ROMA (MF-DJ)--La flessione dei prezzi dei titoli azionari ha depresso la capitalizzazione complessiva delle società italiane quotate, che al 30 giugno scorso scende del 20,5% su base semestrale(l'indice Ftse All Share Italia ha registrato un calo del 22,2% nel semestre). Il rapporto fra capitalizzazione e Pil è sceso dal 33% di fine 2021 al 25,4% del 30 giugno. In calo il numero di società quotate su Mta (-2), mentre aumenta il numero delle società quotate su Euronext Growth Milan (Egm), il mercato non regolamentato dedicato alle imprese piccole e piccolissime (l'ex Aim, Alternative Investment Market). Cresce il peso degli investimenti in obbligazioni, in particolare di quelle emesse da imprese finanziarie. Diminuisce, invece, l'incidenza degli investimenti in azioni, in particolare dei titoli italiani. Gli utili delle imprese industriali quotate sul mercato principale (Mta) e sull'Egm registrano un forte incremento, mentre le aspettative ribassiste sui prezzi dovute alle forti tensioni geopolitiche fanno registrare un balzo delle vendite allo scoperto. In calo il portafoglio dei titoli detenuti presso intermediari italiani (-10,3%) e i depositi bancari di famiglie e imprese (-2,5%).

E' questa la fotografia sull'andamento della Borsa di Milano che emerge dall'ultimo bollettino statistico della Consob nel quale si sottolinea come gli indicatori descrivono un quadro economico incerto, che risente di vari fattori negativi, come la guerra in Ucraina, l'impennata dell'inflazione trainata, tra l'altro, dai rincari nel settore energetico e le aspettative di una stretta creditizia da parte della Bce, poi confermate dal rialzo dei tassi deciso dall'Eurotower.

Nel dettaglio, le società industriali quotate su Mta e quelle negoziate su Aim hanno registrato nel primo semestre utili rispettivamente per circa 21,2 miliardi di euro e per 195 milioni di euro a fronte di un utile di circa 13,2 miliardi di euro e di 222 milioni di euro dell'intero anno precedente. Ciò è riconducibile per le società industriali quotate su Mta a un miglioramento dei ricavi dall'attività operativa (+76,5 miliardi rispetto alla metà dei ricavi del 2021) superiore all'incremento dei costi operativi (+64,8 miliardi rispetto alla metà dei costi del 2021). Anche per le società industriale dell'Aim i risultati migliori dell'utile sono imputabili ad una migliore performance della gestione operativa.

Le assicurazioni quotate su Mta hanno registrato un utile netto di 3,2 miliardi di euro nel primo semestre rispetto ai 5,7 miliardi del 2021. In particolare, si è riscontrata una importante flessione dei proventi

derivanti da attività di business (53 miliardi del primo semestre 2022 contro 150 miliardi del 2021) a fronte di una riduzione altrettanto importante dei costi e oneri di gestione (46 miliardi del primo semestre

2022 contro 138 del 2021). Al 30 giugno, il patrimonio netto delle assicurazioni quotate è calato a 40 miliardi di euro rispetto ai 56,5 miliardi di euro di fine 2021 e a questa discesa ha contribuito anche

la mancanza per il primo semestre 2022 dei dati del gruppo Cattolica Assicurazioni (patrimonio netto a dicembre 2021 pari a 2,8 miliardi di euro), la cui proprietà è passata sotto Generali ad agosto.

Le banche quotate su Mta hanno registrato un utile netto di 7,5 miliardi di euro nel primo semestre rispetto a 9,2 miliardi dell'intero 2021. La maggiore redditività ha riguardato perlopiù la gestione operativa ed in particolare gli interessi netti (14,1 miliardi del primo semestre 2022 contro i 25,9 miliardi del 2021) e i costi operativi (19,7 miliardi contro 41,4). Al 30 giugno il patrimonio netto delle banche

quotate è leggermente cresciuto a 178,8 miliardi di euro (+1% rispetto al 2021). Le altre società finanziarie quotate su Mta hanno registrato un utile netto di 0,7 miliardi di euro nel 1* semestre rispetto a 1,8 miliardi di euro del 2021 in virtù del pesante peggioramento della

gestione operativa dovuto alla riduzione degli investimenti e prestiti e ad un aumento dei costi operativi, il tutto parzialmente compensato da un forte incremento degli utili da attività non operative. È rimasto

costante il patrimonio netto sul valore di 20,6 miliardi di euro.

Il controvalore degli scambi di azioni di società quotate italiane è cresciuto del 20% rispetto al primo semestre del 2021. Il controvalore delle mancate consegne (fail) nella fase di regolamento è risultato pari al 4,6% del controvalore degli scambi su Mta (4,3% nel 2021). Il controvalore nozionale degli scambi di derivati azionari nel primo semestre ha segnato un aumento del 19% e tale rialzo ha riguardato tutti gli strumenti eccetto le opzioni su indice. Al 30 giugno, il controvalore nozionale delle posizioni aperte sui derivati azionari risultava superiore del 7,1% rispetto al dato di fine 2021. Il controvalore nozionale degli scambi di covered warrant su merci è diminuito dell'87% mentre per il future sull'energia non si sono registrati scambi. A fine giugno, non risultavano posizioni aperte sul future sull'energia elettrica.

Le vendite allo scoperto sono aumentate del 38,2% rispetto a fine 2021 ed erano pari all'1% della capitalizzazione totale (0,6% a fine 2021); per le società del settore finanziario questo dato era pari all'1,1% della capitalizzazione di settore (0,3% a fine 2021).

In calo del 9% su base annua il controvalore degli scambi di titoli di Stato italiani sulle piattaforme di negoziazione italiane, e forte contrazione del controvalore degli scambi di obbligazioni di emittenti italiani diverse dai titoli di Stato (-26%). E' aumentato invece del 9,8% il controvalore degli scambi di Etf e strumenti finanziari derivati cartolarizzati (Etc/Etn). Sono diminuite le emissioni di obbligazioni di banche italiane rispetto al primo semestre 2021, sia sul mercato domestico (-3,8%) sia a investitori istituzionali (-98%).

A fine giugno il controvalore degli strumenti finanziari detenuti presso intermediari italiani a fronte della prestazione di servizi di investimento e di gestione del risparmio risultava diminuito del 9,9%

rispetto al dato di fine 2021. Nel portafoglio è cresciuto il peso dei titoli obbligazionari a scapito di quelli azionari.

Il patrimonio gestito da intermediari italiani è diminuito dell'11,8% rispetto alla fine del 2021, principalmente per la flessione delle gestioni patrimoniali su base individuale (-12%) che rappresentavano circa il 74,8% del totale. Il patrimonio degli Oicr aperti e chiusi di diritto italiano è calato rispettivamente del 10,5% e del 47,6%, quello degli Oicr aperti esteri collocati in Italia e dei fondi pensione e altre forme pensionistiche istituiti in Italia da società diverse da imprese di assicurazione si è ridotto rispettivamente del 12,5% e del 4,1%. La raccolta netta degli Oicr aperti di diritto italiano è stata positiva per 6,6 miliardi di euro, principalmente per i fondi di tipo bilanciato (+5 miliardi di euro) e azionario (+3,9 miliardi di euro) che hanno più che compensato i rimborsi dei fondi obbligazionari.

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1215:00 gen 2023


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January 12, 2023 09:01 ET (14:01 GMT)