MILANO (MF-DJ)--Per gli economisti di Credit Suisse ci sono tre fattori principali per cui l'Italia rappresenta un'opportunitá: un ridotto rischio politico, la fase del ciclo e le valutazioni.

"Dopo una significativa incertezza all'inizio dell'anno, pensiamo che il rischio politico italiano sia ora il piú basso degli ultimi anni. Il nuovo Governo italiano di unitá nazionale sotto la guida del primo ministro Mario Draghi è sostenuto dai maggiori partiti italiani, tra cui M5S, Lega, FI e PD, garantendo un'ampia maggioranza. Questo dovrebbe renderlo piú stabile e metterlo in una buona posizione per approvare misure fiscali e riforme", puntualizzano gli esperti. "Inoltre, diversi grandi partiti stanno facendo perno su una leadership piú centrista ed esperta dall'arrivo di Draghi sulla scena politica due mesi fa".

Nel suo discorso inaugurale al Parlamento il 17 febbraio, ricordano da Credit Suisse, Draghi ha detto: "sostenere questo Governo significa condividere l'irreversibilitá della scelta dell'euro, significa condividere la prospettiva di un'Unione europea sempre piú integrata che arriverá a un bilancio pubblico comune".

Le prioritá immediate di Draghi (oltre a garantire un'agevole introduzione del vaccino) saranno la riscrittura dei piani su come spendere gli oltre 250 miliardi di euro di finanziamenti dell'Ue. Per raggiungere questo obiettivo, Draghi ha promesso di ridurre la burocrazia e riformare il sistema giudiziario.

"Il contesto politico", proseguono da CS, "dovrebbe aiutare l'Italia a procedere con le riforme e dovrebbe permetterle di accedere ai fondi Ue che ammontano a quasi 190 miliardi di euro. L'Italia dovrebbe essere in grado di accedere a 67 miliardi di euro di finanziamenti nel 2021 secondo i nostri economisti (o il 4,1% del Pil del 2020)".

Credit Suisse fa poi notare che il ridotto rischio politico è riflesso negli spread ma non nelle valutazioni azionarie. "Nell'ultimo decennio, lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato decennali italiani e tedeschi è stato uno specchio fedele del rischio politico italiano, dello slancio economico e dell'integrazione europea. La performance relativa delle azioni italiane seguiva quella degli spread, con l'Italia che sovraperformava man mano. Anche se gli spread si sono ridotti significativamente da marzo 2020, l'azionario italiano non ha seguito questo movimento", spiegano gli esperti.

Gli economisti di Credit Suisse evidenziano poi che la decisione della Bce di accelerare il ritmo degli acquisti di asset nell'ambito del Pepp "avvantaggia in modo sproporzionato l'Italia, date le dimensioni del suo debito pubblico. Qualsiasi calo del Btp non solo aiuta il finanziamento del debito, ma migliora anche il CT1 delle banche italiane".

Gli economisti si aspettano inoltre che i Pmi europei si riprendano da qui in avanti e "la performance relativa dell'Italia ha la correlazione piú positiva" con i tali dati dell'Eurozona. Il Paese è solito "sovraperformare con la ripresa dei Pmi. Possiamo anche vedere che l'Italia, visto il grosso peso dei titoli finanziari, è uno dei principali beneficiari a livello globale di un aumento dei rendimenti obbligazionari statunitensi".

Per quanto riguarda poi nello specifico l'azionario, "le valutazioni sono considerate interessanti perchè scambiano a un P/E di poco superiore ai minimi da 15 anni", aggiungono dalla banca svizzera.

Credit Suisse mette però anche in guardia dai rischi che riguardano l'Italia. Quello principale "è che ci sono grandi questioni strutturali da affrontare e l'Italia sembra effettivamente essere al momento dell'ora o mai piú: la crescita del Pil pro capite dell'Italia è stata la piú bassa di qualsiasi Paese della zona euro nell'era pre-Covid e, infatti, il Cagr è stato negativo tra il 2000 e il 2019; sembra che ci siano poche speranze di cambiare questo trend negativo del Pil pro capite senza le riforme; prima dell'inizio della pandemia, la disoccupazione italiana era del 10%, contro il 7% nell'area euro (e il 3,4% in Germania) e quella giovanile, al 28%, era la piú alta in Europa; l'Italia ha la demografia piú sfavorevole (in termini di invecchiamento della popolazione) e un basso tasso di penetrazione di internet; la posizione dell'Italia nell'indice Ease of Doing Business della Banca Mondiale è in calo da qualche tempo".

L'ultimo rischio, concludono gli esperti di Credit Suisse, è il debito.

Gli economisti della banca svizzera si aspettano che "il debito pubblico italiano in rapporto al Pil si attesti al 160,7% circa nel 2021 (piú o meno piatto rispetto al 2020), con un deficit di bilancio dell'8,8% circa".

alb

alberto.chimenti@mfdowjones.it

(END) Dow Jones Newswires

April 09, 2021 12:12 ET (16:12 GMT)