha colpito quando non erano ancora stati riassorbiti gli effetti della doppia recessione dovuta alla crisi finanziaria globale e a quella dei debiti sovrani, precedute da un

lungo periodo di bassa crescita. Un sostegno alla ripresa nel breve termine arriverà dal Pnrr anche se il successo del piano "si misurerà dalla capacità di affrontare i nodi strutturali che frenano la crescita e di mobilitare le risorse private che da troppo tempo stentano a trovare impiego nel nostro sistema produttivo". "L'efficace esecuzione del Piano potrà alimentare la fiducia delle imprese sulla possibilità di intraprendere un sentiero di crescita e di domanda sostenute e così favorire un ritorno degli investimenti su livelli strutturalmente più elevati. Una "piena" realizzazione del Piano, ha continuato il numero uno di palazzo Koch, "costituisce un'occasione che l'Italia non può perdere, soprattutto per i giovani, ai quali nell'ultimo quarto di secolo il Paese ha offerto modeste possibilità di lavoro di qualità, costringendo molti,

spesso i più qualificati, a costruire il proprio futuro all'estero".

Visco ha poi messo in evidenza come "dallo scoppio della pandemia i depositi di famiglie e imprese presso le banche sono aumentati di oltre 200 miliardi". Per mobilitare il risparmio e indirizzarlo "efficacemente"

indirizzato al sostegno dell'attivitá delle imprese residenti è necessario agire soprattutto sul fronte dell'offerta di strumenti finanziari. Si amplierebbero così le possibilitá di attrarre investimenti di fondi dall'estero, beneficiando anche, in tal modo, degli sviluppi attesi sul fronte della creazione di un autentico mercato unico

dei capitali nell'Unione europea". "La scarsitá dell'offerta di strumenti liquidi e negoziabili da parte delle imprese italiane limita il ruolo che il mercato può assolvere per contribuire al finanziamento dell'economia". Un ruolo, ha sottolineato, "svolto tipicamente da investitori istituzionali e intermediari quali i fondi comuni aperti, che effettuano le proprie scelte di allocazione del portafoglio sulla base dei principi di diversificazione dei rischi e di pronta liquidabilità delle quote".

Quanto all'Ue, pur riconoscendo lo straordinario sforzo fatto dalla Commissione e dalla Bce per affrontare l'emergenza sanitaria, Visco ha sottolineato come proprio la pandemia abbia evidenziato "i limiti degli assetti" europei. All'Ue serve un bilancio comune: "per garantire in tempi rapidi liquidità e spessore al mercato di questo nuovo strumento si può pensare a una gestione comune di una parte dei debiti dei singoli paesi attraverso un fondo di ammortamento che ritirerebbe gli strumenti nazionali emettendo titoli europei. Questa parte dovrebbe almeno includere il debito contratto da tutti i paesi membri negli ultimi due anni per far fronte agli effetti della pandemia", ha spiegato Visco sottolineando come "i timori che da un tale meccanismo possano conseguire trasferimenti sistematici di risorse a favore dei paesi piú indebitati sono comprensibili, ma possono essere fugati con l'adozione di adeguati accorgimenti tecnici".

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October 21, 2021 09:03 ET (13:03 GMT)